NEW YORK – Le nozze gay arrivano anche a New York: il governatore David Paterson ha presentato una proposta di legge per «l’eguaglianza di matrimonio» che, una volta approvata, legalizzerà le unioni tra persone dello stesso sesso. Se la proposta andrà in porto entro la fine dell’anno, come ha auspicato Paterson, New York diventerà il quinto Stato ad aver legalizzato i matrimoni gay dopo Massachusetts, Connecticut, Iowa e Vermont.
SCOMMESSA POLITICA – Nel perorare la causa – quella appunto degli omosessuali residenti nello stato di New York che sperano di vedere riconosciuto il diritto di sposarsi – Paterson ha spiegato che le coppie di gay e lesbiche non usufruiscono di almeno 1.350 forme di tutela, in quanto non possono unirsi in matrimonio. Il governatore spera dunque di includere New York nella lista degli Stati in cui è avvenuta la legalizzazione delle nozze tra gay. Si tratta di una decisione cruciale, che ha tutte le caratteristiche di una scommessa politica, visto che il tasso di approvazione di Paterson è sceso addirittura sotto il 20%. Ha però un asso nella manica: il momento sembra propizio, viste le recenti vittorie dello Iowa e del Vermont, e visto anche che altri Stati americani stanno percorrendo la stessa strada. Tra questi ci sono il New Jersey, il Maine e il New Hampshire. «Sto proponendo un disegno di legge per garantire l’eguaglianza nei matrimoni nello stato di New York» ha annunciato il governatore, affiancato dal sindaco Michael Bloomberg e dal presidente del consiglio comunale Christine Quinn, omosessuale. La proposta è la stessa che l’assemblea dello stato passò nel 2007, ma che venne poi bloccata al Senato, allora controllato dalla maggioranza repubblicana. Ora i tempi sono cambiati, in quanto sono i democratici ad avere la meglio sul Senato. E il governatore ha fatto un paragone tra la battaglia per eliminare la schiavitù nel diciannovesimo secolo a quella attuale, volta a consentire i matrimoni tra gay: «I diritti non dovrebbero essere soffocati dalla paura. Quanto dovremmo capire è che il silenzio non è la risposta alle ingiustizie. E se non agiremo, sicuramente perderemo».
RELIGIOSI IN TRINCEA – Il percorso non sarà affatto semplice, e il senatore Ruben Diaz del Bronx, contrario all’iniziativa, ha già organizzato un incontro con alcuni leader religiosi, sperando di poter bloccare la proposta. Pastore evangelico, Diaz ha definito l’annuncio di Paterson «irrispettoso», in quanto la notizia del piano del governatore, ha fatto notare, è arrivata nella stessa settimana in cui l’arcivescovo Timothy Dolan si è insediato nella città di New York. «È come ridere in faccia al nuovo arcivescovo – ha detto Diaz -. In definitiva, gli ebrei hanno appena finito di celebrare la loro settimana santa. I cattolici hanno appena ricevuto un nuovo arcivescovo. I cristiani evangelici hanno appena celebrato il Venerdì Santo e la resurrezione. E lui viene fuori con una proposta del genere? È una sfida che il governatore ha deciso di lanciare a ogni singolo cittadino religioso dello stato di New York ed è arrivato per noi il momento di accettarla».
I CASI PRECEDENTI – Diversa l’atmosfera tra gli omosessuali americani, che continuano a sperare nell’inizio di una nuova era. L’ultima volta che le coppie gay hanno esultato è stato il 7 aprile 2009, quando il Vermont è riuscito ad aggirare il veto del governatore repubblicano Jim Douglas. Appena qualche giorno prima, il 3 aprile, la Corte Suprema aveva votato all’unanimità per legalizzare anche qui le nozze tra persone dello stesso sesso. Gli altri due sono stati il Massachusetts, in cui il matrimonio tra omosessuali è stato legalizzato nel 2004 e il Connecticut, grazie alla decisione della Corte Suprema di legalizzare i matrimoni tra gay il 10 ottobre del 2008. La questione delle nozze gay continua a dividere comunque gli Usa e diversi Stati hanno introdotto degli emendamenti alle costituzioni locali per specificare che il matrimonio è solo «l’unione fra un uomo e una donna».
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