Il PadovaPride02 diventa materia di studio

  

A differenza di quello che accade nel panorama internazionale, in Italia non sono molti i sociologi che hanno deciso di includere l’omosessualità nel quadro dei propri interessi di ricerca. Da questo punto di vista, lo scarto tra la produzione del nostro Paese e quella dei gay and lesbian studies è quantomeno imbarazzante.

Tuttavia, da qualche anno il nostro mondo accademico pare accorgersi dell’esistenza di gay e lesbiche e del fatto che essa solleva questioni importanti per l’interpretazione del mondo in cui viviamo. I sociologi italiani si sono finora occupati soprattutto di come le persone omosessuali organizzano le loro vite all’interno di una società ancora “poco ospitale”. Ciò ha portato ad indagare le traiettorie ed i percorsi del coming out, le difficoltà che si incontrano nella vita quotidiana e le strategie per farvi fronte, la creazione di comunità diffuse in tutto il territorio nazionale. Spesso si è indugiato sugli aspetti della vita privata, in particolare su quelli legati allo scambio sessuale e all’organizzazione delle relazioni affettive.

La pubblicazione del volume di Luca Trappolin — che lavora nel Dipartimento di Sociologia dell’Università di Padova — inaugura una direzione di ricerca sostanzialmente inedita. L’oggetto specifico del libro — in libreria dal 30 settembre — è l’azione dei gruppi gay, lesbici e transessuali in occasione del Gay Pride nazionale del 2002 (il PadovaPride2002), ma il quadro generale dell’analisi riguarda il rapporto tra le richieste di riconoscimento della differenza omosessuale e la costruzione di una sfera pubblica che tenga conto dell’esistenza dell’Altro. In questo senso, la dimensione della “vita privata” di gay e lesbiche assume i connotati di un laboratorio culturale in cui si elaborano i codici della protesta contro le pretese di egemonia dell’assunto eterosessuale. Nella proposta di Trappolin l’alterità delle persone omosessuali è rappresentata dall’azione dei movimenti cui esse danno vita. I gruppi gay, lesbici e transessuali sono visti come i principali portavoce delle istanze di mutamento in cui viene svelata la parzialità dei codici simbolici eterosessuali, e “Identità in azione” costituisce il primo lavoro di sociologia sulla loro mobilitazione.

Il libro si articola in diverse sezioni tematiche che riflettono l’intenzione di inserire lo studio della mobilitazione omosessuale in un quadro disciplinare che nei suoi confronti non si è mai dimostrato troppo entusiasta.

Una prima parte è dedicata a tracciare le principali coordinate della ricerca internazionale sui movimenti omosessuali, concentrandosi sulle teorie dell’azione collettiva e sulla discussione attorno al tema dell’identità. Lo scopo è quello di mettere insieme una “cassetta degli attrezzi” con cui leggere l’azione dei gruppi omosessuali italiani in relazione al riconoscimento della differenza e alla conseguente pluralizzazione degli universi di riferimento.

Un'immagine del PadovaPride2002

Un’immagine del PadovaPride2002

Una seconda parte è finalizzata a contestualizzare la protesta omosessuale in rapporto ad alcune variabili esterne ed interne. I significati che sostengono la mobilitazione devono tenere in considerazione i problemi legati all’individuazione di un “nemico” contro cui agire, in un contesto nazionale dove le spinte repressive non sono mai state esplicite (almeno sul piano formale) e dove il clima sociale verso l’omosessualità si sta avviando verso una decisa accettazione. Ma occorre anche mettere in conto l’esistenza di conflitti che attraversano il movimento omosessuale italiano: le definizioni dell’identità omosessuale e le richieste di riconoscimento ad essa ispirate non sono univoche ma sono oggetto di una discussione interna che talvolta sfocia nel conflitto. Viene pertanto proposta una lettura della storia della mobilitazione omosessuale italiana a partire dai contrasti sulle “definizioni della realtà” che hanno caratterizzato le relazioni tra diversi gruppi omosessuali e tra questi ed altri movimenti di protesta.

Una terza parte affronta da vicino “il caso” del Gay Pride del 2002. Essa si divide tra la ricostruzione dettagliata del percorso che ha accompagnato l’organizzazione dell’evento e l’analisi delle interazioni che hanno determinato la formazione di alleanze e contrapposizioni tra attori interni ed esterni. L’obiettivo del libro consiste nel mostrare come i riferimenti di senso emergano progressivamente nel corso dell’azione collettiva. L’identità omosessuale è interpretata perciò da un punto di vista di costruzione sociale, poiché lo sforzo dell’autore consiste nel portare alla luce il processo in base al quale il tema della differenza omosessuale si riempie di significati, mettendo a nudo i meccanismi che orientano la partecipazione dei diversi attori alle discussioni sul Gay Pride. La definizione dei significati del “Noi” omosessuale richiede la costruzione di un “Voi” esterno, ed è solo all’interno di questa relazione che l’identità omosessuale acquista un suo senso specifico.

Tuttavia il volume fa anche vedere come le mobilitazioni siano in realtà eventi complessi in cui vengono dibattuti problemi tra loro non convergenti. L’apertura di molteplici “fronti” di discussione determina inevitabilmente diverse articolazioni della relazione Noi/Voi, e ciò porta alla pluralizzazione dei significati della sessualità e delle istanze di cui le diverse anime del movimento chiedono riconoscimento.

“Identità in azione” è sostanzialmente un viaggio attraverso la molteplicità dei significati che si possono collegare al soggetto omosessuale, sia esso immaginato come un deviante, come una persona normale o nei termini di un rivoluzionario che minaccia l’ordine costituito. Il libro ricostruisce i meccanismi che nel corso della mobilitazione orientano l’incontro tra queste tre immagini; quello che non può essere determinato una volta per tutte è quale di queste si imponga sulle altre riuscendo a sostenere le richieste di riconoscimento dei gruppi omosessuali.

Il senso del libro è evidente. Le mobilitazioni gay e lesbiche contengono molteplici significati della differenza omosessuale e della sessualità, ed essi vengono “giocati” nelle interazioni con l’esterno producendo diverse rappresentazioni del “mondo in comune”. Alla fine, la costruzione di una società plurale dal punto di vista delle identità sessuali appare un progetto in costante divenire. Esso ha tante più probabilità di realizzazione quanto più saprà evitare due rischi opposti: la limitazione della differenza omosessuale nell’ambito delle scelte private (cui corrisponde alla rinuncia a qualsiasi pretesa di partecipare all’elaborazione dei valori condivisi), e la solidificazione di due culture (quella omosessuale e quella eterosessuale) che comunicano solo attraverso il conflitto che le definisce.


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