Gerardo Ausiello Gelo con la Chiesa. Dopo il via libera definitivo all’istituzione del registro delle unioni civili, resta alta la tensione tra Curia e Comune. Il cardinale Crescenzio Sepe si era già espresso a fine novembre, dopo il varo in giunta della delibera approvata ieri in Consiglio, manifestando la sua netta contrarietà all’iniziativa: «Rispetto tutti, ho incontrato queste persone (i gay, ndr), per loro ho un rispetto totale senza alcun tentennamento. Però è chiaro che ci sono delle cose che, come cattolici, non possiamo accettare». «Rispetto le opinioni del cardinale Sepe – fu la replica del sindaco Luigi de Magistris – ma non torno indietro». Al fianco dell’arcivescovo di Napoli si schiera il consigliere comunale del Pdl, Marco Nonno, che parla di «operazione di facciata perché non avrà effetti sull’anagrafe cittadina». L’esponente del centrodestra lancia l’allarme: «La mia preoccupazione, condivisa credo da migliaia e migliaia di napoletani nonché da milioni di cattolici italiani, è che comunque, attraverso tale azione, si sia aperto uno squarcio finalizzato a colpire proprio l’istituto della famiglia, costituzionalmente definita, cioè quella unita regolarmente in matrimonio e composta da un uomo e una donna e dai figli che hanno messo al mondo o accolto in adozione», aggiunge. Soddisfazione ed entusiasmo si registrano invece tra le associazioni che da tempo attendevano il provvedimento. L’ex presidente nazionale di Arcigay, Franco Grillini, oggi responsabile dei diritti civili dell’Italia dei Valori, non ha dubbi: «Il Comune di Napoli ha celebrato nel migliore dei modi quella che è la ricorrenza popolare degli innamorati. Come Idv crediamo che sia giusto approvare registri delle unioni civili in tutte le città italiane non più solo come fatto puramente simbolico o come semplice pressione sul Parlamento, ma come occasione vera di garanzie e di diritti che finora sono stati negati». D’accordo i rappresentanti delle associazioni Lgbt di Napoli – Arcigay, Arcilesbica e Atn – secondo cui si tratta di «una svolta epocale per Napoli perché cambia la vita delle persone omosessuali ma anche di quanti scelgono di convivere e chiedono di essere rispettati dallo Stato». Per Fabrizio Sorbara, presidente dell’Arcigay di Napoli, «l’approvazione della delibera è stato un momento emozionante. La speranza è che quello che per il Comune di Napoli è un punto di arrivo rappresenti davvero per il Paese un punto di partenza».
Napoli. Sì al registro
Questo articolo è stato scritto il 14 febbraio 2012.
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