L’orgoglio della Toscana

  

TOSCANA PRIDE 2004

MANIFESTO

a cura del Comitato Toscana Pride 2004

Il Comitato Toscana Pride 2004 è composto da rappresentanti delle seguenti associazioni: Arcigay Toscana, L’Amandorla di Firenze, Movimento di Identità Transessuale Toscana, Agedo Toscana, Arcigay Pride! di Pisa, Arcigay Leonardo da Vinci di Grosseto, Arcigay La Giraffa di Pistoia, Ireos di Firenze, L’altro Volto Lucca Gay Lesbica di Lucca, CISG Centro Interculturale Glbt Senese

UN PRIDE IN TOSCANA

La nostra regione è pronta oggi ad ospitare il Gay Pride Nazionale. È nostro orgoglio che la Toscana sia tra le più avanzate regioni italiane nel progettare un nuovo modello di società plurale, a misura di diritti di cittadinanza per tutte e tutti, indipendentemente dal sesso, dall’età e dalla provenienza etnica e culturale. È ormai diffusa la sperimentazione collettiva di nuove pratiche sociali. La consapevole convivenza delle diversità e la valorizzazione delle differenze ci portano a credere che il Pride possa dare spazio e concretezza a quella trasformazione delle relazioni interpersonali verso la quale tende da sempre tutto il movimento Gay, Lesbico, Bisessuale, Transgender, Transessuale, e non solo. Con il Pride vogliamo affermare il diritto di essere diverse e diversi, perché anche la diversità è un diritto di cittadinanza.

UN PRIDE PER TUTTA LA TOSCANA

Caratteristica principale del Toscana Pride 2004 sarà il decentramento. Grazie all’apporto delle associazioni GLBT che operano nella nostra regione, e alla collaborazione di altre associazioni italiane, il Pride toccherà quante più città e paesi possibili. Coinvolgendo Regione, Enti locali, circoli culturali e ricreativi, offrirà opportunità di incontro e confronto – iniziative culturali, dibattiti, festival. Nell’ottica di una prospettiva internazionale si avvierà l’itinerante arcobaleno toscano, da concludersi con una grande manifestazione nazionale a Grosseto.

UN PRIDE “PER”

Il nostro Pride vuole evidenziare che la contrapposizione tra uomini e donne, eterosessuali e omosessuali cancella la molteplicità degli spazi e posizionamenti sessuali, sociali, di genere e polarizza gli assetti di potere. All’interno del nostro Movimento, dove le lesbiche usano strategie di minore protagonismo spettacolare, e spesso si alleano con le donne eterosessuali per quello che riguarda la storia delle donne e la condizione femminile, facendo politica su più fronti, il dialogo uomo/donna/trans è aperto e negoziabile. Anche di questo vogliamo parlare, non solo per denunciare ove necessario omofobia, discriminazioni, leggi inadeguate o assenti, ma per presentare la nostra visione di una società più equa e flessibile; far conoscere le strade che abbiamo percorso in questi ultimi anni; mostrare la ricchezza della nostra cultura, lo spessore delle reti di solidarietà nazionali e internazionali che ci collegano, e la capacità di rendere produttive le esperienze e pratiche politiche diverse; discutere di problemi che non sono solo nostri ma di tutti; e presentare le nostre proposte politiche.
Da tempo ci stiamo muovendo per ottenere registri delle unioni civili e sostegno alla campagna per la discussione in Parlamento di una legge sul PaCS. Queste richieste, insieme alla discussione della nuova legge regionale contro le discriminazioni, saranno al centro del mese arcobaleno toscano. In questa regione, nella quale forse più positivo che altrove è il rapporto tra classe politica e movimento GLBT, contiamo che il dialogo sia particolarmente fertile, per altre e altri come noi che verranno ospiti dal resto del Paese.

UN PRIDE PER LEGGI CONTRO LE DISCRIMINAZIONI

La legge contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere diventerà fra breve legge della Regione Toscana. Noi manifestiamo affinché queste garanzie di pari tutela per tutti i cittadini vengano estese a ogni regione per sopperire alla mancanza di una legge nazionale che adegui tutto il paese ai valori di uguaglianza e non discriminazione del resto d’Europa. Il parziale recepimento delle direttive europee contro le discriminazioni (direttiva 78/2000 e 43/2000) rappresenta per noi solo un primo passo, che chiediamo sia presto seguito dall’introduzione di norme che tutelino dalle discriminazioni, sia motivate dall’orientamento sessuale sia motivate dall’identità di genere, non solo sul luogo di lavoro ma in tutti gli ambiti della vita degli individui.

UN PRIDE PER I DIRITTI UMANI

Questo Pride sarà occasione per denunciare le violazioni dei diritti umani. È un diritto umano scegliere liberamente chi amare e con chi stabilire consensualmente relazioni sessuali. Appoggeremo quindi l’estensione del diritto di asilo a chiunque venga perseguitata/o/*, in qualsiasi paese di origine, a causa dell’orientamento sessuale o della identità di genere.

UN PRIDE PER CHI HA PIÚ MOTIVI PER DIRE PRIDE

Tutte e tutti noi abbiamo il diritto di vivere con dignità. Molte e molti di noi vivono esperienze di esclusione legate alla situazione fisica ed economica oltre che alla scelta di identità. Appartenere a una comunità implica condividere la responsabilità del suo benessere. Questo Pride vuole proporre una piattaforma di consulenza, empowerment e assistenza per quelle/i/* di noi che vivono in condizioni di maggiore difficoltà, emarginazione e disagio. Questo Pride sarà un’occasione per dare voce diretta e portare in primo piano le loro vite ed esperienze, che sono anche le nostre.

UN PRIDE PER LEGGI CHE RICONOSCANO LE NOSTRE COPPIE

Qui in Toscana, dove sono stati istituiti e resi funzionanti i primi registri delle unioni civili, è stata approvata una legge che invita il Parlamento a legiferare sulla tutela della coppie di fatto, e qui si sta discutendo di inserire la tutela delle diverse forme famigliari nel nuovo Statuto della Regione Toscana. Il Toscana Pride 2004 intende sostenere la campagna per una legge – quale ad esempio è quella sul PaCS – che è capace di tutelare tutte le forme di convivenze, omosessuali come eterosessuali. Nella società contemporanea le forme famigliari si vanno diversificando; similmente, la popolazione GLBT tende sia a formare sempre più famiglie di stampo tradizionale, nelle quali sempre più diffusamente vi sono anche figli grazie anche a tecniche di riproduzione assistita, sia a scegliere forme di intimità diffuse e non strutturate. L’orientamento sessuale, qualsiasi esso sia, attiene alla sfera delle libertà individuali, da affrontare pertanto senza alcuna censura nelle scuole come nei media. Ma qualsiasi piega favorevole prenda il nostro futuro, nel frattempo appoggiamo il riconoscimento civile dei nostri legami omosessuali.

UN PRIDE PER IL DIRITTO ALLA GENITORIALITÀ DI OGNI INDIVIDUO

Appoggiamo il diritto alla genitorialità di ogni individuo. Chiediamo di discutere l’accesso per tutte le donne alle tecniche di fecondazione assistita, sia omologa che eterologa; e per i/le/* singoli/e/*, coppie omosessuali, e più in generale per le coppie di fatto, la possibilità di adottare i minori, nel rispetto del loro diritto di crescere in un ambiente aperto e affettuoso.
Proprio per assicurare a tutti i minori le possibilità di crescere in una situazione di tolleranza e rispetto, ci impegniamo affinché anche i figli nati al di fuori delle famiglie tradizionali trovino un contesto di accettazione sociale nell’ambito di un quadro normativo adeguato e capace di dare regole giuste e flessibili ai cambiamenti sociali in atto.
Ci sembra giusto, inoltre, che conservi il diritto alla maternità/paternità dei propri figli chi ha completato l’iter di transizione di genere. Il cambiamento di identità di genere non rappresenta di per sé un limite all’esercizio della genitorialità.

UN PRIDE PER L’AUTODETERMINAZIONE DELL’IDENTITÀ SESSUALE E DI GENERE

Noi appoggiamo il diritto al’autodeterminazione del’orientamento sessuale e del’identità di genere. Per quanto attiene alla prima chiediamo che sia vietato qualsiasi trattamento, farmacologicico e non, rivolto a "correggere" ‘orientamento sessuale di una persona. Per quanto riguarda il genere chiediamo innanzitutto che sia abolita l’indicazione di sesso e/o genere come dato anagrafico e legale, e che venga adottata la “piccola soluzione”, già in uso in Germania, che consente una riattribuzione del nome svincolata da interventi chirurgici sui soggetti richiedenti. Chiediamo inoltre l’abolizione della norma dal forte sapore medievale che vieta alle persone "biologicamente e anagraficamente di sesso maschile" di indossare, se vogliono, abiti femminili; e di conseguenza chiediamo la cancellazione dei reati di travestimento dalla fedina penale. Manifesteremo in difesa e per il potenziamento della legge n. 164, ancora inapplicata in molte zone del’Italia, affinché ‘intervento di riattribuzione del sesso avvenga in atmosfera accogliente e non giudicante; e chiederemo che sia vietata l’assegnazione sessuale chirurgica alla nascita delle persone intersessuate, eccettuato nei casi in cui tale condizione comporti pericoli per la salute.


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