“Niente proteste, solo richieste”

  
PACS boy

ROMA – Un corteo multicolore scandito da musica, balli, slogan e palloncini: il Gay Pride 2006 di Roma è partito da piazza della Repubblica, destinazione Circo Massimo, in testa lo striscione "Di tutto, di più", noto slogan della Rai. E in effetti il primo carro allegorico propone un enorme studio televisivo, con tre canali: GayUno, GayDue e GayTre, con il "Telegiornale del futuro". La manifestazione romana si svolge nello stesso giorno in cui ‘orgoglio omosessuale sfila anche a Parigi (circa 800 mila persone), a Zagabria, Lisbona, Valencia e nella città olandese di Zwolle (50 mila dimostranti).

Allegria e autoironia fra i circa 30mila partecipanti (secondo gli organizzatori), ma anche rivendicazioni precise: "Questo – spiega Fabrizio Marrazzo, presidente del’Arcigay di Roma – non è un pride di protesta ma di richieste: pari diritti per gay e lesbiche con ‘introduzione di pacs e matrimoni omosessuali, una legge contro le discriminazioni e una che tuteli i transessuali permettendo loro il cambio dei dati anagrafici anche prima del’operazione. Speriamo che il governo e le amministrazioni ci diano risposte".

Tra i presenti, alla testa del corteo, Vladimir Luxuria (Rifondazione comunista) che festeggia: "’ il mio quarantunesimo compleanno e il dodicesimo gay pride a Roma. ‘ultimo in cui chiediamo le unioni civili. Lo prendo come impegno, in qualità di parlamentare, perché il prossimo pride festeggeremo le unioni civili".

Fra gli altri, anche il parlamentare Ds Nicola Zingaretti ("Essere qui dimostra ‘ennesima necessità sul terreno dei diritti civili: non va fatto neanche un passo indietro"), ‘assessore capitolino alle Pari opportunità, Mariella Gramaglia ("’è ancora tanto da fare contro ‘omofobia e il pregiudizio"), ‘assessore regionale al Bilancio del Lazio Luigi Nieri.

Ma sono i carri ad attirare le maggiori attenzioni: quello del Circolo Mario Mieli-Muccassassina, chiamato "Alegria", che ospita una grande festa brasiliana con drag queen, transessuali, go-go boys e mamme lesbiche. Poi ci sono i carri degli "Orsi" e dei "Leather" e quello intitolato "No Censure", con sagome di eroine di telefilm e cartoni animati. Debutto per il carro con i colori della bandiera russa: un omaggio al Gay Pride di Mosca, svoltosi un mese fa, durante il quale i manifestanti sono stati aggrediti e arrestati.


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