Unioni civili, il Tar boccia un altro sindaco

  
ARCIGAY: “ORA PAGHI I DANNI DI TASCA SUA”
Bologna, 30 dicembre 2016 – “Dopo quello del Veneto, intervenuto sulla delibera del Comune di Padova, un altro Tar, questa volta in Lombardia, boccia la crociata dei sindaci omofobi”: Gabriele Piazzoni, segretario nazionale di Arcigay, commenta la sentenza del Tar della Lombardia che ha annullato la delibera del Comune di Stezzano, nel Bergamasco, che destinava alle unioni civili un ufficio dismesso e non il luogo in cui si celebrano i matrimoni. Il Tar ha anche riconosciuto alla coppia che con l’assistenza di Arcigay e Rete Lenford, ha avviato il ricorso un danno quantificato in più di 4mila euro, somma che il Comune dovrà corrispondere loro. “Siamo certamente soddisfatti del pronunciamento del tribunale – prosegue Piazzoni – , che ristabilisce un principio di giustizia importantissimo. Accanto al dato giudiziario, però, c’è anche quello politico:  è paradossale che il danno che la sindaca Elena Poma ha deliberatamente  provocato ricada sulle risorse della comunità, di cui fanno parte anche le persone che quel danno lo hanno subito. Ricordiamo bene la fierezza con cui questi sindaci hanno annunciato e poi messo in atto  un’esplicita discriminazione nei confronti delle coppie same sex: la violazione delle norme era evidente e pubblicamente rivendicata. Se la sindaca Poma ha voluto fare le leonessa, ora non può fare come lo struzzo  che nasconde la testa sotto la sabbia. Apra il portafoglio e paghi i danni di tasca sua, perché sua è la responsabilità. Non solo: ci sono diritti, e le unioni civili sono tra questi, per i quali le persone lgbti hanno dato battaglia in ogni sede, anche legale, assumendosene in toto i costi. Perciò ora la sindaca Elena Poma dia senso al suo stare in politica e si assuma gli oneri della sua personalissima sconfitta. Il presidente di Arcigay Bergamo Cives, Marco Arlati, pose sin dal principio questo tema alla prima cittadina, senza ottenere alcuna risposta. Ora però questa risposta è un dovere, perché del danno procurato la sindaca deve dar conto a i cittadini e alle cittadine. Questa vicenda non è solo folklore: la scelleratezza di atteggiamenti come quelli della sindaca Poma se non sanzionata avrebbe rappresentato un precedente pericolosissimo e molto grave. Ma la battaglia per l’uguaglianza e per le pari opportunità sta scritta nella nostra Costituzione, perciò viene da lontano e deve andare ancora molto oltre il punto in cui ci troviamo: non si può smantellarla con un’ordinanza. Il provvedimento  del Tar è un segno di salute della nostra democrazia, che salutiamo con sollievo e che dovrebbe essere sufficiente  a far vergognare qualsiasi amministratore con un briciolo di amor proprio e senso delle istituzioni”, conclude Piazzoni.