«Performing Gender»

  

Sedici coreografi di quattro Paesi europei riuniti in un progetto sulla danza Dal 12 al 14 maggio un meeting a Bologna, e poi in Spagna, Olanda, Croazia
Sedici coreografi di quattro Paesi europei – Italia, Spagna, Paesi Bassi, Croazia – uniti in un percorso biennale di ricerca sulle differenze di genere e orientamento sessuale. Avverrà all’interno di Performing Gender, un nuovissimo progetto ideato e promosso dall’Arcigay Il Cassero e Gender Bender Festival di Bologna con la partnership dell’olandese Dutch Dance Festival, lo spagnolo Paso a 2 Plataforma Coreografica e il croato Domino/Queer Zagreb Festival. Il progetto è stato selezionato dall’Unione Europea nell’ambito del Culture Programme e riceverà un sostegno economico pari al 50% del suo costo complessivo. Vale a dire 200 mila euro su un totale di 400 mila. L’idea prende spunto dal desiderio di riflessione sulle molteplici forme di identità in una società, come quella europea, sempre più complessa, con l’obiettivo di superare pregiudizi di sorta e accogliere nuove differenze. E la danza, con il suo linguaggio universale, è l’arte più adatta ad affrontare la tematica. Il riconoscimento non è di poco conto: Performing Gender infatti, uno dei 12 vincitori italiani, è l’unico presente in Emilia Romagna ed è risultato sesto su 114 selezionati (i progetti provenienti da tutta Europa erano invece circa 500). La soddisfazione degli amministratori locali è tangibile. Massimo Mezzetti, assessore regionale alla Cultura, sottolinea l’importanza di un progetto «che dà spazio a una riflessione sul tema attraverso il linguaggio dell’arte contemporanea», mentre per l’assessore comunale Alberto Ronchi questa rappresenta un’occasione che «fa conoscere Bologna in Europa e porta la danza nelle città». Quattro le città fulcro: ovviamente Bologna, poi Maastricht, Madrid e Zagabria. Il primo anno le attività avranno un carattere formativo e saranno incentrate sulla ricerca coreografica, il secondo saranno dedicate ai risultati della ricerca in forma di performance e spettacoli. A Bologna, partner (e quindi ospite di performance) di Performing Gender è il Mambo. In cosa consiste il progetto lo spiega Daniele Del Pozzo, direttore di Gender Bender: «Proporremo ai coreografi di incontrare le città. Così, quattro di loro – uno per ogni Paese – lavoreranno a Bologna, quattro a Madrid e così via. Si confronteranno con diverse realtà. Una di queste sarà il calcetto femminile, ma stiamo pensando ad altre figure che disarticolino in qualche modo l’idea di società uniforme. Una di queste potrebbe essere ad esempio la figura dell’ostetrico uomo». I coreografi italiani selezionati sono Riccardo Buscarini, artista piacentino ormai stabile a Londra (Oltremanica è già una star), il marchigiano Alessandro Sciarroni, Giorgia Nardin, da Venezia, e un’altra veneta, Silvia Gribaudi. Quest’ultima, peraltro, presentò due anni fa a Gender Bender un interessante lavoro con danzatrici over 60. Il calendario prevede un primo step proprio a Bologna, che ospiterà un kick-off meeting dal 12 al 14 maggio. A seguire, le altre città europee nel corso dell’anno. Le prime performance le vedremo invece al prossimo Gender Bender, dal 22 al 29 ottobre. Il percorso si concluderà con un ultimo simposio a Bologna, previsto per marzo 2015. Paola Gabrielli


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