Tra l’amore per Gesù e la “follia della normalità”

  

Comunicato Stampa Arcigay Federico Garcia Lorca – Salerno

Salerno 31 gennaio 2005

SUL PATROCINIO MORALE DEL COMUNE ALLA PRESENTAZIONE DEL LIBRO “L’UOMO CHE GESÙ AMAVA” DI GIANNI DE MARTINO

Il libro di Gianni De Martino, “L’uomo che Gesù amava” (Ed. Croce, 2004), è un analizzatore, una cartina di tornasole che fa emergere il non-detto, ‘inconscio dei gruppi e delle istituzioni.

Gli analizzatori, generalmente sempre presenti ma inattivi nei gruppi, sono il sesso e i soldi: toccate questi due argomenti e vedrete affiorare il non-detto (anche in senso freudiano) e le contraddizioni.

Il libro è un analizzatore, quindi, sia della realtà politica salernitana, sia delle contraddizioni – non dette – che agitano quella comunità di falso progressismo e di falsa accoglienza.

Il libro va letto e meditato con tranquillità e con calma, non strumentalizzato per motivi extraculturali ed extraletterari. Tuttavia “non bisogna evitare il conflitto – dichiara Gianni De Martino, che ha tradotto per Feltrinelli “Saggio sulla trance”, opera di Georges Lapassade, caposcuola di quella corrente psicosociologica francese che va sotto il nome di Analisi Istituzionale – Gesù porta anche la spada, e nel conflitto emerge anche la possibilità di svelamento delle ipocrisie e di chiarimento”.

Il circo politico—mediatico salernitano è fatto così. Abbiamo subìto in questi giorni una serie di insulti a mezzo stampa. Non possiamo restare zitti.

Denunciamo un articolo non firmato apparso sul quotidiano salernitano “Cronache del Mezzogiorno”, in data 27 gennaio 2005, che ci ha sdegnati e offesi nella nostra dignità di persone umane, innanzitutto. Vogliamo denunciare questo articolo che trasuda odio e incitazione all’odio nei confronti delle persone omosessuali. Non ci stupiremmo se, in seguito alla lettura dell’articolo, gruppi di estrema destra si organizzassero in città per farci del male. Siamo preoccupati perché articoli come quello apparso su “Cronache…” sono troppo simili alle motivazioni che generarono la persecuzione delle persone omosessuali sotto il Nazismo e la conseguente eliminazione dei “triangoli rosa”.

Nell’articolo si bolla il Patrocinio morale (niente soldi) del Comune di Salerno concesso per la presentazione de “L’uomo che Gesù amava” – presentazione organizzata dalla nostra Associazione – come “Una decisione raccapricciante” (è il titolo dell’articolo), addirittura “sciagurata”, “che mira a mescolare il sacro con il profano, suscitando sentimenti di raccapriccio e vergogna”.

Il libro, ritenuto dal quotidiano di An “blasfemo” e “delirante”, “… offende la sensibilità di tutti gli uomini degni di essere chiamati civilizzati… persone che ancora costituiscono gran parte della comunità salernitana”.

Le interviste presenti nella seconda parte del testo (ricordiamo, tra gli altri, don Fanco Barbero, animatore della comunità di base “Viottoli” di Pinerolo – TO), sono — a detta del quotidiano di An — un “unico filo rosso… l’odio verso la civiltà che ha forgiato le sorti del nostro mondo”.

Il libro non è stato letto. Ma questo non importa ai consiglieri di An. È un’occasione di scontro politico e bisogna scontrarsi. Il libro diventa — si legge sempre su “Cronache” – una “gaffe che denota come la sinistra insegua solo il nichilismo, facendo di tutto per distruggere le basi morali che sono l’impalcatura su cui il consorzio umano si regge, favorendo i germi che minano la vita organizzata”.

Da questa ultima dichiarazione si presume che le persone omosessuali costituiscano “basi immorali” e siano “i germi che minano la vita organizzata”. Frasi del genere ci fanno orrore, perché sono simili alle affermazioni di Himmler e di Goebbels, quando pubblicavano negli anni’30 il loro “Manifesto della razza” che, a tutela del matrimonio, definiva gli omosessuali una "degenerazione della natura che mina ‘ordine sociale, la razza e la nazione". Le persone omosessuali erano considerate “portatori di malattia contagiosa in grado di diffondersi agli eterosessuali; sabotatori sociosessuali, devianti che minano l’ordine e la sanità sociale”.

E ancora – secondo “Cronache…” – l’iniziativa “… nega alla famiglia di essere la prima manifestazione della società civile, di costituire il seminario dello stato, come riconoscevano anche gli antichi padri. Tutto è uguale, quindi nulla ha valore: questo è il terribile motto che riassume le perverse azioni della nostra Giunta comunale …un’impostazione dissacrante…”.

Il Patrocinio alla nostra Associazione è appellato, quindi, come una “perversa azione”. È chiaro il riferimento alla discutibile precettistica cattolica sugli “atti omosessuali”.

E non finisce qui.

Nell’articolo si scomoda la memoria del poeta spagnolo Garcia Lorca, al quale la nostra Associazione si ispira perché antifascista e omosessuale, stuprato e ucciso dai fascisti di Francisco Franco. Ad Arcigay e ArciLesbica viene negata “legittimità” e la memoria del poeta viene infangata e offesa con queste testuali parole: “… Federico Garcia Lorca, fucilato dai “crociati” spagnoli durante la guerra civile che liberò il paese dalla dittatura comunista… Una compagnia in cui gli uomini di senno non vorrebbero certo trovarsi”.

Il quotidiano di An chiama alla “crociata” contro le persone omosessuali, appellandosi e ribadendo la riprovevole condanna biblica della Genesi sulla città di Sodoma e Gomorra.

“I cattolici, i cristiani sono l’unica minoranza su cui sia possibile gettare impunemente fango, ora però si ribellano. La politica riscopre i valori morali e li tutela contro gli assalti del nulla; lezione che in Italia è stata sottolineata dallo slogan del presidente Berlusconi ‘tasse giù, valori su’”.

I consiglieri di An, nell’articolo citato, avevano intimato al sindaco: “Ritiri immediatamente il patrocinio morale ad un’iniziativa che collide con il senso comune nella sua naturale e logica essenza” e chiosavano: “De Biase darà ascolto a simili consigli, o persevererà nel suo errore, cedendo alle profferte dei suoi consiglieri cittadini non di Salerno, ma di Sodoma?”.

L’Associazione di Cultura Omosessuale “Federico Garcia Lorca” affiliata ad ArciLesbica e Arcigay Nazionale è u’organizzazione democratica, pacifista, ecologista, antirazzista, antitotalitaria, apartitica, aconfessionale, antifascista e libertaria. Lottiamo ogni forma di pregiudizio, discriminazione e intolleranza contro le persone omosessuali promuovendone la visibilità e la vivibilità.

Per queste ragioni e per gli appunti di cui sopra, denunciamo il quotidiano “Cronache del Mezzogiorno” di omofobia e chiediamo pubblicamente al direttore responsabile, Tommaso D’Angelo, di scusarsi con il Garcia Lorca e i suoi associati, nonché con Arcigay e ArciLesbica Nazionale.

Pasquale Quaranta
Presidente Ass. Federico Garcia Lorca
ArciLesbica — Arcigay di Salerno


Da “Cronache del Mezzogiorno” del 27 gennaio 2005

Non si placano le polemiche intorno alla presentazione del libro “L’uomo che Gesù amava”
Una decisione raccapricciante
I consiglieri di An attaccano l’intera giunta De Biase

Salerno

Salerno

Infuriano le polemiche sulla sciagurata decisione del Comune di Salerno di patrocinare la presentazione di un libro blasfemo, che offende la sensibilità di tutti gli uomini degni di essere chiamati civilizzati. Volume delirante in cui si afferma che Gesù era omosessuale; una verità che fa il paio con le altre accuse gratuite volte alla Santa Chiesa da autori di romanzi, libri, articoli, il cui unico filo rosso è l’odio verso la civiltà che ha forgiato le sorti del nostro mondo.

Gaffe che denota come la sinistra insegua solo il nichilismo, facendo di tutto per distruggere le basi morali che sono l’impalcatura su cui il consorzio umano si regge, favorendo i germi che minano la vita organizzata.

Si nega alla famiglia di essere la prima manifestazione della società civile, di costituire il seminario dello stato, come riconoscevano anche gli antichi padri. Tutto è uguale, quindi nulla ha valore: questo è il terribile motto che riassume le perverse azioni della nostra Giunta comunale.

C’è da dire però che la parte centrista della coalizione di centro sinistra ha rifiutato quest’impostazione dissacrante e si è sganciata da un’iniziativa patrocinata solo da Ds, Verdi e Prc. A censurare con veemenza il patrocinio è il gruppo di An al comune, partito che si è sempre stretto attorno al trinomio Dio, Famiglia, Patria.

Infatti, i consiglieri Cesare Festa, Matteo Cortese e Roberto Celano hanno contestato la decisione del sindaco, di dare legittimità ad associazioni come Arcigay, Federico Garcia Lorca, fucilato dai “crociati” spagnoli durante la guerra civile che liberò il paese dalla dittatura comunista, ed Arcilesbica. Una compagnia in cui gli uomini di senno non vorrebbero certo trovarsi.

Così come le persone timorate non avranno affatto intenzione di leggere il libro in cui si fa riferimento — come incalzano i consiglieri di AN — “ad un Gesù amoroso oltre i tabù tra politica e visione”.

Si tratta di un’iniziativa — continuano i rappresentati del partito di Fini — “sconcertante in quanto mira a mescolare il sacro con il profano, suscitando sentimenti di raccapriccio e vergogna in tutte le persone che ancora costituiscono gran parte della comunità salernitana”.

I cattolici, i cristiani sono l’unica minoranza su cui sia possibile gettare impunemente fango, ora però si ribellano. La politica riscopre i valori morali e li tutela contro gli assalti del nulla; lezione che in Italia è stata sottolineata dallo slogan del presidente Berlusconi “tasse giù, valori su”.

Festa, Cortese e Celano mettono alle strette il sindaco: “ritiri immediatamente il patrocinio morale ad un’iniziativa che collide con il senso comune nella sua naturale e logica essenza”.

De Biase darà ascolto a simili consigli, o persevererà nel suo errore, cedendo alle profferte dei suoi consiglieri cittadini non di Salerno, ma di Sodoma?


LETTERA APERTA" DI GIANNI DE MARTINO
PRECISAZIONE DEL’AUTORE DE "’UOMO CHE GESÙ AMAVA"

Milano, 1 febbraio 2005

Caro Pasquale,

Gianni De Martino

Gianni De Martino

così, ci ritroviamo a muoverci tra ‘amore per Gesù e la "follia della normalità", il solito circo politico-mediatico. Continuo a pensare che il libro vada letto, non strumentalizzato fermandosi al solo titolo, e che occorre essere chiari nel dire che della sessualità di Gesù non sappiamo nulla, eccetto che era un maschio ebreo del suo tempo e che il suo coraggio consisteva nel’essere tenero.

Poiché salva il ragazzo (pais) del centurione e perdona ‘adultera che volevano lapidare, Gesù è anche un uomo virile – a differenza dei farisei salernitani che invece di agire per il bene comune reagiscono alla sola idea che ci si possa interrogare sulla sessualità di Gesù. Non abbiamo bisogno né di un Gesù gay né di un Gesù eterosessuale o asessuato. Abbiamo bisogno del Cristo risorto, ovvero del Gesù della fede, che non è né uomo, né donna, né ebreo, né greco, né etero né omo, e nemmeno cristianista, buddhista, new age, islamico o iscritto alla Caritas salernitana, a An o al’Arcigay. Occorre salvaguardare il valore "universale" del Cristo.

Come cristiani siamo chiamati a una vita "nuova" ed "eterna" che va ben oltre il sesso e le dimensioni della nostra esistenza terrena. Benché il sesso e la dimensione terrena siano importanti, non ci si può rinchiudere nel’egoismo del piacere senza sminuire la grandezza e la preziosità della vita umana che si svolge nel tempo e nello spazio, ma è però chiamata a una pienezza di vita che consiste nella partecipazione alla vita stessa di Dio.

Ridursi a essere nien’altro che un eterosessuale, un omosessuale, un gay, un queer o un bi, come se fosse u’identità fissa e contratta e non una storia contingente, aperta e non necessaria, significa rinchiudersi in una piccola idea, spesso polarizzata e reattiva, della relazione con se stessi, con ‘universo mondo, con gli altri e con ‘Altro.

‘ questo che cerco di dire in "’uomo che Gesù amava", riportando ogni cosa – dopo aver esercitato liberamente e responsabilmente il diritto di andare sui limiti del’ "ovvio che ci costituisce" – a Cristo e al’insegnamento della Chiesa Cattolica, che è una, santa, apostolica e romana, e al suo insegnamento.

Benché personalmente non condivida alcune posizioni ufficiali in materia di morale sessuale, trovo ingiusto voler negare alla Chiesa – per avversione e odio ideologico immotivato – ogni sapere sul bene. ‘altra parte, non approvo neanche ‘uso strumentale e nichilista che si fa del mio libro, senza peraltro neanche averlo letto, ma solo per partito preso e per rafforzarsi nei propri pregiudizi. Così facendo, credo che ci si allontani da Gesù Cristo, che nondimeno resta e apre le menti e i cuori a un soffio di eternità ovunque ci sia – gay o non gay e Caritas più e meno pelosa – un gesto ‘intelligenza, di poesia, di compassione o di pietà gli uni altri, nel prendersi cura gli uni degli altri e del bene comune e della città.

Non ho scritto, con Pasquale Quaranta che è ‘Autore della sezione documentaristica, per il Potere, nè per il Ribelle, ma neanche per essere strumentalizzato e punito dai politici e i farisei locali. Continuo a pensare che il libro vada letto, perché oltre alla funzione di analizzatore sociale delinea un percorso di liberazione evangelica, umana e civile. Perlomeno queste erano e restano le intenzioni del’Autore, che naturalmente ha anche lui i suoi limiti e non pretende certo di aver avanzato tesi non discutibili. Tutto si può discutere.

Altra cosa però sono i toni apocalittici , penitenziali e farisaici di An, che partita al galoppo accusa il mio libro di essere "delirante" e poi trasforma . come per improvvisa amnesia – Salerno in una Sodoma arcaica e allucinata. Altra cosa sono anche i toni di alcuni dirigenti della Caritas salernitana che giungono fino a invocare punizioni islamiche (e cioè lo sgozzamento) per chi scrive o presenta un libro, sia pure discutibile, nella bella e civile città di Salerno del XXI secolo, che non merita tanto indegno bailamme. E alla quale, vorrei aggiungere, essendo nato ad Angri, resto legato da radici comuni, affetti e care memorie. Città accogliente, Salerno, ma pur sempre il mondo! Altra è ‘accoglienza e la pace che attraverso il necessario pentimento, il perdono reciproco e la croce ineludibile da ogni vita che si dice umana, Egli promette a chi si converte a Lui: Da Giovanni 14:27: “Vi lascio la pace, vi dò la mia pace. Non come la dà il mondo, io la dò a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore”.

Come sai, caro Pasquale, un dio oscuro, un dio stragista, come di quello di Sodoma invocato da certi cristianisti di Salerno quasi islamici, non porta niente di buono né a noi né alla città. Un Dio che non sia Persona non ‘interessa. Quello in cui crediamo è il Redentore che in obbedienza al Padre ci vuole sani e salvi come fratelli e sorelle che si prendono cura gli uni degli altri.

Con ‘augurio che alla scrittura risponda la Scrittura, e che il Vangelo della Vita in cui crediamo possa costituire per noi vera voce che risponde, accoglie e libera, e non sia u’eco.

Gianni De Martino
http://www.giannidemartino.it


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