Vogliamo esprimere al ragazzo aggredito nella notte tra venerdì e sabato ad Ostia in quanto supposto “frocio e comunista” la nostra piena solidarietà.
Questi continui attacchi nei confronti delle persone che si presume siano omosessuali, cominciano ad assumere aspetti preoccupanti, non solo dal punto di vista della sicurezza e tutela fisica delle persone lgbt. Si sente nell’aria la volontà di alzare lo scontro, di alimentare un certo clima di tensione utilizzando le aggressioni nei confronti di gay veri o presunti, come occasione di visibilità e di prova muscolare di presenza sociale.
Speriamo di sbagliare, ma soprattutto a Roma, per le particolarità politiche e sociali in cui vive la città, non vorremmo che si intensificasse una precisa attività criminale volta a dimostrare una rinnovata capacità di destabilizzazione.
In questo senso alcuni segnali preoccupanti li abbiamo potuti registrare anche in altre città e per queste ragioni, chiediamo che il Ministro degli Interni si esprima pubblicamente e metta in atto tutte le misure adatte a bloccare questi possibili progetti delittuosi.
Rimane nello sfondo il fatto che lo Stato italiano ha dimostrato di non voler affrontare con serietà, con strumenti formativi, culturali e sociali, l’ondata omotransfobica che si è abbattuta sulla comunità lgbt italiana e, di questo la classe politica, di là dalle solite e consunte parole di vicinanza, porta sulle sue spalle l’intera responsabilità.
Aurelio Mancuso, presidente nazionale Arcigay