Friuli. Curia omofoba, sit in sabato alle 15

  

“CURIA OMOFOBA”, ARCIGAY E ARCILESBICA DI TUTTO IL FVG SABATO 12 ALLE 15 DAVANTI ALLA CURIA PER PROTESTARE

Zotti, Arcigay e Arcilesbica Trieste: “Dopo le pesanti parole del vescovo Crepaldi contro i nostri diritti protesteremo perché non si continui ad alimentare un clima di odio nei confronti degli omosessuali nel nostro Paese e nella nostra regione”

Appello ai Preti di Frontiera dal Presidente Arcigay Udine e Pordenone, Deperu: “Manifestino con noi per dimostrare nei fatti, e non solo a parole come fatto nella lettera di Natale, il loro dissenso rispetto alle posizioni intolleranti delle gerarchie”

Deperu e Zotti, in caso di divieto, prendono in considerazione

un’azione nonviolenta di disobbedienza civile

“Dopo le pesanti parole del vescovo di Trieste Crepaldi e del suo braccio destro don Malnati, parole che offendono le persone omosessuali e le loro famiglie e che rappresentano una pericolosa manifestazione di intolleranza omofobica, Arcigay e Arcilesbica del Friuli Venezia Giulia hanno deciso di rispondere con una civile manifestazione di protesta per evitare che si continui ad alimentare un clima di odio nei confronti degli e delle omosessuali nel nostro Paese e nella nostra regione”.

Con queste parole il presidente del circolo Arcigay e Arcilesbica “Arcobaleno” di Trieste, Davide Zotti annuncia la manifestazione che le principali associazioni omosessuali di tutta la regione terranno sabato 12 gennaio alle 15 davanti la Curia di Trieste in via Cavana.

Il presidio, che ha già ottenuto l’adesione, tra gli altri, dell’associazione “Certi Diritti” e dei Cobas del Fvg, prende le mosse dalle parole dell’arcivescovo di Trieste, monsignor Giampaolo Crepaldi, che aveva fortemente criticato la recente campagna di sensibilizzazione contro l’omofobia organizzata nel capoluogo regionale da Arcigay Trieste. Una iniziativa duramente criticata anche dal vicario episcopale per il Laicato e la Cultura, monsignor Ettore Malnati e, sempre negli stessi giorni, anche dal direttore del settimanale della diocesi triestina “Vita Nuova”.

La campagna “Si va DIRITTI all’amore”, che aveva ottenuto il patrocinio di Comune e Provincia di Trieste, lo ricordiamo, proponeva immagini quotidiane di vita familiare di coppie omosessuali. Immagini ritratte su dei manifesti affissi il mese scorso sugli autobus della rete cittadina per sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi dell’omofobia e della transfobia.

“Riteniamo che le istituzioni – prosegue Zotti – debbano prendere una posizione di ferma condanna di fronte alle parole del vescovo, con coraggio e senza ipocrisie, perché come cittadini di una democrazia non possiamo più accettare che influenti esponenti della chiesa cattolica oggi a Trieste definiscano l’omosessualità un ‘disordine’, calpestando la vita delle persone, istigando all’odio e alla discriminazione di gay e lesbiche. Per questo facciamo un appello affinché le forze politiche e civili siano presenti a questo presidio per testimoniare il rifiuto di questa pericolosa logica dell’esclusione e della discriminazione, soprattutto in un Paese che non ha fatto alcun passo avanti in tema di diritti civili per le persone omosessuali”.

Alla manifestazione, oltre a Zotti, saranno presenti anche Giacomo Deperu, presidente di Arcigay Nuovi Passi di Udine e Pordenone, e Lisa Del Torre, presidentessa di Arcilesbica Udine. Ma, al momento, hanno già annunciato la loro adesione anche i rappresentanti dell’associazione radicale “Certi Diritti”, Antonio Parisi, direttore artistico di “Jotassassina” e, come già accennato, i Cobas del Friuli Venezia Giulia.

“La Chiesa non può continuare ad alimentare odio e omofobia – dichiara il presidente di Arcigay Udine e Pordenone, Deperu – e le istituzioni laiche devono prendere nette posizioni di civiltà. Ci appelliamo a quanti nella Chiesa Cattolica rifiutano l’intolleranza ad invitiamo i ‘preti di frontiera’ a dimostrare nei fatti, e non solo a parole come fatto nella recente lettera di Natale, il loro dissenso rispetto alle posizioni intolleranti delle gerarchie ecclesiastiche e la loro vicinanza alle persone omosessuali, partecipando al nostro fianco al presidio davanti alla curia di Trieste”.

Già il 21 dicembre scorso, dopo le dure affermazioni del Papa che aveva definito il matrimonio tra omosessuali una “minaccia alla pace”, Arcigay aveva organizzato un sit-in sempre davanti la curia, ricevendo il divieto dalla Questura di Trieste per motivi di ordine pubblico.

”La natura nonviolenta delle nostre associazioni è storicamente dimostrata, nonostante le continue provocazioni – conclude Zotti. – Per questo e dopo l’ennesimo caso di intolleranza da parte della Chiesa, ci aspettiamo che non ci venga negato il sacrosanto diritto di protestare per le ripetute offese che ci sono state impunemente rivolte. ”

Questa volta, i presidenti di Arcigay del Fvg, Giacomo Deperu e Davide Zotti, in caso di divieto da parte della Questura, potrebbero prendere in considerazione un’azione nonviolenta di disobbedienza civile.

Trieste, 10 gennaio 2013


  •