Insieme ai tre efficienti volontari bolognesi che hanno curato verbalizzazione e redazione web (Katia, Romano e Giada), abbiamo avuto l’onore e l’onere, come staff organizzazione e comunicazione dell’associazione, di partecipare al XIII Congresso nazionale Arcigay a Perugia.
Qui siamo entrati in contatto con il gruppo dei volontari e delle volontarie di Arcigay ArciLesbica Omphalos che dai primi istanti ha saputo contagiarci con quello che è lo spirito più sano che possa esprimere la nostra associazione, un entusiasmo inesauribile che nasce dal piacere di fare le cose insieme.
La complessità del gestire un congresso mai così partecipato, con 200 delegati da 44 comitati diversi, che si è svolto in tre sedi differenti, con tempi serratissimi, è stata letteralmente sbriciolata dalla commovente generosità con cui ragazzi e ragazze di ogni età si sono lanciati senza sconti nel lavorare duramente, affinchè tutto fosse perfetto come di fatto lo è stato.
La coltre di neve che ha imbiancato la città ha raffreddato l’aria, ma l’incredibile calore umano di questo gruppo ci ha davvero scaldato il cuore rendendo più sopportabile il rigore del clima.
Ci siamo emozionati per la capacità di ascolto e di relazione, per quella valorizzazione delle differenze che sa unire le persone, da chi è presente dalla fondazione del circolo nel 1992, a chi dà il suo contributo da poche settimane soltanto.
Abbiamo amato l’umanità profonda e ironica di Mamma Perugia, Patrizia, cuore grande capace di proteggere, infondere orgoglio, ma anche diretta nel criticare quegli aspetti di Arcigay che perdono di vista la relazione tra le persone. Abbiamo ammirato l’efficienza con cui l’inesauribile Giuliana, coordinatrice di volontari e volontarie, riusciva a trovare sempre la soluzione pratica ai problemi, ottimizzando l’apporto di ognuno.
Ci piace eleggere queste due persone a simbolo del gruppo intero, perché siamo sicuri che sapranno ridistrubuire a tutti e tutte il nostro doveroso riconoscimento di gratitudine e ci mettono in salvo dal rischio di dimenticare, ingiustamente, qualcuno.
L’esempio di Perugia è fondamentale quanto semplice e racconta la storia di quella provincia italiana, che costituisce il corpo di Arcigay, la stragrande maggioranza dei nostri comitati, lontani dalla frenesia della vita di metropoli, da una storia a volte troppo ingombrante, dai calcoli della politica, dove le persone sanno raccontarsi, riescono a parlarsi, trovando le une nelle altre il senso del fare associazione.
Muoversi in questo contesto significa mettere al centro le persone con tutte le loro differenti risorse, significa darsi da fare concretamente, fare del gruppo, o se volete chiamatelo famiglia, il motore del cambiamento sociale. La circolarità delle energie crea integrazione. E non è un caso che siano bastate poche ore a noi, per ritrovarci integrati in un’altra associazione, in un altro congresso, libero da sfiducia e pieno di forza propositiva.
Solo mettendo in circolo tra i comitati le buone pratiche ed esperienze, come quella di Perugia, si potrà dare una svolta e dare visibilità alle nostre identità e alle nostre richieste, sentirci meno soli, agire un inarrestabile cambiamento e così essere futuro.
Matteo Ricci [email protected]
Federico Sassoli [email protected]