Quando i Generali non hanno gli Stati

  

Dalla capitale d’Italia un gruppo d’associazioni, fra cui alcune autorevoli, ha deciso di convocare, per il 30 settembre, gli Stati Generali del movimento lgbt.

Tema dell’incontro: sconosciuto. Indicazioni politiche e programmatiche: sconosciute. Volontà di costruire un percorso condiviso: non pervenuta, visto che Arcigay ed Arcilesbica (per chi è neofita le due sigle più importanti del movimento) non sono state nemmeno avvertite da una telefonata di cortesia.

Ma si sa i tempi non sono quelli dei bizantinismi diplomatici, i Generali sono partiti e, quindi, risuonino le trombe e si ammassino le truppe.

Scusandosi per l’indegno parallelismo guerresco (ancora una volta dobbiamo assistere all’ennesima strage d’innocenti in Medio Oriente…), ci verrebbe da chiedere: ma questi Generali per quale battaglia si stanno per impegnare?

Soprattutto, mentre giustamente i più si godono le meritate vacanze, come mai parte una missiva romana a tutto il movimento con la volontà provocatoria di escludere, nella predisposizione di quest’evento nazionale, proprio chi per sua natura e struttura nazionale lo è?

Sono giunte, come rumori di fondo, le solite invettive di alcune persone che chiedono a viva voce la scomparsa di Arcigay e, la nascita finalmente di un nuovo plurale soggetto lgbt. Insomma, questa chiamata al solito concistoro fintamente orizzontale (chi rappresenta che cosa?) nasconde forse una volontà di ritentare strade del passato? O si tratta del tentativo di spostare l’oggettiva egemonia (categoria classica dei rapporti tra soggetti anche non volutamente concorrenti) ad altri soggetti rispetto ad Arcigay ed Arcilesbica?

Le risposte non si possono anticipare, anche perché la convocazione dai toni apparentemente concilianti, non descrive su cosa bisognerebbe confrontarsi (sul documento del Pride Nazionale di Torino o su quello del Pride di Roma?), quali sarebbero le finalità dell’incontro ed eventualmente, chi sarebbe titolato e in quali forme di rappresentatività a deliberare.

Si sente, in questa lettera di convocazione, odore d’antico, di vecchie contese e mai sanate invidie personali; un incontro convocato su odi mai sopiti e storie passate di cui veramente nessuno (almeno chi ha un po’ di sale in zucca) vuol più sentir parlare.

Arcigay è ancora una volta trattata come una matrigna, cui si addossano tutte le disgrazie del movimento e cui non si riconosce mai ruolo che gli è proprio, in altre parole quello d’essere la più grand’associazione nazionale gay.

Quest’atteggiamento è ormai diventato intollerabile ed offensivo verso le migliaia di volontari e volontarie che garantiscono il funzionamento di una rete di 40 Comitati Provinciali, che rappresenta l’ossatura organizzativa e politica del movimento. Una rete che negli ultimi anni ha avuto un’espansione straordinaria, con la partecipazione di tantissim* ragazze e ragazzi, che fanno vivere nel concreto un rinnovamento e una trasformazione di cui, andiamo giustamente orgogliosi, ma che evidentemente (ed incredibilmente) rende nervose molte altre sigle del movimento.

Purtroppo la generosità e la solidarietà non sono valori diffusi dentro l’arcipelago italiano lgbt, perché altrimenti oggi non saremmo posti di fronte a tentativi, come quello della convocazione degli Stati Generali, che non è il frutto di un rigoglioso, aperto e unitario dibattito, ma è una proposta nata per escludere, aumentare il conflitto, conservare aridi orticelli.

Manca a questi Generali, una visione nazionale, nel senso più fertile del termine, ovvero la capacità di riconoscere le tante pluralità e specificità territoriali, politiche e culturali, che certo hanno come riferimento anche le grandi città, ma che hanno saputo costruire nelle loro quotidianità gruppi, strumenti, servizi, che hanno fatto emergere dalla clandestinità migliaia di gay e di lesbiche.

Non essere rispettosi della stessa natura di Arcigay significa non voler mettersi in ascolto e in relazione, con il più importante patrimonio nazionale del movimento.

Arcigay è un’agora cui tutti e tutte possono accedere, celebra (come Arcilesbica e poche altre sigle), pubblicamente i suoi Congressi; le regole democratiche sono frutto di un processo decisionale che avviene alla luce del sole, le sue iniziative, proposte e manifestazioni, sono visibili in tutto il territorio, ha un bilancio contabile consultabile da tutt* i soc*, ecc. C’è persino chi (sarebbe una notizia divertente, se non fosse disgustosa), chi si eretto a giudice del movimento, dichiarando in una pubblica riunione che i dirigenti nazionali di Arcigay non la possono rappresentare nelle assemblee lgbt! La psichiatria potrebbe aiutare molto a svelare queste esplosioni di razionalità politica…

Può darsi (come è auspicabile) che dopo le vacanze agostane, i promotori di quest’incontro si accorgano, che forse si è passato il segno. Allora sarà possibile, rimettendo tutto in discussione, avviare un sereno e proficuo confronto, che porti realmente a fare passi in avanti.

In questo senso, lo spirito unitario, l’equilibrio e la ricerca di punti di incontro, tipici della prassi politica di Arcigay, potranno essere messi a disposizione di molti altri, che forse, oggi prediligono le scaramucce da cortile, in cui li lasciamo volentieri cimentare, magari nei panni dei Generali.


La convocazione del 4 agosto 2006

Roma, 4 agosto 2006

CONVOCAZIONE DEGLI STATI GENERALI

Carissim*,
come era stato da più parti auspicato durante le riunioni del Coordinamento del RomaPride 2006, le Associazioni glbt romane ritengono sia giunto il momento per una seria e concreta riflessione di tutto il movimento glbt italiano, che si interroghi sulle posizioni politiche che sono emerse nel corso del 2006, in un sincero e costruttivo confronto che comprenda tutt*. Pensiamo anche che questa necessità, da noi avvertita, sia peraltro sentita e auspicata da più parti, viste anche le esperienze positive delle manifestazioni di quest’anno (TuttiInPacs, No Vat, il Torino Pride e il Roma Pride) e gli scambi interessanti di idee e proposte avvenuti sotto varie forme nel corso di tutto l’anno.

Per questo motivo proponiamo a tutte le realtà glbt italiane una vera e propria “convocazione” degli Stati Generali per sabato 30 settembre 2006 a Roma.

Ci auspichiamo la partecipazione di tutt* affinché si rifletta sui contenuti politici che il movimento vuole porsi in maniera unitaria e sui prossimi appuntamenti che ci attendono per il 2007, tra i quali di fondamentale importanza il Pride.

Restiamo in attesa di una vostra conferma di adesione all’iniziativa.
Un cordiale saluto a tutt*.

Il Comitato Promotore Romano:

Arcitrans Roma
Cgil Ufficio Nuovi Diritti Roma e Lazio
Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli
Comog Lazio
Comitato Etero Pro Omo
DiGay Project
Epicentro Ursino Romano
Gay Roma
Gruppo Pesce Roma
Leather Club Roma
No God
Refo

P.S. Tutte le Associazioni che vogliono aderire possono inviare conferma all’e-mail [email protected] . Il Circolo Mario Mieli si farà carico di raccogliere e rigirare le adesioni al Comitato Promotore Romano e a tutte le associazioni glbt italiane.


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