Quel professore omofobo e razzista…

  

Per anni è come se nessuno si fosse accorto di nulla. Per anni gli studenti della facoltà cagliaritana di lingue e letterature straniere hanno portato obbligatoriamente agli esami un libro dal titolo Ambiente, conflitto e sviluppo: le Isole Britanniche nel contesto della globalizzazione (ed. Ecig in tre volumi).

L’autore è il professor Biagini, ordinario di geografia politica. Nelle pagine di quel testo c’è la tesi che la società laicizzata, nata soprattutto per impulso delle isole britanniche, avrebbe portato la decadenza spirituale dell’uomo. Che avrebbe allontanato l’essere umano da Dio. E che alla lunga porterà a una crisi materiale, oltre che spirituale. Qui e là si leggono alcune "cosette" da niente, tipo che Giordano Bruno era “fra le spie che tradivano i fedeli della Chiesa Cattolica per consegnarli al boia“ e che esiste un collegamento tra la sua vicenda e “il disastroso dilagare della dittatura protestante nelle Isole Britanniche“. Oppure che “la spinta centrale di tutta la ricerca di Newton era tutt’altro che scientifica“ e che “ dedito, come Giordano Bruno, alla stregoneria si occupava di esoterismo, alchimia, demonologia, alla ricerca del fantomatico "elisir dell’eterna giovinezza". Gli intrugli che preparava gli servivano appunto per tentare di mantenersi "giovane" in una relazione omosessuale con un matematico svizzero“.

Quel libro – frutto di 23 anni di studio, afferma l’autore – è tutta una crociata contro la modernità, un repertorio di razzismo e omofobia, una inesauribile lista di nemici della spiritualità cattolica che mette insieme l’Illuminismo, “l’omosessualismo” e l’“iperfemminismo”, Darwin e Newton, la scienza e il marxismo, i musulmani e i gay, tutti colpevoli di aver portato l’uomo lontano da Dio e fuori dall’influenza del cattolicesimo.

Ma a un certo punto un gruppo di studenti sbottano e scrivono una lettera per dire che non ne possono più di studiare su quel libro. La indirizzano al consiglio di facoltà di lingue e lettere straniere dell’università cagliaritana. Dopo aver elencato le tesi del professoir Biagini sull’eretico Giordano Bruno “tanto caro agli anticattolici“ e sugli “sciagurati Lumi“, le invettive contro omosessualismo e femminismo (“che porteranno all’estinzione della popolazione dell’Europa Occidentale“), la lettera prosegue: “e questi sono solo alcuni degli innumerevoli insegnamenti impartitici dal professor Biagini tramite il suo testo, indicizzati inspiegabilmente per due esami diversi.

In questa stessa università, "dove si suppone gli studenti vengano ad imparare qualcosa", studenti dei quali si sospetta la basilare capacità di scrivere una lettera, ebbene noi studenti decidiamo di prendere posizione contro questo testo per non essere più costretti a studiare un libro discriminatorio verso varie categorie, così sommario e al contempo dogmatico nel suo giudicare, un volume che faccia un uso così massiccio di un’aggettivazione così tipicizzante e stereotipante“. Gli studenti chiedono che "vengano adottati provvedimenti affinchè lo studente non debba più studiare da un testo fazioso che paralizza il pensiero critico e il contraddittorio, che svilisce la dignità dello studente e dell’insegnamento universitario che dovrebbe ricevere. Precisiamo che la nostra non è una battaglia contro idee o ideologie nè tantomeno verso la libertà di insegnamento del docente ma mira a salvaguardare la trascurata libertà di pensiero del discente. Auspichiamo che la questione si chiuda nella maniera più indolore e illuminata possibile facendo appello all’intelligenza di tutto il consiglio con la speranza che la voce di noi studenti, per troppo tempo colpevolmente sopita e ignorata venga finalmente presa in seria considerazione".

La lettera suscita un piccolo terremoto. Arriva sulla scrivania del preside della facoltà di lingue, Massimo Arcangeli. Legge e approva, stando alle dichiarazioni rilasciate al quotidiano locale Il Sardegna del 27 maggio. Quel libro è "non adeguato“, dice. “Il consiglio di facoltà ha preso atto della lettera trasmessa dagli studenti e ha deciso di investire la questione i consigli di corso, i soli organismi deputati a valutare gli aspetti della didattica – spiega Arcangeli – io ho fatto verbalizzare che quei libri per me non sono congrui, in gran parte non c’entrano nulla con l’insegnamento della politica economica nè con quello della geografia, i rilievi degli studenti sono corretti“. Morale della favola? I testi andrebbero sostituiti “o almeno bisognerebbe indicare un’alternativa“.

Sul caso interviene anche l’Arcigay che a sua volta manda una lettera firmata dal suo presidente Aurelio Mancuso al rettore dell’università cagliaritana prof. Pasquale Mistretta, oltre che al già citato preside di facoltà Massimo Arcangeli. “Con la presente intendo chiedere a questo Ateneo che esprima una posizione e assume i provvedimenti del caso, in merito al comportamento palesemente omofobo del prof. Biagini, il quale nel corso delle proprie lezioni esprime disprezzo nei confronti degli omosessuali, che in un’intervista vengono altresì definiti con l’epiteto "finocchi" e considerati deviati rispetto ad una presunta normalità dettata dalla morale cattolica di cui il suddetto vanta di essere il custode. L’università ha il dovere di vigilare sul rispetto del principio di pari opportunità e non discriminazione, conetti ampiamento tutelati dall’ordinamento giuridico nazionale e comunitario, e soprattutto deve farsi garante del principio di laicità. Il comportamento del professor Biagini, che si ostina a condannare l’omosessualità ed impartire insegnamenti chiaramente intrisi di un forte potenziale omofobico non può essere tollerato“.

Ma l’Arcigay, a tutt’oggi, non ha ricevuto alcuna risposta
, dice a Liberazione il suo responsabile scuola Marco Coppola.

Schierato a favore del prof. Biagini rimane Il Giornale. A difesa del docente il quotidiano (in data 3 giugno) alza il vessillo della libertà di insegnamento, è solo perchè ha scritto un “libro troppo cattolico“ che tira dietro così “tante rogne”. Appunto, cosa c’entra l’omosessualismo con l’insegnamento della geografia? Se non è omofobia questa…


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