Piacenza vuole l’Arcigay

  

«Se hai un po’ di entusiasmo, buona volontà e qualche ora di tempo libero da dedicare alla causa, contattami, insieme cercheremo di risvegliare un po’ questa città morta e di renderla più vivibile per gli omosessuali…».

Piacenza

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E’ il testo del messaggio (corredato da numeri telefonici) volantinato da circa un mese a questa parte in vari luoghi della città, pubblicato su giornali gratuiti e sui siti gay. Il tutto finalizzato ad aprire anche a Piacenza un Circolo Arcigay (sono 90 le realtà territoriali presenti in Italia). Due le promotrici: Kiara, 22 anni, di origini mantovane, e Michela, ventenne proveniente da Pistoia. Intorno a loro si è riunito un gruppo di una ventina di persone che dovrebbero rappresentare il nucleo fondante del Circolo.

Primo appuntamento: lunedì 31 maggio alle 21 nella sede Arci di via Taverna 137. «Piacenza è tra le poche città d’Italia dove non esiste un Arcigay, da qui l’idea di costituire un punto di incontro stabile» spiega Kiara, un’esperienza matrimoniale alle spalle prima di acquisire consapevolezza della propria omosessualità, mentre per Michela la rivelazione risale ai dodici anni.

Per la verità c’è stata l’esperienza di Drakula, alcuni anni fa, ma poi si è esaurita. «L’idea, oggi, è quella di avere un centro di prima accoglienza – spiega Kiara – dove poter tenere riunioni periodiche, momenti di ascolto, magari con l’aiuto di uno psicologo, per i giovani che hanno problemi di identità sessuale, c’è in progetto anche di attivare una linea telefonica amica per dialogare. Vorremmo poi organizzare iniziative culturali, conferenze a tema, cicli di film, ma anche incontri nelle scuole superiori come avviene in altre città».

Sono stati già presi contatti con Aurelio Mancuso, segretario nazionale dell’Arcigay, per agganciarsi allo statuto generale. L’idea è quella di partire in estate. Il messaggio di fondo con quest’iniziativa? «Che le persone si accettino e non vivano la loro vita in base a quello che altri si aspettano da loro, ancora tanti vivono in segreto la loro condizione. Ma per star bene bisogna seguire la propria natura» dice Kiara. Sullo sfondo, il grande tema di diritti ancora da acquisire e di pregiudizi da sconfiggere.


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