«Io sono già sposato con Rafael… Semmai vorrei che il matrimonio, che ho contratto in Spagna, venisse finalmente riconosciuto in Italia». Flavio, il compagno di Raphael puntualizza la sua posizione a proposito del titolo apparso ieri in prima pagina sulla Gazzetta. Un titolo che nell’esigenza di fare una sintesi può probabilmente prestarsi anche a questa interpretazione. IL SONDAGGIO. La sentenza del tribunale di Reggio, che consente oggi a Rafael di vivere in Italia in quanto “parente” di Flavio, sta facendo discutere tutta Italia. Anche i lettori della Gazzetta possono dire la loro partecipando al sondaggio consultabile sul nostro sito www.gazzettadireggio.it REAZIONI. Intanto, non si fermano i commenti attorno questa vicenda. «Quando si tratta di riconoscere diritti e doveri per una convivenza civile appagante per tutti e tutte – dice in una nota la consigliera regionale del Pd, Roberta Mori – la forma è anche sostanza e consentire che la via dell’uguaglianza sostanziale sia tracciata a suon di sentenze ha un che di ipocrita e un po’ fallimentare, per un sistema della rappresentanza che vuole esercitare fino in fondo il proprio ruolo». «E’ troppo facile – aggiunge – posizionarsi in modo più o meno tattico tra chi sta con i gay e chi no, in realtà esiste un tema ben più grande e pressante, che attiene alla capacità delle istituzioni e della politica di farsi carico davvero dei bisogni diffusi delle persone. E’ questa la capacità che conta e con cui potremo guardare in faccia le persone che, con le proprie esigenze, i propri drammi, i propri desideri, compongono quell’indistinto corpo elettorale che supera il 40% e costituisce il partito dell’astensione». «L’Europa può essere una grande alleata verso un dibattito maturo e progredito su questi temi – prosegue la Mori – perché fa sintesi delle migliori e più avanzate esperienze nazionali, che è semplicemente sbagliato e provinciale derubricare a incidenti di percorso. La sentenza della Corte di cassazione, che il 15 marzo scorso ha riconosciuto il diritto alla vita familiare delle coppie omosessuali, è l’esempio di un recepimento ormai inesorabile di nuovi diritti che si affacciano alla vita pubblica per consentire una migliore vita privata, libera e responsabile». «Queste sentenze sono dunque positive – ribadisce – perché si inseriscono in un percorso di superamento dell’arretratezza normativa sui diritti delle persone omosessuali che, oltre rappresentare in sé un’ingiusta lacuna, contribuisce ad alimentare i comportamenti omofobi e discriminatori. Nel pieno rispetto, dunque, di tutte le sensibilità in campo – conclude – se il mondo corre più veloce di noi, dobbiamo attrezzarci a raggiungerlo». Un commento positivo arriva anche da Roberto Pierfederici, consigliere comunale Pd. «Il rilascio da parte della questura di Reggio del permesso di soggiorno al giovane uruguaiano che si è sposato in Spagna con un cittadino italiano, è un fatto doveroso ed importante – dichiara in una nota – perchè riconosce efficacia al riconoscimento dello status familiare delle coppie omosessuali ed è un segnale importante che arriva alla società ed alla politica italiana». «Anche alla luce del recente pronunciamento del Parlamento Europeo – prosegue – sarebbe ora che anche il nostro Paese affrontasse in modo adeguato il riconoscimento delle unioni di fatto e modificasse l’attuale, datato diritto di famiglia». Paolo Patane’, dell’Arcigay nazionale, commenta: «Bene le parole e le sollecitazioni al legislatore, ma c’è anche spazio per iniziative del governo: può adoperarsi perchè si sblocchi l’iter di approvazione della Direttiva europea in materia di parità di trattamento. Può dare un segnale di accoglimento delle sentenze 4184 della Corte di cassazione e del Tribunale di Reggio del 13 febbraio 2012 e abrogare la circolare Amato che impedisce la trascrizione dei matrimoni contratti all’estero tra persone dello stesso sesso per ragioni di ordine pubblico».
Reggio emilia. «Sentenza contro l’arretratezza»
Questo articolo è stato scritto il 28 marzo 2012.
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