Esercizi di equilibrismo per il sindaco Merola. La settimana scorsa le sue dichiarazioni a favore delle coppie sposate seguite da immediate critiche da parte del mondo dell’associazionismo gay. Ieri una visita al Cassero per chiarirsi con l’Arcigay e associazioni affini.
Insomma, il desiderio – lodevole – di salvare un rapporto già in odore di crisi e verificare la possibile coesistenza delle reciproche posizioni. Con un calumet della pace: la riattivazione al più presto dell’ufficio anti-discriminazioni. Alla fine, un incontro “positivo” come spiega su Facebook il primo cittadino che ai rappresentanti delle associazioni LGBT ha assicurato che sulle politiche famigliari non intende “allargare politicamente al centro”. E sulla necessità di favorire le coppie sposate rispetto a quelle di fatto: “la questione è prima di tutto culturale e politica – spiega sempre su FB Merola – è un invito ad interrogarsi dal punto di vista etico e politico su come arricchire e fare evolvere la vecchia cultura dei diritti, verso un’idea di diritto-dovere”. “Se la politica dei diritti non consiste solamente nel riconoscimento di beni e nell’attribuzione di risorse e prestazioni altrimenti negate in modo discriminatorio – precisa – dobbiamo porci l’obiettivo, cittadini ed istituzioni, di costruire un nuovo quadro di relazioni democratiche tra le persone e nella società. E ricercare gli strumenti migliori per sostenere le persone che come single, conviventi, in unioni di fatto o sposati, si pongono il tema del diritto a prendersi cura degli altri, riconoscendo le diverse assunzioni di responsabilità.” Insomma, “qualcosa di più” a chi, con un legame “ufficiale” si assumono responsabilità più concrete rispetto a chi sceglie di convivere. Sempre che la convivenza sia una scelta: in questo senso, Merola ha ribadito di essere a favore del riconoscimento legale delle coppie di fatto, del matrimonio gay e dei Dico regionali: “La Regione – puntualizza – non ha introdotto uno status giuridico vero e proprio per le coppie di fatto, poiché è lo Stato ad avere competenza legislativa in materia, ma è intervenuta per contrastare discriminazioni di ogni sorta nell’accesso ai servizi”.