Formigoni e i cappellani pagati

  

E’ incredibile che Roberto Formigoni si preoccupi di trovare lavoro ai sacerdoti lungo le corsie degli ospedali lombardi, a fronte di uno sistematico smantellamento dei Servizio Socio Sanitario.

L’accordo siglato tra Formigoni e Tettamanzi, oltre che ad essere una vera e propria violazione dei principi costituzionali, è un vero e proprio schiaffo alle esigenze concrete dei cittadini lombardi, che più che di conforto spirituale (assurdamente pagato da un ente pubblico!) hanno bisogno che la sanità funzioni, che i ticket vengano aboliti, che le attese per le visite diagnostiche non siano così lunghe come lo sono attualmente.

‘acccordo sui cappellani arruolati e pagati dalla Regione, è un atto gravissimo che lede i diritti individuali di credenti e non, che non vogliono essere complici di un uso strumentale della fede a fini politici.

Aurelio Mancuso
Segretario nazionale Arcigay

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Da "La Repubblica" del 22.03.05 di GIUSEPPINA PIANO
Mancuso: "Anche noi gay vogliamo nostri rappresentanti nelle istituzioni"
Il Segretario nazionale dell´Arcigay è in lista con i Ds ma ha sostenitori bipartisan
L´INTERVISTA

«Vogliamo avere nostri rappresentati nelle istituzioni perché altrimenti le cose per noi non cambiano. È la nostra gente che ce lo chiede, vuole sapere quando migliorerà la nostra vita». Aurelio Mancuso è uno delle centinaia di candidati al consiglio regionale lombardo. Ma non è un candidato qualunque. Segretario nazionale dell´Arcigay, schierato dai Ds nella lista Uniti nell´Ulivo, ha incassato un manifesto a sostegno della sua elezione firmato da gente di destra e di sinistra, da Alessandro Cecchi Paone a Vladimir Luxuria. Perché sia lui a battersi al Pirellone per «la tutela del diritto di ciascuno ad agire in libertà».

Mancuso, volete portare il matrimonio tra omosessuali in Lombardia?

«Assolutamente no. Anche a livello nazionale non è il matrimonio che chiede oggi il movimento ma il patto civile di solidarietà. Riconoscerlo spetta alla legislazione nazionale e non regionale».

Cosa può fare allora un consigliere regionale per migliorare la vita degli omosessuali?

«In altre regioni siamo riusciti a far inserire negli statuti regionali il riconoscimento di tutte le coppie di fatto con pari diritti. La Lombardia non ha ancora discusso lo statuto regionale, e noi vorremmo batterci perché anche qui si riconosca questo principio».

E avrebbe qualche effetto concreto?

«Significherebbe che tutte le leggi della Regione dovrebbero uniformarsi. Le faccio qualche esempio: hanno diritto alle case popolari tutte le coppie, e così alle facilitazioni per avere il mutuo per comprare casa. Ma lo sa che la comunità gay e lesbica milanese è la più grande d´Italia ma non ha alcun tipo di sostegno dalla Regione? Abbiamo un consultorio, il telefono amico, facciamo attività culturali. Ma in Lombardia non abbiamo mai avuto alcun finanziamento».

Vuole dire che questa Regione discrimina la comunità gay?

«Formigoni in questi anni ha deciso di sostenere una logica ideologica della famiglia di tipo cattolico integralista. Non ha fatto assolutamente nulla per noi».


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