Pride: Per Rafforzare Identità Deve Esprimersi

  

Quest’anno la manifestazione dell’orgoglio italiana ha due portavoce molto diversi tra loro per storia personale e di attivismo. Li abbiamo intervistati in un colloquio incrociato, chiedendo loro alcuni buoni motivi per scendere in strada il 27 giugno

Fonte www.gay.tv

1) Alberto, la tua storia politica nasce e si sviluppa nell’UDC, non proprio un partito amico dei gay e delle lesbiche. Cosa ti ha portato in 6 mesi a denunciare l’omofobia tra i tuoi ex-compagni di lotta politica e a diventare il portavoce del Pride nazionale?

L’annuncio del Pride Nazionale nella mia città mi ha portato al mio coming out sugli organi di stampa convinto che anche in un partito e soprattutto in un partito che si rifacesse ai valori cristiani e riferendosi a quelli, fosse possibile e necessario aprire un dibattito sull’amore.
Purtroppo invece il mio partito ha deciso di isolarmi e parallelamente in comitato organizzatore del pride che già aveva dato inizio ai lavori mi ha chiesto di fare il portavoce, questo incarico mi inorgoglisce perchè mi permette di dare un contributo nella battaglia per i diritti lgbtqi.

2) Alberto, come è vissuta l’omosessualità a livello personale nella politica genovese?

Ovviamente la politica è uno spaccato della società, all’interno ci sono persone gay, eterossessuali, lesbiche. Come succede spesso nel nostro paese molti politici lgbtqi non hanno il coraggio di dichiararsi.
Nei “palazzi” il fatto che alcuni politici siano omosessuali, in qualsiasi schieramento essi siano, non comporta nessun tipo di problema. Le questioni nascono solo quando si prendono delle posizioni pubbliche.

3) Lilia, qual è la tua storia di attivista lesbica in una città piuttosto chiusa come Genova?

Difficile, come quella di molte altre attiviste in questa città, che favorisce poco la visibilità e tende a creare e mantenere clan piuttosto che a stimolare il formarsi di una comunità.
La speranza è che il Pride abbia definitivamente dato una svolta. In effetti si sono formati due nuovi gruppi lesbici e la rete donne Arcigay si è rafforzata, mentre purtroppo ArciLesbica è in via di “restauro”… in ogni caso considero questo fermento positivo rispetto alla stagnazione precedente.

4) Lilia, non credi che spesso il movimento LGBTQI italiano sia troppo sbilanciato verso quella G, trascurando talvolta la componente femminile che rappresenti?

Sì, esattamente come tutta la società che, non dimentichiamolo, è ancora patriarcale, sebbene si dia vesti più soft per rappresentarsi. Linguaggio, simboli, immaginario, tutto rimanda al maschile e a un “neutro” che neutro non è per niente. Il mondo gay sconta una buona dose di machismo e misoginia che è tenuto a superare come tutta la parte maschile dell’umanità, trovo sia molto normale condividere anche i difetti del resto del mondo, no?

5) Alberto e Lilia, come vivete a Genova? Pensate che sia una città inclusiva? E cosa ha cambiato il percorso di 8 mesi di iniziative culturali in corso?

Lilia: è una città bellissima, che vorrebbe essere più inclusiva, ma deve superare ancora molte timidezze e una scarsa fiducia in se stessa e nella forza delle persone che la abitano… in effetti qui vige la teoria del maniman… una sorta di legge di Murphy alla zeneze per cui si pensa sempre al peggio. Il nostro percorso ha sicuramente cambiato la percezione di molti/e, ma bisogna continuare!

Alberto: Genova storicamente viene descritta come una città chiusa, invece ha dimostrato in tutti questi mesi di accogliere con simpatia e attenzione tutto il percorso del Pride.
L’esempio eclatante è il successo del Genova Pride Village che è stato frequentato tutte le sere da migliaia di persone di ogni estrazione sociale, politica, sessuale, etnica e religiosa realizzando un vero villaggio dell’accoglienza e dell’integrazione.

6) Lilia, sei fidanzata? Come vive una coppia lesbica nell’Italia senza diritti civili?

Magnificamente! E senza diritti sociali poi ancora meglio.
Il precariato del lavoro e la mancanza di riconoscimenti giuridici fa della nostra coppia una continua scommessa… molto romantico, d’accordo, ma sono convinta che anche nella “normalità” che per gli altri è scontata sapremmo trovare il modo di proteggere il lato romantico del rapporto. Quindi: diritti subito! Il romanticismo ce lo mettiamo noi.

7) Alberto, questo Pride vedrà per la prima volta un carro promosso dalla comunità gay migrante. Qual è il valore aggiunto nel coinvolgere persone di differenti culture in una grande manifestazione nazionale?

Credo che sia un grande risultato che finalmente anche nella comunità migranti ci sia questo desiderio di visibilità che oggettivamente, vista anche la direzione delle elezioni politiche italiane ed europee, oggi è più difficile.

8) Lilia, fai un appello a tutte le donne lesbiche e bisessuali a rendersi visibili e a partecipare al Pride.

Lo faccio con un acronimo della parola Pride: Per Rafforzare Identità Deve Esprimersi.
L’orgoglio è importante per tutt*, per le lesbiche, in quanto donne ancora di più, perché rappresenta la riconquista di un’interezza dell’essere che la cultura eterosessista ci ha sottratto da molto, troppo tempo.

9) Alberto, a te lasciamo l’oneroso compito di rivolgere un appello a tutte quelle associazioni e gruppi, non LGBTQI, che sono parte della città e che potrebbero fare parte davvero di quell’Italia che fa la differenza.

Molte associazioni che non fanno parte del movimento lgbtqi ci sono state vicine dall’inizio supportandoci e organizzando iniziative con noi e saranno presenti il 27, tra i tanti l’Arci e la Comunità di San Benedetto al Porto di Don Gallo.
Il 27 giugno a Genova si unirà il popolo dei diritti che ha ben chiaro che ciò che è “diverso” non deve e non può far paura ma deve essere visto come motivo di interesse e crescita della società.

10) Alberto e Lilia, lasciate l’ultimo pensiero a tutti i volontari e le volontarie che in queste settimane hanno reso possibile il Genova Pride Village, le iniziative culturali e che il 27 saranno dietro le quinte per il successo del corteo.

A tutte le volontarie e i volontari non possiamo che dire grazie per tutto il lavoro che si è fatto insieme e per tutti i momenti passati questi mesi, le notti in bianco dietro all’organizzazione dei vari eventi, i momenti divertenti e quelli di tensione, oggi siamo sicuramente tutti emozionatissimi… ci siamo quasi, dopo il 27 avremo più tempo e se riusciamo li inviteremo tutti ad un cena casalinga.

www.genovapride.it

APPUNTAMENTO SABATO 27 GIUGNO ORE 16
IN PIAZZA DEL PRINCIPE!


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