PACS! Patti chiari, amicizia lunga…

  

Il Coordinamento Arcobaleno GLT di Milano, che riunisce le maggiori organizzazioni lesbiche, gay e transgender milanesi, dopo aver accettato la proposta lanciata dalle strutture nazionali di Arcilesbica e Arcigay, di organizzare una grande manifestazione nazionale a Milano caratterizzata dalla rivendicazione di una Legge che riconosca le coppie omosessuali, ha redatto il manifesto politico del LGBT Pride Milano’05 sotto ‘insegna di uno slogan inequivocabile: PACS! Patti chiari, amicizia lunga…

Il Pride a Milano

Il Pride a Milano

Il manifesto, pur non dimenticando tutte le altre richieste provenienti dal Movimento LGBT italiano, propone a tutti, indipendentemente dal’orientamento sessuale o dal’identità di genere, una grande dimostrazione di unità per ottenere il riconoscimento di uno dei tanti diritti a noi negati, primo passo sulla strada del raggiungimento dello status di cittadini italiani a tutti gli effetti.

Chiediamo quindi a tutti: singoli, gruppi, associazioni, movimenti, sindacati e partiti, di sottoscrivere il manifesto e di partecipare numerosi sotto le nostre bandiere arcobaleno alla grande manifestazione nazionale il prossimo 4 giugno.

Le adesioni possono essere inviate
via e-mail al’indirizzo: [email protected],
per fax al n° 02.54122226
per posta ad Arcobaleno – via Bezzecca, 3 – 20135 Milano MI.

per il Coordinamento Arcobaleno GLT Milano
I portavoce del PrideMilan’05
Francesca Polo, Daniele Bocchetti, Paolo Ferigo


PRIDEMILANO ‘05
MANIFESTAZIONE NAZIONALE
Milano – 4 giugno 2005

PACS! Patti chiari, amicizia lunga…

Il Pa.C.S. – “Patto Civile di Solidarietà” — è un Istituto giuridico che attesta la relazione di due persone maggiorenni dello stesso o di differente sesso. Definisce legalmente la vita in comune dei contraenti: sancisce ‘obbligo al mutuo sostegno morale e materiale, stabilisce i diritti e i doveri reciproci e verso la società.

Belgio, Croazia, Danimarca, Francia, Finlandia, Germania, Gran Bretagna, Islanda, Lussemburgo, Norvegia, Olanda, Polonia, Portogallo, Spagna, Svezia, Svizzera, Ungheria, in Europa, hanno approvato leggi che danno alle coppie omosessuali (ed eterosessuali) la possibilità di legalizzare le proprie unioni al di fuori dell’Istituto del matrimonio.

Il Pride Nazionale del 2005 di Milano è convocato su una forte richiesta: nel nostro Paese deve essere approvata la legge sul PACS.

L’approvazione della Legge sul PACS è una richiesta unitaria che il movimento LGBT rivolge ai rappresentanti delle istituzione italiane. Questo carattere di unitarietà ha una valenza importante e coesiva per tutto il movimento.

Questa richiesta nasce dalla convinzione — e dalla necessità – che attraverso l’istituto giuridico del PACS, milioni di cittadini/e italiani/e diventino a tutti gli effetti soggetti di diritto. Oltre a ciò, il PACS ha anche una valenza legata alla dignità sociale delle persone. Questa valenza deriva dalla concezione che le istituzioni italiane continuano ad avere della coppia: la coppia deve avere un riconoscimento giuridico, altrimenti — di fatto — non esiste. Riteniamo giusto che le coppie che desiderino un riconoscimento formale — qualsiasi sia la ragione di questa volontà: sentimentale o legale — lo possano avere.

I soggetti politici non possono più fingere di non comprendere. Devono capire che, in quanto soggetti aventi diritto di voto, siamo in grado di influenzare lo scenario politico italiano.
Il movimento LGBT non è più disponibile a dare il proprio contributo – e il proprio voto – a partiti o a schieramenti che non intendano soddisfare richieste come quella per il PACS
. In questi anni, abbiamo potenziato le nostre azioni relative alla visibilità e, attraverso un diffuso lavoro informativo e formativo, i/le cittadini/e LGBT oggi sanno che il proprio consenso elettorale può essere determinante per il successo o l’insuccesso di un candidato/a o di uno schieramento politico. Abbiamo ormai acquisito la consapevolezza di avere lo stesso peso istituzionale degli altri cittadini e la nostra consapevolezza deve avere un riscontro anche a livello legislativo. Le Istituzioni lo devono capire e devono anche capire che, oltre ai nostri voti, contano pure tutti quelli di chi ci sta vicino.

Non abbiamo favori da chiedere: non stiamo chiedendo infatti alcun privilegio in virtù del nostro orientamento sessuale o identità di genere, ma la fine di una discriminazione. Deve essere chiaro che la mancanza di un istituto giuridico che tuteli anche le coppie dello stesso sesso è una discriminazione.

Allo schieramento di centro-sinistra chiediamo un preciso impegno che sia coerente con le parole dispensate in questi anni e un’azione significativa che si contrapponga a quelle poco incisive attuate fino ad oggi. Non concederemo deroghe a chi non si impegnerà concretamente per far sì che il valore della nostra cittadinanza sia pari a quello delle persone eterosessuali. Non solo in termini di doveri, ma anche di diritti. Abbiamo molto apprezzato la vicinanza verbale dello schieramento di centro-sinistra, vicinanza che ha catalizzato, per altro, molte delle nostre energie, ma ora vogliamo che alle parole seguano i fatti.

Allo schieramento di centro-destra, che sappiamo essere lontano dalle nostre rivendicazioni per formazione culturale e ideologica, chiediamo il pieno rispetto del dettato costituzionale che sancisce la laicità dello stato. Questo impegno deve tradursi nella garanzia di libertà delle scelte di ogni cittadino/a. Riteniamo che questa garanzia si concretizzi anche attraverso l’istituzione del PACS; patto che rappresenta la possibilità — per chi lo desidera — di dare uno statuto giuridico a una relazione, sia essa basata sull’amore o su un mutuo desiderio di solidarietà.

Ovviamente, la piattaforma rivendicativa del movimento LGBT è complessa e articolata. Non può essere, quindi, ridotta a una sola richiesta. Abbiamo lavorato e continueremo a lavorare anche in altri ambiti culturali, sociali e politici.

Mettere al centro del Pride Nazionale 2005 la battaglia per il PACS, non significa dimenticarci del lavoro che svolgiamo quotidianamente nei nostri gruppi d’accoglienza, nei servizi di counseling telefonico, nelle scuole, nel mondo del lavoro, nella cultura e nell’aggregazione. La scelta di rivendicare il PACS nel corso di questo Pride nasce dalla volontà di dare un segnale forte. È finito il tempo dei giochi di parole e dei buoni propositi, la comunità LGBT italiana pretende risultati concreti.

Invitiamo, quindi, lesbiche, gay, bisessuali, transessuali, transgender e le persone eterosessuali che vogliono vivere in uno Stato laico che non discrimini, che riconosca pari dignità a ogni relazione affettiva e che non permetta agli integralismi reazionari delle gerarchie vaticane di dettare l’agenda politica del Parlamento, a partecipare, il 4 giugno 2005, al Pride Nazionale di Milano.

Il Pride Nazionale 2005 parte da una richiesta ben precisa e largamente condivisa che diventa il filo conduttore di un evento connotato da un forte senso di liberazione e di libertà. Questa libertà è fatta anche di leggerezza e di gioia per esprimere un orgoglio che non deriva da ciò che siamo, in quanto LGBT, ma da quello che siamo riusciti/e a diventare, nonostante tutto.

Milano, 11 febbraio 2005
Coordinamento Arcobaleno Milano


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