Tutti gli appelli per salvare Pegah

  

Grazie al'interessamento del Ministro Pecoraro Scanio il 28 agosto una delegazione di Arcigay sarà ricevuta dal'ambasciatore inglese a Roma. Il 27 'ambasciata è stata chiusa per festa nazionale ma il 28 'ambasciatore Edward Chaplin si è reso disponibile ad incontrare noi e il Ministro.

Da La Repubblica del 28.08.07

Il sit-in davanti all'ambasciata britannica del 27 agosto

Il sit-in davanti all'ambasciata britannica del 27 agosto

ROMA – Oggi Pegah Emambakhsh non salirà sul volo per Teheran. Il suo rimpatrio è stato di nuovo rinviato. È un segnale incoraggiante, dopo la mobilitazione dell´Italia per salvare la vita alla donna iraniana a cui la Gran Bretagna ha negato l´asilo politico perché non ha saputo dimostrare di essere lesbica. Pegah resta in carcere, nel centro di detenzione di Yarls Wood, vicino Sheffield, ma presto potrebbero arrivare notizie positive sul suo caso da parte delle autorità inglesi. Forse già domani.Il Regno Unito potrà riesaminare la richiesta della donna e decidere di accoglierla in base alla Convenzione di Ginevra, in caso contrario l´Italia può intervenire contro il suo trasferimento in Iran.

«Abbiamo avuto conferma che entro mercoledì dovrebbe arrivare una risposta dal Regno Unito», ha annunciato Matteo Pegoraro, dell´associazione EveryOne, al sit-in organizzato insieme ad Arcigay e Arcilesbica davanti all´ambasciata britannica a Roma per chiedere di salvare l´iraniana da una condanna alla lapidazione. «I ministri italiani stanno lavorando con il premier Brown per gestire al meglio questa situazione», ha aggiunto.

«Giungono i primi segni di schiarita. Il rimpatrio forzato sembra per il momento rinviato», ha scritto in una lettera alla stessa associazione il ministro Barbara Pollastrini, che per prima ha lanciato la proposta di ospitare la Emambakhsh in Italia. «Ciò è dovuto alla sensibilità e alla volontà emerse nello stesso Regno Unito e alla mobilitazione nel nostro Paese di associazioni e personalità di diversi schieramenti politici», ha continuato il ministro dei Diritti e delle pari opportunità. La notizia della nuova sospensione è stata confermata anche dal presidente dell´Arcigay, Aurelio Mancuso. Dopo il nuovo rinvio, «ora si tratta di intervenire perché la vita di Pegah non sia più in pericolo», ha detto invece il ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero.

A favore dell´iraniana è intervenuto anche il vicepresidente della Commissione Ue, Franco Frattini, che ha invitato Londra a far prevalere la tutela della persona. Intanto dal Regno Unito è arrivata una nuova apertura: un incontro oggi tra il ministro dell´Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, il presidente di Arcigay e l´ambasciatore Edwin Chaplin. «Il caso di Pegah è molto grave: quando nei confronti dell´Iran ci sono in gioco interessi economici si arriva a parlare di embargo; in questo caso c´è voluto un movimento dal basso e la grande sensibilità del governo italiano», ha detto il capogruppo dei Verdi alla Camera, Angelo Bonelli.La mobilitazione comunque continua: la vicenda è approdata al Parlamento europeo su iniziativa del Radicale Marco Cappato. E anche Roma si è fatta avanti per accogliere Pegah: «La nostra città – ha detto il sindaco Walter Veltroni – conferma l´impegno a sostenere chi lotta contro tutte le discriminazioni».

E anche i media inglesi – come il Guardian e la Bbc – iniziano a dare risalto alla vicenda, mentre sui siti arrivano nuove adesioni alla campagna per salvare Pegah. Su Uk gay news, dove è stato pubblicato un articolo che criticava l´espulsione dell´iraniana dal titolo «Ashamed to be british» («Vergogna di essere inglesi») ieri si raccontava che l´Italia è pronta a offrirle asilo.


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