Appello di Arcigay alla tv: basta censure

  

Chi parla male, pensa male e vive male.

Bisogna trovare le parole giuste: le parole sono importanti!

Nanni Moretti

Gentile Redazione,

è con forza che chiediamo ai media, ancora una volta, di diventare o di tornare ad essere luogo e strumento di cultura, motore dell’informazione e non solo dell’opinione. Sono ancora gravi e grossolani, gli errori quando si trattano vicende o temi legati al mondo LGBT (lesbico, gay, bisessuale e trans).

I media, e la diffusione delle informazioni, intervengono sui processi di costruzione della conoscenza, sulle relazioni interpersonali e, più in generale sul processo di formazione della cultura e, in un momento complesso per il nostro Paese, sia sul piano culturale che economico, chiediamo con solida compattezza, il ritorno da parte vostra ad una cultura della verità e dell’esattezza.

La recrudescenza degli episodi di violenza contro le persone LGBT rende quanto mai urgente un vostro impegno nella ricerca delle fonti e nella precisione lessicale quando si trattano temi tanto delicati.

Citiamo, per tutti, il servizio dedicato da Studio Aperto, il tg di Italia Uno, al tributo che Lady GaGa ha voluto fare al quattordicenne suicida Jamey Rodemeyer. Il telegiornale ha parlato di suicidio a seguito di bullismo, evitando accuratamente, per la durata dell’intero servizio, di rendere onore e rispetto alla morte di un ragazzo, che a soli quattordici anni ha deciso di togliersi la vita perché perseguitato in quanto dichiaratamente bisessuale. La verità è stata disattesa, evitata accuratamente. In questo modo si diventa complici della violenza, si collude con gli aggressori e si infanga la memoria di una vita spentasi tanto prematuramente.

Arcigay, in collaborazione con il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, ha realizzato la prima ricerca nazionale sul bullismo omofobico: Interventi di prevenzione contro il bullismo a sfondo omofobico, dalla quale è emerso che 1 studente su 5 ha sentito epiteti omofobi a scuola nell’ultimo mese, e che 1 studente su 13 ha assistito nell’ultimo mese ad aggressioni omofobe di tipo fisico (calci e pugni). Il bullismo omofobico esiste ed è, ad onore della verità, vostra dovere parlarne con competenza e rigore.

Anche la RAI non è nuova ad episodi di diffidenza, se non di aperta ostilità, nei nostri confronti. Ce lo rivelano censure e cancellazioni ai nostri affetti e persino alla battaglia per i nostri diritti. E’ il caso, ad esempio, della sparizione del celebre del bacio dei cowboy di Brokeback mountain, su Rai 2. Le proteste che ne seguirono portarono alla ritrasmissione del film, ma solo in tarda serata. La versione censurata del film è comunque ricomparsa poi su Rai movie…
Più recentemente Rai 1 ha fatto scomparire un matrimonio gay in una puntata della fiction tedesca “Un ciclone in convento”, mentre diverse fonti a stampa, hanno riportato che il Tg1 ha pesantemente modificato, con tagli che ne hanno alterato il senso, il servizio “I matrimoni gay nella chiesa valdese”.

Nella nostro mondo liquido, che pare ogni giorno di più coincidere con il mondo mediale, il vostro ruolo per la costruzione di una società responsabile, tesa all’eguaglianza e al rispetto, è essenziale. Per questo, Arcigay auspica che i media tornino a fornirci gli strumenti di verità necessari per costruire ciascuno la nostra tavola simbolica di interpretazione della realtà e del mondo.

Maura Chiulli

Responsabile Nazionale cultura Arcigay


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