La Toscana riconosce le coppie omosessuali

  

Comunicato Stampa Arcigay, 6 maggio 2004
Coppie gay nello Statuto della Toscana, prima Regione in Italia

Arcigay: "Ancora una lezione di civiltà dalla Toscana. Ora tocca all’ Emilia-Romagna"

La Regione Toscana è la prima Regione italiana a riconoscere, dopo un lungo ed acceso dibattito, le coppie gay nel proprio Statuto. L’assemblea regionale della Toscana ha approvato ieri sera l’inserimento, nel nuovo Statuto, de ”la tutela e la valorizzazione della famiglia fondata sul matrimonio ” e ”il riconoscimento delle altre forme di convivenza ”, oltre all’inserimento dell’orientamento sessuale fra le condizioni da tutelare da discriminazioni.

"E’ un grande segno di civiltà e di laicità quello che giunge dalla Regione Toscana, che fra qualche settimana sarà sede del Gay Pride nazionale – è il commento del presidente nazionale di Arcigay Sergio Lo Giudice – .A un’Italia dell’esclusione e del fondamentalismo ideologico risponde l’Italia della buona amministrazione e della laicità. Ci auguriamo che altre Regioni, a partire dall’Emilia-Romagna, seguano adesso questo esempio.

La prossima tappa, infatti, sarà probabilmente l’approvazione definitiva dello Statuto della Regione Emilia Romagna. Il testo già approvato in prima lettura in Commissione Statuto, prevede infatti due passaggi analoghi a quelli della Toscana: il ";riconoscimento della pari dignità sociale della persona senza alcuna discriminazione per ragioni di orientamento sessuale", previsto dal preambolo, e una concezione non confessionale della famiglia qual è quella indicata dall’art.6 quater, dove si afferma che la regione riconosce e valorizza "la funzione delle formazioni sociali attraverso le quali si esprime e si sviluppa la dignità della persona e, in questo quadro, lo specifico ruolo sociale proprio della famiglia".

Sarà Grosseto ad ospitare il 19 giugno la sfilata conclusiva del Pride Toscana 2004, il Gay Pride nazionale di quest’anno.


In Umbria Il primo Statuto aperto alle coppie gay
Lettera da Arcigay Perugia, 7 maggio 2004

Oggi ho letto il comunicato stampa di Arcigay Toscana, in cui Alessio De Giorgi sottolinea l’importanza delle vittorie nel nuovo statuto regionale riguardo discriminazioni e famiglia.
E’ vero! A Perugia siamo poco organizzati come ufficio stampa ma l’attività politica "fa scintille". Grazie alla battaglia che Arcigay Perugia ha portato avanti da novembre scorso, il 2 Aprile la regione Umbria ha approvato il nuovo statuto che recepisce gran parte delle nostre richieste:

Articolo 5 – Uguaglianza
La Regione concorre a rimuovere le discriminazioni fondate in particolare sul sesso, la razza, il colore della pelle e l’origine etnica e sociale, le caratteristiche genetiche, la lingua, la religione o le convinzioni personali, le opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, l’appartenenza ad una minoranza nazionale, il patrimonio, la nascita, la disabilità, l’età o l’orientamento sessuale. La Regione concorre a rimuovere gli ostacoli di ordine economico, culturale e sociale, che impediscono il pieno sviluppo della persona umana e il libero esercizio dei diritti inviolabili.

Articolo 9 – Comunità familiare
La Regione riconosce i diritti della famiglia e adotta ogni misura idonea a favorire l’adempimento dei compiti che la Costituzione affida ad essa e tutela le varie forme di convivenza.

Ciao a tutti e buon lavoro.

Stefano Bucaioni – Arcigay Perugia


Comunicato Stampa Arcigay Toscana, 6 maggio 2004
La Toscana riconosce le coppie omosessuali
Il presidente regionale De Giorgi: "c’è urgenza di una Legge contro le discriminazioni"

Nella seduta notturna di ieri, il Consiglio Regionale della Toscana ha approvato la versione del nuovo Statuto Regionale che era stata licenziata dalla Commissione e che, accanto alla valorizzazione e alla tutela della "famiglia tradizionale", aggiungiamo noi "fondata sul matrimonio", prevede "il riconoscimento delle altre forme di convivenza".

"Si tratta di una decisione storica" commenta Alessio De Giorgi, Presidente Regionale di Arcigay "perché nessun altro Statuto regionale ad oggi riconosce le diverse forme di convivenza, tra cui quelle tra persone del medesimo sesso. Accanto a questo, un altro elemento di grande valore è l"inserimento dell’orientamento sessuale tra le cause di non discriminazione, così come è già nella nuova Costituzione Europea, nel Trattato di Nizza e nei testi costituzionali occidentali più moderni. Lo Statuto della Regione Toscana, con questa decisione, si colora dei valori dell’Europa, e rende sempre più stridente la distanza abissale che il nostro Paese, con il governo che lo guida, ha accumulato con tutti le altre nazioni europee – è di ieri la notizia che la Spagna si appresta, anche col consenso della Chiesa cattolica nazionale, a riconoscere con una legge le coppie omosessuali. Grazie al cielo è stato respinto un emendamento di Forza Italia, che limitava tale riconoscimento alle sole coppie di sesso diverso: un palese quanto odioso tentativo di discriminazione di cui quel gruppo consiliare si è macchiato, dimostrando quanto abbia perso ogni minima caratteristica laica.

"Rimaniamo un po’ con l’amaro in bocca – continua De Giorgi – perché avremo voluto che accanto al riconoscimento delle forme di convivenza, lo Statuto fosse più esplicito anche sulla non discriminazione: una formulazione di questo tipo lascerà infatti qualche arma a quelle parti politiche che intendono privilegiare, come già fanno altre Regioni, Lazio e Lombardia in testa, le coppie sposate a quelle, anche eterosessuali, che non lo sono. Si tratterà per noi di mantenere alta la guardia su questo punto".
"Diventa prioritario – conclude De Giorgi – che a questo punto il Consiglio approvi velocemente la proposta di legge contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere che, presentata due anni fa da un cartello di associazioni gay al Presidente Martini e approvata dalla Giunta regionale, giace da un anno in Consiglio Regionale, in attesa di essere discussa. Non approvarla prima del Gay Pride Nazionale che quest’anno si svolgerà proprio nella nostra Regione, con la manifestazione finale di sabato 19 giugno, cambierebbe proprio il senso di quella iniziativa, che da momento di festeggiamento per i risultati raggiunti nella nostra regione si trasformerebbe in una occasione di denuncia per le promesse fatte e non mantenute".


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