La Luiss si tinge di Arcobaleno contro le discriminazioni sessuali

  

Nell’ateneo intitolato a Guido Carli nasce la prima associazione studentesca a tematica Glbt. Ne fanno parte studenti omo ed eterosessuali, convinti che i cambiamenti più grandi non possano che partire dai banchi universitari
di MARCO PASQUA

Combattere l’omofobia all’interno dell’università e sensibilizzare gli studenti sui temi della tolleranza e della diversità. Sono i principali obiettivi della neonata Luiss Arcobaleno, prima associazione a tematica Glbt fondata da studenti ed ex studenti all’interno dell’ateneo privato che porta il nome di Guido Carli. Tutti riuniti ieri per la prima uscita pubblica, al Caffè letterario, per una serata di presentazione ufficiale, alla presenza, tra gli altri, della deputata Paola Concia (Pd) e di Flavia Perina (Fli).

Un’associazione che si vuole battere in prima linea contro ogni forma di discriminazione e che vuole farlo “arruolando” tra le proprie fila non soltanto studenti omosessuali, ma anche ragazzi e ragazze eterosessuali convinti che i cambiamenti più grandi, nella nostra società, debbano partire proprio dai banchi universitari. Lo pensa la presidente della Luiss Arcobaleno, la giovane Martina Colomasi, studentessa di Siracusa, che dallo scorso mese luglio è stata scelta dagli altri soci per guidare l’associazione. E che si è già trovata a dover combattere, in queste settimane, i primi episodi di omofobia. Alcuni nella realtà virtuale – nella quale l’associazione è attiva con un profilo Facebook e Twitter – altri anche nei corridoi dell’università. “Quando è iniziato a circolare su Facebook l’invito per la serata di presentazione, uno studente ha tranquillamente scritto sul suo profilo: ‘E’ nata Luiss Arcobaleno – prendi un lanciafiamme’ – racconta la presidente 22enne, al quinto anno di Giurisprudenza – Ho subito salvato quel post e ho scritto al suo autore, invitandolo a parlarne ma preannunciandogli che avrei segnalato quella frase alla direzione dell’università”. E non sono mancati anche casi di insulti verbali ad alcuni soci: “Qualche giorno fa uno dei nostri ragazzi ha salutato un altro studente, ma questi si è rifiutato di ricambiare il ‘ciao’ e lo ha apostrofato con un fr… di merda, proprio perché faceva parte del nostro gruppo”.

I vertici dell’ateneo, nella persona del direttore generale, Pierluigi Celli, hanno già manifestato il loro supporto all’iniziativa, incontrando più volte i ragazzi dell’associazione e informandosi sulle loro attività. A partire dalla serata di ieri, alla quale hanno preso parte, oltre a un pastore della chiesa valdese (che in Italia ha celebrato, a giugno, il primo matrimonio gay) rappresentanti di alcune associazioni che si battono per i diritti della comunità Glbt (Gay Center, Famiglie Arcobaleno, Arcigay Roma e Certi Diritti), alcune centinaia di simpatizzanti, salutati anche da un video della Sora Cesira.

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“All’Italia servono i giovani – ha detto Paola Concia, parlando dal palco – La più grande opera pubblica da fare è quella di ricostruire la civiltà del nostro Paese, un’operazione fondamentale, che si potrà avviare proprio partendo dalle università e dai giovani. Per aiutare l’economia, bisogna lavorare anche sul grado di civiltà dell’Italia, perché l’omofobia fa male all’economia”. Positivo, per la Concia, il fatto che nel gruppo studentesco Glbt militino ragazzi e ragazze eterosessuali (a cominciare dalla presidente): “E’ la vostra forza, perché la battaglia per i diritti dei gay, delle lesbiche e delle persone transessuali sarà vinta soltanto se avremo l’appoggio di tutti, non solo degli omosessuali”. Flavia Perina, da parte sua, ha ricordato di essere approdata alla Luiss quando dovette ritirarsi dalla facoltà di Architettura, a Valle Giulia, per ragioni politiche: “Ero una studentessa di destra e per quelle come me non era possibile frequentare tranquillamente le lezioni. Dovetti letteralmente scappare da quel posto e ripiegare sulla vostra università, che allora aveva un nome diverso. Per questo capisco le discriminazioni contro i gay: perché anche io sono stata discriminata non per quello che avevo fatto, ma per quello che ero”.

L’idea di costituire l’associazione è di due studenti di Giurisprudenza, Giovambattista e Pasquale, che rimasero colpiti, a maggio, dall’aggressione avvenuta alla Bocconi di Milano ai danni di uno studente iscritto ad un’altra associazione Glbt, la Best. Dopo aver creato un gruppo su Facebook, gli universitari, di fronte al crescente interesse verso quell’entità ancora solo virtuale, decisero di chiamare a raccolta i più volenterosi. Così, lo scorso mese di luglio, è stata creata ufficialmente Luiss Arcobaleno: in tutto 20 soci fondatori (oggi divenuti 30) e un numero di simpatizzanti in costante crescita – oltre duecento (tra i quali, da ieri sera, le stesse Concia e Perina). Ne fanno parte studenti , appartenenti alle tre facoltà di Giurisprudenza, Economia e Scienze Politiche.

I progetti sono ambiziosi: “Vogliamo far partire alcune campagne di informazione sulle malattie sessualmente trasmissibili – spiega la Colomasi – e per questo, in occasione di questa serata, abbiamo iniziato a distribuire gratuitamente profilattici. Ma vogliamo organizzare seminari, anche con l’appoggio dei docenti che fossero interessati a prendervi parte, e fa partire un cineforum”. Lo slogan scelto dai giovani di Luiss Arcobaleno è “Act different, be equal”, un invito agli studenti a scendere in campo per difendere l’uguaglianza di tutti i cittadini, indipendentemente dall’orientamento sessuale, ma anche del colore della pelle e della religione: “Non ci batteremo solo contro l’omofobia ma anche contro ogni forma di discriminazione. Sono una ragazza eterosessuale, ma ciò non influisce minimamente sull’amore e il rispetto che ho per la diversità. I diritti o sono di tutti oppure non sono di nessuno. Noi giovani vogliamo contare, far sentire la nostra voce per contribuire a cambiare questo Paese”.


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