Le prime testimonianze di OMO-disabili

  

Una quindicina i disabili gay, lesbiche e bisessuali (glb) coinvolti per ora nel progetto “Omo-disabilità — Quale il rapporto tra omosessualità e disabilità?”, coordinato da Arcigay e realizzato in collaborazione con il Centro bolognese di terapia della famiglia, l’associazione Centro documentazione handicap di Bologna ed Handigay di Roma.

OMO-disabilità

OMO-disabilità

“Ma il progetto continua — dice Raffaele Lelleri, responsabile Salute di Arcigay e supervisore dell’indagine – e cerchiamo altre persone che vogliano descrivere la quotidianità, le difficoltà incontrate e le soluzioni adottate nel vivere una sorta di ‘doppia condizione’: essere contemporaneamente disabile ed omo-bisessuale”.

Gli intervistati hanno un’età che varia dai 20 ai 60 anni e provengono principalmente dalle regioni del Nord e del Centro Italia. Il tipo di disabilità è soprattutto fisica, congenita o acquisita; sono però state raccolte storie di vita anche di persone con disabilità sensoriali. Le interviste sono state realizzate con modalità molto diversificate, dalla video-registrazione, all’audio-registrazione, al colloquio ‘virtuale’ attraverso la chat.

Ciò che colpisce maggiormente sono l’invisibilità e l’isolamento, il più delle volte per problemi connessi alla disabilità: ostacoli a spostarsi e a dichiararsi come disabili, difficoltà a fare i conti con il deficit, in una società — anche glb — che enfatizza la prestanza fisica, la giovane età ed un certo tipo di bellezza.

“Ricordo in particolar modo le parole di un intervistato – racconta Lelleri – che ci ha detto: E’ molto diverso se a rivelarsi come gay è un normodotato oppure un disabile. Nel caso del disabile, questa scelta viene considerata dapprima anomala, quindi una stravaganza… Te lo fanno capire, senza parole: una persona disabile non deve pensare al sesso, figurarsi al sesso omosessuale!?!”.

Numerosi i temi trattati nel corso delle interviste, tra cui: il coming out sia dell’omosessualità che della disabilità, l’atteggiamento della famiglia, i punti di riferimento e le amicizie, il ruolo di Internet, i servizi utilizzati ed il rapporto con le istituzioni e l’associazionismo di categoria (sia handicap che omo-bisessuale), l’ambiente di lavoro, la vita affettiva e sessuale, i legami di coppia e la relazione con gli altri.

In un mondo dove le persone glb con disabilità hanno pochissimi spazi di partecipazione, è ancora più importante fare sentire la propria voce. Il nostro obiettivo è comprendere meglio le aspettative e i percorsi di integrazione che si potrebbero attivare, al fine di migliorare il dialogo tra le associazioni. Garantiamo il rispetto della privacy, in ogni caso, e dell’anonimato, se lo si desidera.

Le persone glb con disabilità disposte a farsi intervistare possono contattare, anche tramite sms, il numero

348.5167091

(se è spento lasciare un messaggio in segreteria), oppure scrivere a

[email protected]

Scadenza: fine ottobre 2006.


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