L’Abruzzo segua l’esempio delle altre regioni

  

“Non si capisce perché una coppia omosessuale o eterosessuale non sposata, in cui uno dei due si ammali e necessiti di cure, in Abruzzo non possa ricevere un sostegno da parte della comunità regionale come già succede in altre regioni italiane. La scelta di non riconoscere pari dignità sociale e pari diritti ai cittadini omosessuali ed eterosessuali che convivono in unioni familiari diverse dal matrimonio, appare contraria ai principi di giustizia e solidarietà”. Così il presidente nazionale di Arcigay, Sergio Lo Giudice, commenta la notizia della bocciatura, da parte della commissione Statuto della Regione Abruzzo, di un emendamento per il riconoscimento delle coppie di fatto nello Statuto regionale.

“Esistono già altre regioni, tra cui l’Emilia Romagna, l’Umbria, la Toscana — continua Lo Giudice — i cui statuti riconoscono le convivenze familiari diverse dal matrimonio. All’amarezza si aggiunge la sorpresa nell’apprendere che all’esito del voto hanno concorso anche consiglieri di partiti di centrosinistra come la Margherita e l’Udeur. Questi consiglieri si pongono, con il loro voto, al di fuori del riformismo europeo."

“Anche in assenza di una legge nazionale in materia, come è stato concretamente mostrato in altre parti d’Italia, le Amministrazioni regionali possono contribuire a ridurre l’ineguaglianza tra le persone e le famiglie omosessuali ed eterosessuali, con provvedimenti di sostegno alle unioni più povere, o quelle che si fanno carico di una persona malata”.


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