Scuola, in rete l’appello al Governo delle associazioni lgbt per liberarla dall’omofobia

  

Già raccolte quasi 18mila adesioni. Molte le personalità, da  Chiara Saraceno a Gustavo Zagrebelsky,  da Oliviero Toscani a Luigi De Magistris
20528_10205108790853121_6733737074495359206_n
Bologna, 27 marzo 2015 – In soli cinque giorni dal lancio, sono già quasi 18mila le firme in calce alla petizione “Stop all’omofobia a scuola” promossa da A.ge.d.o., Arcigay, ArciLesbica, Associazione radicale Certi Diritti, Equality Italia, Famiglie Arcobaleno, Gay center  per una “scuola pubblica e laica”, “aperta alle trasformazioni sociali, un luogo fondamentale per contribuire alla produzione di identità, di tutte le identità: eterosessuali, omosessuali, bisessuali e transessuali”. Le associazioni chiedono al Presidente del Consiglio e al Governo “che sia rafforzata e data piena attuazione alla “Strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere (2013 -2015)”, anche nella prospettiva del triennio 2016-2018”. “La scuola – spiegano i promotori – è uno strumento di attuazione dell’articolo 3, perché a scuola vengono poste le basi affinché ogni bambino e bambina, ogni ragazzo e ragazza abbia tutte le opportunità per realizzarsi come persona. Purtroppo in Italia per molti ragazzi e molte ragazze gay, lesbiche, bisessuali e transessuali così non è: la scuola non è un luogo sicuro, un posto dove trovare modelli positivi su cui progettare la propria vita. Anzi, la scuola può rappresentare il luogo in cui essere gay, lesbiche, bisessuali o transessuali, o essere figli di persone gay, lesbiche e transessuali, significa essere esposti all’insulto, alla derisione, all’isolamento; un luogo in cui si impara che è meglio nascondersi per evitare violenza, bullismo, emarginazione. Un luogo in cui è difficile anche chiedere aiuto perché significa esporsi, non trovare l’appoggio dei compagni o degli adulti. Un luogo in cui il diritto all’istruzione passa in secondo piano, perché l’adolescente gay, lesbica, bisessuale e transessuale o chi è correlato con le perosne omosessuali o transessualideve prima di tutto difendere la propria persona. Tutto ciò provoca gravi conseguenze, nei casi più drammatici anche irreversibili, sul piano educativo ed esistenziale: forte disagio e paura di tornare a scuola, diminuzione del rendimento scolastico, abbandono degli studi, emarginazione, livello basso di autostima, sentimenti di depressione e impotenza, rischio di tentato suicidio e suicidio”.

“Le ricerche nazionali e internazionali – si legge nell’appello – parlano chiaro: il 4% degli studenti ha subito ripetutamente, con cadenza settimanale, atti aggressivi perché percepito come gay, lesbica, bisessuale o transessuale, soprattutto nel periodo che va dalla terza media al primo biennio della scuola superiore; sono quindi circa oltre 100.000 le vittime di bullismo omofobico per anno scolastico. Ben un terzo dei giovani, che ogni anno si tolgono la vita, è costituito da gay, lesbiche, bisessuali e transessuali; inoltre gay, lesbiche, bisessuali e transessuali tentano di uccidersi da due a tre volte più spesso rispetto agli e alle eterosessuali della stessa età, a causa della discriminazione e stigmatizzazione sociale”. All’appello hanno già aderito numerose personalità, tra cui le sociologhe Laura Balbo e Chiara Saraceno, il costituzionalista Gustavo Zagrebelsky,  Oliviero Toscani,  Vladimir LuxuriaAndrea Occhipinti, il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, lo  psichiatra e psicoanalista Vittorio Lingiardi,  Alessandro Cecchi Paone, la Professoressa Emerita di Psicologia dell’Educazione Clotilde Pontecorvo, l’assessora Politiche Giovanili, Pari Opportunità, Politiche per l’Integrazione del Comune di Torino Ilda Curti , l’Assessora al Patrimonio, Politiche Europee, Comunicazione e Pari Opportunità di Roma Capitale Alessandra Cattoi, la psicologa Margherita Graglia, la giornalista e scrittrice Delia Vaccarello, la filosofa Nicla Vassallo, lo scrittore Maurizio Maggiani, il genetista Marcello Buiatti, lo psicoterapeuta Paolo ValerioLidia Menapace, l’ Assessora alla Regione Piemonte Monica Cerutti, il sindaco di Udine Furio Honsell e numerosi parlamentari nazionali ed europei di Pd, M5S, Psi, Sel.

La petizione, con l’elenco aggiornato delle adesioni, è disponibile all’indirizzo  https://www.change.org/p/matteo-renzi-stop-omofobia-a-scuola
Sulla pagina FB https://www.facebook.com/stopomofobiaascuola il testo integrale della petizione e gli elenchi aggiornati delle adesioni da parte delle associazioni e personalità.