Tempo di autocritrica e nuova energia

  

Il Comitato provinciale perugino Arcigay e il Circolo Arcigay Arcilesbica Omphalos di Perugia hanno indetto il 7 marzo 2009 i propri Congressi ed eletto un nuovo Consiglio Direttivo per ognuna delle due associazioni.

Presente ai lavori Maria Pia Serlupini, consigliere comunale di Perugia e delegata per le politiche delle differenze e delle pari opportunità, la quale ha salutato i presenti e assicurato la solidarietà del sindaco uscente e di Vladimiro Boccali, candidato sindaco.

Gian Pietro Bucciarelli, Presidente uscente del Comitato provinciale perugino Arcigay ha ricordato la lenta e lunga strada percorsa fin qui dall’associazionismo omosessuale a Perugia.
“Purtroppo il momento storico non ci aiuta – ha sottolineato – infatti rispetto a due anni fa siamo passati dalla discussione del riconoscimento di diritti di cittadinanza al rimettere in dubbio la sacrosanta naturalezza dell’orientamento sessuale di tipo omosessuale”. Secondo Bucciarelli è necessario un esercizio di seria autocritica interna al movimento omosessuale. “Questa involuzione del sentire collettivo – ha precisato – ci ha trovati impreparati. Pensavamo che nonostante la mancanza di una legislazione adeguata, le nostre battaglie di questi anni avessero fatto evolvere questo nostro Paese”. E invece no: oggi più che mai c’è chi sostiene in modo impune la natura patologica dell’omosessualità, (anche se in questi termini espressivi non hanno ancora avuto la faccia di dirlo, per ora), e si moltiplicano quanti credono che le terapie cosiddette riparative possano portare i gay infelici fuori da questa dimensione. Sanno tutti che chi vive una forma di infelicità legata al proprio orientamento sessuale è semplicemente vittima di quella stigmatizzazione sociale che si chiama omofobia. Chi si sente trattare da frocio e pertanto da inferiore, o teme che succeda, può finire col detestare se stesso e la sua sessualità ma si tratta di vittime dell’omofobia. Non loro sono sbagliati e nemmeno la loro “inguaribile” omosessualità, ma chi semina in loro il dubbio di non essere come la natura vorrebbe.

In questa direzione il Comitato e il Circolo Arcigay di Perugia hanno molto lavorato in questi anni organizzando manifestazioni contro l’omofobia, proponendo punti informativi per le strade, allestendo una mediateca a tematica omosessuale e trans presso la sede di via della Pallotta, commemorando le vittime della violenza anti-transessuale, partecipando agli eventi del Giorno della Memoria, organizzando molte e molte manifestazioni pubbliche tese a dimostrare che la minoranza omosessuale, a Perugia e dovunque, contribuisce ad arricchire di valori la società tutta intera.

Al Congresso perugino di Arcigay ha partecipato anche Aurelio Mancuso, Presidente nazionale dell’associazione, secondo cui è ora di stringere nuove alleanze nella società civile. “La battaglia della famiglia Englaro – ha spiegato – è anche la nostra. Arrivare ad una legge che ci permetta di rifiutare l’accanimento terapeutico è sinonimo di allargamento di diritti sociali e civili. Si tratta di una battaglia parallela e congiunta alla nostra”. Secondo il Presidente nazionale di Arcigay bisogna anche incominciare a considerare il prossimo Pride nazionale, che avrà luogo a Genova in giugno, come una grande occasione di promozione civile e sociale. “È finito il tempo – ha sottolineato – delle rivendicazioni e delle ostentazioni. Quel tempo c’è stato ma si è esaurito. Ora è il momento della responsabilità. La nostra. Le persone omosessuali devono riconoscere che c’è bisogno di visibilità e di consapevolezza”. Mancuso ha preferito segnalare che non desidera un movimento omosessuale “che assomigli a un convento ma sono stufo di gente che si sente gay o lesbica solo in discoteca, in sauna, nei circoli ricreativi privati”.

In realtà, secondo Aurelio Mancuso, in Italia manca un movimento omosessuale vero. “Siamo qualche milione di persone – ha insistito – ma non siamo un movimento. La nostra forza è individuale: è ora di tradurre la nostra energia di singoli in un vero gruppo di pressione coordinata. Dobbiamo diventare una lobby o non arriveremo a nulla”.
Nonostante i molti cambiamenti sociali che questo Paese ha conosciuto nel corso degli ultimi decenni, e fatti salvi i meriti indiscutibili che Arcigay ha avuto in questo percorso, Aurelio Mancuso non ha mancato di notare che “purtroppo la nostra associazione per troppi anni ha inseguito la politica senza avere niente in cambio”. Dall’anno scorso, con lo slogan “distinti, distanti”, Arcigay ha deciso di smarcarsi completamente dalla politica dei partiti. Tuttavia a Perugia è riconosciuto che Vladimiro Boccali è stato sempre molto vicino alle associazioni omosessuali cittadine, non ha mai fatto mancare la sua solidarietà e ha fatto sempre seguire i fatti ad ogni parola spesa. Qui, il Comitato provinciale perugino Arcigay e il Circolo Arcigay Arcilesbica Omphalos sostengono senza esitazioni la politica del candidato sindaco Boccali.
Intanto secondo Aurelio Mancuso, tutto l’associazionismo omosessuale in Italia ha bisogno di “giovani energie e nuove idee”.

A Perugia si comincia dal nuovo consiglio direttivo del Comitato provinciale Arcigay: Gianpietro Bucciarelli, (presidente), Vanna d’Alfonsi, (vice presidente e consigliere nazionale), Lorenzo Starnini, (consigliere e consigliere nazionale), Daniele Paoletti, (segretario), Tisza Lancioni, (tesoriere), Roberto Mauri, (consigliere con delega Ufficio stampa), Elisabetta Marzi, (consigliere con delega Gruppo giovani), Emidio Albertini, (consigliere con delega Salute), Patrizia Stefani, (consigliere).

Il Circolo Arcigay Arcilesbica Omphalos invece, vede fra gli altri nel nuovo Consiglio Direttivo: Patrizia Stefani, (presidente), GianPietro Bucciarelli, (vice presidente), Giuliana Foca, (consigliere con delega tematiche Trans e Arcilesbica), Stefano Castelli e Margherita Magrini, (consiglieri con delega Attività ricreative), Stefano Bianchini, (consigliere con delega Cultura).


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