Scusate il ritardo, ho avuto un mese denso.
Capisco bene le vostre perplessità, che sono in gran parte le mie, come credo si capisca dal trafiletto.
Peraltro è vero che, con l’evoluzione della terapia, le cose continuano a mutare, non solo per la storia naturale della malattia, ma anche per quanto riguarda lo stigma. I sieropositivi che hanno terrore degli antivirali devono temere ancora di più l’HIV, ovviamente.
Personalmente ho un’avversione verso gli screening di massa, ma un uso più esteso del test in modo opportunistico potrebbe far emergere molti sieropositivi che non sanno di esserlo. E questo a sua volta potrebbe contribuire a diffondere l’informazione e ridurre la discriminazione. Certo, bisogna vigilare, ma per ripartire dall’abc, come dite, bisogna continuare a parlare di AIDS ad alta voce.
Un caro saluto,
Roberto Satolli