101 candidati per i diritti gay in Emilia Romagna

  

Sì ai diritti di gay e lesbiche da parte di Vasco Errani, candidato alla presidenza dell’Emilia-Romagna per la coalizione di centrosinistra. Idem per Bruno Barbieri, della lista Consumatori. Sì con riserve da Carlo Monaco, candidato per il centrodestra.

Sono in tutto 101 i candidati e le candidate dell’Emilia Romagna alle prossime elezioni regionali del 3 e 4 aprile che hanno risposto alla richiesta dei circoli Arcigay della regione di esprimere la propria posizione su: legge contro le discriminazioni verso gay e lesbiche, tutela delle coppie dello stesso sesso e sostegno all’associazionismo.

Di questi, 98 fanno parte della coalizione di centrosinistra. Per la precisione 13 di Uniti nell’Ulivo, 22 Verdi per la pace, 24 Rifondazione comunista, 25 Comunisti italiani, 1 Udeur, 13 Italia dei valori. Per il centrodestra hanno risposto solo Federico Saini, candidato di Forza Italia a Ferrara, e Umberto Guerini, capolista del Nuovo Psi a Bologna. Il centounesimo è lo stesso Barbieri, candidato anche per il Consiglio regionale a Bologna e Modena.

Nel capoluogo, dove Arcigay conta quasi 16mila iscritti, hanno risposto 23
candidati: i tre Ds di Uniti nell’Ulivo (Salvatore Caronna, Gabriella Ercolini e Ugo Mazza); Gianluca Borghi e Pamela Meier dei Verdi; sei dell’Italia dei valori, fra cui Paolo Nanni; Sandro Piu e Rocco Giacomino per il Pdci; l’intera squadra di Rifondazione capeggiata da Leonardo Masella. Fuori dal centrosinistra solo Umberto Guerini (Nuovo Psi) e Bruno Barbieri (Lista consumatori).

I tre candidati alla presidenza interpellati (Alternativa Sociale non è stata contattata) hanno risposto positivamente alla richiesta di un impegno concreto nella lotta contro le discriminazioni, al riconoscimento del ruolo delle associazioni gay, lesbiche e transessuali nella regione. Sul riconoscimento dei diritti delle copie gay e lesbiche, invece, le risposte si sono differenziate. Se Errani ha sottolineato la legge del 2001 che riconosce parità di accesso alle graduatorie Erp per l’assegnazione delle case popolari alle coppie dello stesso sesso, Monaco (che pure era stato protagonista dell’applicazione di quella legge nel Comune di Bologna) ha preferito innalzare un limite ben definito fra coppie di fatto eterosessuali ed omosessuali.

“I risultati parlano chiaro: Arcigay appoggerà Vasco Errani per la presidenza della Regione — dice Sergio Lo GiudiceConosciamo Carlo Monaco come un uomo laico, ma la sua risposta è segno evidente dei forti condizionamenti a cui è sottoposto da una coalizione che sulla parità di diritti delle persone omosessuali ha dato il peggio di sé nella scorsa legislatura. Consideriamo inaccettabile la sua distinzione fra coppie di fatto eterosessuali e omosessuali, che sarebbe fortemente discriminatoria, contraria alla Costituzione, al Trattato Costituzionale europeo, allo Statuto del’Emilia-Romagna nonché al "comune sentire", per citare lo stesso Monaco, dato che il recente sondaggio fatto a Bologna dal’istituto Medec mostra come i favorevoli al riconoscimento delle coppie gay e lesbiche siano in maggioranza sui contrari (45% vs 39,3 a Bologna)”.

“Invitiamo i 30.000 soci di Arcigay in Emilia Romagna e i tanti elettori che hanno a cuore la pari dignità delle persone e la laicità della politica a votare i 101 candidati che hanno sottoscritto le nostre richieste — aggiunge Flavio Romani, presidente dell’Arcigay di Ferrara – Sono quasi tutte nel centrosinistra, ma attenzione a dare le preferenze: nelle liste di Uniti nell’Ulivo nessun voto di gay o lesbiche vada ai candidati della Margherita, che hanno snobbato le nostre richieste. Non dimentichiamo le posizioni antigay di alcuni di loro, a partire da quel Mauro Bosi che nello scorso mandato si oppose ad introdurre nello Statuto un principio di non discriminazione delle persone omosessuali”.

“E’ positivo che più di cento candidate e candidati si siano dichiarati disposti a portare avanti una legge contro le discriminazioni di gay e lesbiche — commenta Sandro Mattioli, vicepresidente del Cassero di Bologna – Quella legge è già stata approvata in Toscana ed è stata annunciata in Veneto, Umbria e Piemonte se vincerà il centrosinistra. Adesso l’aspettiamo anche qui: Errani superi i tentennamenti dello scorso mandato, l’Emilia Romagna torni ad essere una regione laica”.

Fra i candidati che hanno detto di sì ad Arcigay anche tre assessori dell’attuale giunta Errani: Gianluca Borghi (Bologna), Mariangela Bastico (Modena) e Alfredo Peri (Parma). Nessuna risposta, invece, da Pier Antonio Rivola (Ravenna) e da Marco Barbieri (Reggio Emilia), entrambi della Margherita.

Il quadro completo delle risposte, raccolte dai comitati provinciali Arcigay di Ferrara, Piacenza, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ravenna e Rimini, che hanno condotto la consultazione, sono disponibili on line:

Le risposte dei candidati di centro-sinistra

Le risposte dei candidati di centro-destra

Le richieste di Arcigay

Attuazione del principio di non discriminazione: approvazione di una legge regionale contro le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e l’ identità di genere. Il preambolo del nuovo Statuto regionale, approvato lo scorso settembre, contiene già un riferimento alla pari dignità sociale delle persone senza alcuna discriminazione per orientamento sessuale. Arcigay chiede il varo di una legge regionale contro le discriminazioni che, sull’esempio di una legge analoga già approvata dalla Toscana, dia piena efficacia a quanto scritto nel preambolo. L’obiettivo è tutelare i cittadini, a prescindere dal loro orientamento sessuale, dalle ingiustizie nei luoghi di lavoro, nell’accesso agli uffici pubblici, alle strutture sanitarie e ai servizi sociali, nella fruizione dei servizi commerciali e turistici. E’ una legge quindi che amplia le garanzie e le libertà di tutti, non solo delle persone omosessuali, così come a tutti, ad esempio, consente di indicare su un apposito tesserino il nome della persona cui fare riferimento in caso di incapacità naturale (es. stato comatoso). E’ inoltre necessario che, al fine di tutelare anche le persone transessuali, si vietino espressamente le discriminazioni fondate sull’ identità di genere.

Riconoscimento delle forme di convivenza alternative al matrimonio: Lo Statuto regionale riconosce e tutela diverse forme di convivenza familiare, comprese quindi le coppie di fatto omosessuali. Per questo motivo, chiediamo l’estensione dei diritti e dei doveri concernenti la famiglia, anche alle coppie di fatto e a tutte quelle forme di convivenza che non trovano ad oggi regolamentazione alcuna.

Riconoscimento dell’Associazionismo e Diritto di partecipazione: Proponiamo la realizzazione di un protocollo d’intesa tra Regione ed Arcigay, che preveda la definizione di azioni concertate ed integrate per ciò che riguarda le politiche socio-sanitarie, la formazione, il lavoro, la comunicazione, le politiche abitative, culturali, educative e turistiche.


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