Palermo, primo sì alle unioni civili

  

di ANTONELLA ROMANO
PASSA in Consiglio comunale la mozione bipartisan per creare il registro delle unioni civili. La mozione impegna il sindaco a istituire un´anagrafe in cui le coppie conviventi, sia etero che omosessuali, potranno iscriversi. Ma gli effetti civili si quantificheranno solo quando passerà il ddl Apprendi, che dopo un percorso a ostacoli, e boicottato da pezzi dell´opposizione – Pdl e Udc in testa – attende di approdare in aula all´Ars.
L´atto approvato ieri a sala delle Lapidi – con un consigliere dell´Mpa che per motivare la sua opposizione ha letto un passo del Vangelo – affida dunque al primo cittadino il compito di istituire il registro presso il Comune di Palermo e di sollecitare l´approvazione del disegno di legge regionale che istituirà i registri per le coppie di fatto in tutti i comuni, mettendo dei paletti al tran tran domestico delle convivenze, finora senza garanzie, riconoscendo in alcuni ambiti – come quello delle cure sanitarie, dell´assistenza in ospedale e degli affitti – diritti pari a quelli di cui godono le coppie sposate.
Il sì trasversale che arriva dal capoluogo con 19 voti a favore, tre contrari e 5 astenuti, è per questo un segnale, che non intende fermarsi al valore simbolico. «Solo a Palermo esistono migliaia di coppie di conviventi – attacca Fabrizio Ferrandelli, capogruppo di Idv, coordinatore del comitato “Esistono i diritti” che ha raccolto oltre 415 adesioni tra esponenti del mondo della cultura e delle istituzioni, e primo firmatario con Stefania Munafò (gruppo misto) della mozione – Non vogliamo solo un riconoscimento, che c´è già nella società ma norme valide per tutti, anche per un fratello e una sorella che convivono».
A votare sì sono stati non solo Idv, Pd, Un´Altra Storia, ed esponenti del gruppo misto. Ma anche esponenti sparsi dell´Mpa, dell´Udc, di Forza del Sud e nel Pdl Maurizio Miceli e Giuseppe Milazzo malgrado l´opposizione del partito, manifestata più volte dal capogruppo Giulio Tantillo. «Personalmente io sono a favore – dice invece il presidente del consiglio comunale Alberto Campagna (Pdl) – e oggi l´indicazione trasversale che viene da quest´aula è chiara, l´Ars ne dovrà tenere conto».
L´accordo bipartisan raggiunto al Comune dà forza all´azione intrapresa da Pino Apprendi all´Ars, col ddl già approvato in commissione. «Ci auguriamo lo stesso colpo d´ala alla Regione. Il presidente Cascio dia il via libera all´inserimento del testo all´ordine del giorno», dice Apprendi. E Gaetano D´Amico, battagliero esponente del comitato “Esistono i diritti”: «Il metodo del dialogo e del superamento delle appartenenze è risultato vincente. Abbiamo portato l´appello con le firme sia a Lombardo che a Cascio. Lo distribuiremo a tutti i deputati».
Tra i no, quelli di Sandro Oliveri, vicepresidente del consiglio comunale (Mpa), evangelico convinto, che ha letto in aula un passo della Genesi sugli abitanti di Sodomia. «Il rischio è l´abuso dello strumento per eludere le leggi sul matrimonio e sul divorzio», ha concluso. E per Doriana Ribaudo, Pid: «È tutta una strumentalizzazione politica. Il tema va affrontato in altre sedi». Si tratta di una vittoria per Antonella Monastra, di Un´Altra Storia, che otto anni fa aveva portato in Consiglio una mozione simile, trovando porte chiuse. «Grazie a un mio emendamento – dice – il registro certificherà le convivenze basate su vincoli affettivi da almeno un anno senza discriminazioni di razza, etnia, sesso, genere, handicap». La consigliera si è scagliata contro Oliveri «che ha citato un passo in cui si calpesta il corpo delle donne». Soddisfazione la esprime l´Arcigay. E Vincenzo Tanania, del Pd, ha chiesto di istituire il registro anche nelle sedi di circoscrizione.


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