Zapatero non abita a Piacenza

  

“Matrimoni ed adozioni per le coppie gay? No grazie”. Ed anche una star come Elton John, che ha appena annunciato i suoi prossimi fiori d’arancio col compagno David — a Piacenza continuerebbe ad essere apprezzato più per le indimenticabili note di Blue Eyes che per le sue scelte di vita.

Piacenza

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Mentre la “soluzione Zapatero” — con cui la cattolicissima Spagna si candida a diventare uno dei paesi europei più radicali nel campo dei riconoscimenti dei diritti gay — incassa dai piacentini un variopinto bouquet di bocciature, anche se le eccezioni non mancano, provenienti dall’ala più giovane degli intervistati, in tema di Patti civili di solidarietà (Pacs) anche se non di adozioni. Matrimoni ed adozioni da parte di persone dello stesso sesso?

“Sono contraria — risponde Rosa Giocoli — al discorso delle adozioni, un bimbo ha bisogno di un padre e di una madre”. Unione legalmente riconosciute tra gay? “Fuori discussione anche questo, la parola “matrimonio”, spiega la piacentina, ha senso tra un uomo e una donna”. “Rispetto le scelte di tutti — interviene una giovana mamma, Cristiana Ratti — ma sono contraria all’adozione di bambini da parte di coppie gay. Di conseguenza, a cosa servirebbe il matrimonio? Può essere vero quando qualcuno afferma, dei bambini abbandonati “meglio accolti da una coppia che in orfanotrofio”. Ma quando saranno grandi?”, si interroga.

L’idea dei fiori d’arancio tra persone omosessuali coagula consensi tra giovani e giovanissimi. Ma anche qui, resta al palo il progetto di adozione. “Sul matrimonio fra gay — dice Davide Lamola — non ho problemi, anche se in Italia mi sembra una soluzione difficile a realizzarsi per la presenza del Vaticano”. “Quanto al discorso dell’adozione — prosegue il giovane — ecco, questo sarà da considerare con molta attenzione”. Sulla stessa linea tre giovanissime: Giorgia Squeri e Giulia Signaroldi (“apertura nei confronti delle unioni gay, no al discorso dei figli”), Elena Fiori (“non sono contraria al matrimonio, resto sfavorevole all’adozione, un bambino ha bisogno di un padre e di una madre”). Mentre permane compatto il fronte del “no” a tutto campo: “Rispetto le persone omosessuali — dichiara Antonella Rossi — ma sposarsi, no”.

“Io — ci tiene a mettere in evidenza un altro degli intervistati, Francesco Brundo — non ho nulla contro i gay, però il matrimonio e soprattutto l’adozione di bambini mi trovano contrario”. “Non mi convince — è dell’avviso il giovane Matteo Sverzellati — quanto sta avvenendo in Spagna, e cioè il riconoscimento di una concezione di famiglia che mi pare davvero poco ortodossa”. “Assolutamente sfavorevole”, si dice Mino Silva: “Uso lo stesso ragionamento adottato anni fa nella discussione con un prete che, del sacerdozio, sosteneva essere una forma ideale di vita. Mi parve una sciocchezza: “Finiremmo tutti preti”, dicevo. “Oggi, portando al limite estremo la teoria — la sorridente provocazione di Silva — direi che l’umanità rischierebbe di scomparire, solo coppie gay”.

L’ARCIGAY SI SCHIERA: “NO AL TUTTO E SUBITO, SI ALLE UNIONI DI FATTO”

Ci sarà anche l’Arcigay di Piacenza a Roma, il prossimo 21 maggio, in occasione del Pacs Day, quando decine di coppie di fatto — omosessuali ed eterosessuali — si riuniranno in municipio per apporre una firma simbolica al registro di un Pacs che ancora, in Italia, non ha diritto di cittadinanza. “Contrariamente alla scelta spagnola, che tuttavia ci ha dato fiducia — dichiara Chiara Barbieri, presidente dell’Arcigay di Piacenza — in Italia non puntiamo al “tutto e subito”. Oggi chiediamo il riconoscimento per le unioni di fatto, i cosiddetti “patti civili di solidarietà” che l’Italia, ormai tra i pochissimi Paesi Europei, non ha ancora consentito”. La soluzione spagnola? “Il nostro paese non è pronto ad una simile prospettiva — ammette la presidente dell’Arcigay piacentina — e ciò che da noi viene richiesto non mette in discussione il concetto tradizionale di famiglia e neanche quello di matrimonio , ed è anche per ciò che al momento abbiamo accantonato la richiesta di adozioni”. Nel Pacs, fortemente voluto dalla comunità omosessuale sull’onda di quanto già avviato altrove, per esempio in Francia (riconoscimento delle unioni di fatto, omo ma anche etero), la stessa comunità intravede la conquista di diritti finora negati: “Ad esempio — spiega la Barbieri — quello di assistere il proprio partner in ospedale, la possibilità di ereditare un bene acquistato insieme, oppure il diritto alla cittadinanza, nel caso uno dei due conviventi sia straniero”.

DON BAVAGNOLI: E’ GIUSTO TUTELARE I CONVIVENTI. E LA BRUSCHINI: GUARDARE AL MODELLO FRANCESE

“L’unico matrimonio possibile è quello fra un uomo e una donna. Ma, nel caso di coppie conviventi, non sono contrario che lo Stato possa tutelarne i diritti, senza che per questo si debba mettere in campo la parola “matrimonio”. A parlare è don Gigi Bavagnoli, parroco del Preziosissimo Sangue. Don Gigi chiarisce, su un argomento — quello dei patti di solidarietà e della tutela civile delle coppie di fatto, etero ed omo — che ha creato increspature anche nell’orizzonte del Centro Sinistra italiano, dopo il niet di Romano Prodi a quella che sarà, con tutta probabilità, la nuova legge spagnola in tema di matrimoni gay e di adozioni: “L’unico matrimonio possibile — torna a ribadire il parroco piacentino — è e resta quello tra un uomo e una donna, ed è quello che ha valore sacramentale”. “D’altro canto — ammette — se ci sono persone conviventi, lo Stato dovrà salvaguardarne i diritti. Per questo patto di aiuto reciproco, in cui potrebbero essere stati messi insieme anche dei beni materiali, a prescindere quindi dal rapporto affettivo che esiste o meno tra le due persone lo Stato dovrebbe intervenire, al fine di tutelarne i diritti”. “Ma ciò — evidenzia nuovamente — non è chiedere e parlare di matrimonio”. “Inaccettabile”, infine, per il religioso piacentino, l’adozione di figli da parte di coppie gay.

Esportabilità del modello spagnolo in Italia? No, ma di quello francese, i Pacs, certamente sì, secondo l’Assessore del Comune di Piacenza Manuela Bruschini. “Sia l’Italia che la Spagna — spiega la Bruschini — hanno forti influenze cattoliche ma la società spagnola da maggior tempo ha imboccato scelte più diversificate rispetto alla tradizione. Credo che per il nostro paese la grande battaglia su cui puntare sia quella destinata al riconoscimento delle unioni civili, i Pacs, per le coppie di fatto, etero o omosessuali che siano”. “Questa è la frontiera più avanzata dei diritti civili, perchè dà dignità a cambiamenti già avvenuti nel Paese”, aggiunge la Bruschini, personalmente non contraria anche alla soluzione più radicale, quella del matrimonio tra gay. Molta prudenza, invece, sul versante adozioni: “Credo — avverte l’assessore — che si tratti di un tema molto delicato, che impone di tenere conto delle esigenze di tutti, soprattutto dal punto di vista dei bambini. Saranno quindi necessari dialogo e riflessione sull’argomento, senza sposare questa o quella bandiera ideologica, ma con l’obiettivo prioritario della salvaguardia dei diritti dei bambini”.


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