Lettera aperta al Ministro degli Interni

  
Il Ministro degli Interni, Giuliano Amato

Il Ministro degli Interni, Giuliano Amato

Gentile Ministro Giuliano Amato,

i sottoscrittori della seguente lettera Le rivolgono un appello a mettere in campo una serie di interventi per prevenire la violenza nei confronti delle persone Lgbt ( lesbiche, gay, bisessuali e transgender) e promuovere, per quanto di Sua competenza, la loro piena inclusione sociale ed un sereno esercizio dei diritti di cittadinanza.

Ogni anno in Italia vengono assassinate numerose persone omosessuali e transessuali a causa di sentimenti e comportamenti ferocemente omofobici e transfobici. Dal 1990 ad oggi gli omicidi antigay sono stati almeno 150. Numerosi sono anche i casi di persone transessuali uccise, generalmente fondati sulla sopraffazione e svalutazione umana della vittima. A questi fenomeni si aggiungono le innumerevoli violenze fisiche e psicologiche, nella società, in famiglia, a scuola, sul lavoro, che hanno raggiunto il loro massimo grado di violenza con lo stupro avvenuto nei giorni scorsi a Torre del Lago nei confronti di una donna individuata come lesbica.

Le chiediamo un incontro per affrontare in modo efficace questo fenomeno e confrontarci sulle seguenti proposte:

1. Attivazione di un luogo di coordinamento nazionale, anche attraverso l’individuazione di un referente per le questioni lgbt presso il Ministero degli Interni, nella prospettiva di un’azione coordinata fra il Ministero e le organizzazioni rappresentative della popolazione lgbt, come già accade in numerosi paesi dell’Unione europea, dove una corretta relazione fra le forze dell’ordine e la comunità Lgbt è considerata strategica per prevenire fenomeni di violenza.

2. Messa in campo di tavoli territoriali di consultazione fra prefetture e associazioni nelle diverse città italiane.

3. Costruzione di corsi di formazione per le forze di polizia, finalizzati ad una più approfondita conoscenza della comunità Lgbt, delle sue esigenze e stili di vita.

4. Visibilità per le persone lgbt in divisa, ancora oggi spesso oggetto di discriminazioni e di pressioni, e loro valorizzazione come interfaccia fra forze dell’ordine e popolazione lgbt, come avviene da tempo in diversi Paesi europei.

5. Pubblicazione di un Libro bianco sui suicidi e sui delitti anti-lgbt da parte del Centro Studi del Ministero degli Interni.

6. Assicurazione del Ministero sulla definitiva abolizione delle schedatura delle persone lgbt, come presupposto di un rapporto con le forze dell’ordine fondato sulla piena fiducia reciproca.

7. Sostegno ai centri anti-violenza e alle linee di telefono amico sul territorio.

8. Collaborazione col Ministero per i Diritti e le Pari opportunità che ha proposto: una campagna di educazione civica; un osservatorio permanente antiviolenza; un tavolo di confronto tra amministratori, rappresentanze territoriali e associazioni; la riduzione delle attenuanti generiche e ‘innalzamento delle pene minime per i reati concernenti la violenza e la discriminazione fondata sul’identità di genere e sul’orientamento sessuale.

9. Riconoscimento del diritto d’asilo in Italia per i perseguitati a causa dell’orientamento sessuale o dell’identità di genere e misure per agevolare le persone transessuali senza permesso di soggiorno nella denuncia delle violenze ricevute.

10. Varo di una legge contro le discriminazioni motivate dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere, che estenda anche a questi campi le tutele previste dalla legge “Mancino 122/1993 nei confronti di atti di discriminazione, odio o violenza per motivi razziali etnici, nazionali o religiosi.

Roma, 15 settembre 2006
Agedo — Genitori di omosessuali
Arcigay
ArciLesbica
Comitato Torino Pride 2006
Crisalide Azione Trans
Famiglie Arcobaleno
Gay in divisa
Gruppo del Guado — Cristiani omosessuali
MIT — Movimento di Identità Transessuale


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