Il governo argini la crociata anti-gay del Vaticano

  

“Chiediamo a Romano Prodi e al suo governo di tutelare la dignità e la libertà dei cittadini italiani omosessuali, di fronte alla pressante campagna diffamatoria del Vaticano e dei vescovi italiani, secondo i quali i problemi delle famiglie di oggi non sono la mancanza e la precarietà del lavoro di tanti giovani, i costi delle case e dei figli, bensì l’azione di fantomatiche lobby contro la famiglia”.

Questo è l’appello del presidente nazionale di Arcigay, Sergio Lo Giudice, in occasione dell’incontro di questo pomeriggio tra i rappresentanti del governo italiano e quelli dei vescovi.

“I vertici della chiesa cattolica — continua Lo Giudice — sono in prima linea ovunque nel mondo, per negare pari dignità e pari diritti alle persone omosessuali. Qui in Italia affinché lo Stato non tratti l’amore di gay e lesbiche con l’umanità con cui tratta quello delle persone eterosessuali, altrove affinché le persone omosessuali continuino ad essere arrestate e perseguite a norma di legge."

"E’ il caso, ad esempio, del Nicaragua, nell’America centrale, dove i vescovi di Papa Ratzinger da mesi si oppongono tenacemente e a viso aperto alla cancellazione dell’articolo 204 del codice penale che condanna alla galera gay e lesbiche. In una lettera ai deputati dell’Assemblea nazionale dello scorso 5 novembre, infatti, i vescovi cattolici del Nicaragua hanno chiesto che ‘si mantenga l’articolo 204 vigente che si riferisce alla sodomia’."

“La continua ingerenza delle gerarchie ecclesiastiche nei processi legislativi della Repubblica esula dai confini della libertà della chiesa cattolica stabiliti dal concordato. Non possono le gerarchie clericali agire come una lobby e conservare gli immensi privilegi concessi loro dal concordato."

"Pretendono che i peccati divetino reati, che le leggi italiane impongano a tutti i cittadini, cattolici e non, comportamenti conformi alla morale sessuale della chiesa, e lo fanno anche grazie alla valanga di soldi che concede loro lo Stato, a spese di tutti i contribuenti, credenti e non, eterosessuali ed omosessuali. Questa situazione non può continuare. Confidiamo nelle massime autorità civili affinché sappiano difendere la laicità della Repubblica.


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