Stuoie, cibi, bevande, uomini e donne omosessuali, ma anche etero, e chiacchiere felici. Punto. Una spensierata domenica mattina come tante, distesi al sole sui prati del monte Maddalena. Non una grande notizia, verrebbe da dire, se non fosse che questa ha voluto essere la risposta a chi vuole vedere in tale immagine di ordinario relax domenicale qualcosa di «diverso», «distorto» e «malato».
L’iniziativa è stata del comitato provinciale dell’Arcigay Orlando, che ieri ha organizzato un pic nic sull’erba in Maddalena in risposta all’atto omofobo avvenuto nella giornata di Ferragosto ai danni di due giovani proprio sul monte di casa. I due stavano prendendo il sole abbracciati quando sono stati presi a male parole da un uomo di mezza età, con l’accusa di disturbare la quiete del posto facendo «le vostre cose in pubblico».
Così, dopo che una delle due vittime, Davide Bosio, ha denunciato l’accaduto, una quarantina di persone tra soci dell’Arcigay e non hanno voluto protestare in maniera pacifica contro la violenza dell’omofobia. Una testimonianza per abbattere ogni pregiudizio sorto intorno all’omosessualità e per dimostrare che omo o etero che uno sia, l’unico obbiettivo è vivere sereni senza che nessuno mini la normalità del quotidiano con aggressioni verbali o fisiche.
Nonostante Brescia sia una città all’avanguardia su parecchi fronti, secondo il presidente del comitato provinciale dell’Arcigay Orlando, Andrea Scalmana, permane ancora «un alto livello di chiusura verso le diversità». «Quelli di cui veniamo a conoscenza sono solo una piccola percentuale dei casi di omofobia che accadono nella nostra città».
AGGRESSIONI OMOFOBE con le quali devono fare i conti anche i giovanissimi. Davide Parrotta, 24 anni, è il responsabile dei giovani del comitato provinciale: «I ragazzi sono molto spaventati anche se le cose oggi sono un po’ cambiate sul lato del supporto reciproco contro l’omofobia».
«Al giorno d’oggi – prosegue – i ragazzi parlano molto tra loro di questo argomento, si confrontano e si danno grande forza l’un l’altro soprattutto quando capitano episodi di bullismo all’interno della scuola». Quando però il peso del pregiudizio colpisce l’individuo, lo schiaffo lascia sempre il segno.
«Sono situazioni che ti fanno rimanere senza forze, abbattuto e anche a disagio – commenta Davide -. Molto spesso ti senti con le spalle al muro e ti chiedi perchè».
UNO STATO D’ANIMO che la 19enne Chiara Ardigò conosce bene. Abitando in un piccolo paese della provincia bresciana, le cose per lei sono ancora più difficili. «Capita spessissimo che camminando per le strade del mio paese sia apostrofata con definizioni volgari soprattutto da ragazzi giovani» racconta. Ma c’è un episodio in particolare che Chiara non riesce a mandare giù: «Qualche tempo fa avevo una ragazza che abitava davanti a un parco e ogni volta che ci salutavamo ci baciavamo senza nasconderci. Nel parco giocavano dei bambini di 8-9 anni e a un certo punto hanno iniziato a chiamarmi “lesbica di m…”. Mi ha fatto molto male, ma te la vuoi prendere con dei bambini?».
«Il nostro Paese e la Grecia sono gli unici in Europa che non hanno una legge contro l’omobofia», sottolinea Luca Trentini, il bresciano segretario nazionale del movimento. All’iniziativa di ieri hanno manifestato la propria solidarietà i giovani del Pd.
Picnic anti-omofobia, coppie gay e etero in Maddalena a Brescia
Questo articolo è stato scritto il 22 agosto 2011.
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