Musica e balli, sfilano ventimila gay

  

L’armamentario classico dei GayPride c’era tutto: tacchi da trampoliere, travestimenti, musica, balli frenetici, silicone al vento, natiche in bella vista. Ma niente scandali e scandalizzati. I turisti e i pochi milanesi in giro per le strade del centro nell’afa del pomeriggio, hanno accolto il fiume dei ventimila gay-lesbiche-trans che attraversava la città come un’attrazione da non perdere. Tutti fermi a godersi lo spettacolo ai lati delle strade. Pochi i volti noti, a parte i rappresentanti di Cgil, Uil e della sinistra meneghina. Molti i cittadini qualunque con la macchina fotografica, intenti a chiedere ai monumenti in topless e perizoma di mettersi in posa per una foto ricordo.
SINDACO ASSENTE – Alla testa dei 20 mila del GayPride milanese c’era Franco Grillini, deputato Ds, presidente onorario dell’Arcigay. «Milano è la città più gay d’Italia con i suoi 300-400 mila omosessuali – assicura -. Gente che lavora e che dà moltissimo in settori come la moda, il design, lo spettacolo. Il sindaco Albertini avrebbe dovuto almeno inviare un messaggio. Milano è l’unica città in Europa ad ignorare i diritti civili dei gay. Chiediamo ad Albertini l’istituzione di un registro per le coppie di fatto come già hanno 300 comuni in Italia».
LA RISSA – Il consigliere regionale lombardo del Partito Radicale ed esponente della comunità ebraica milanese Yasha Reibman partecipava alla manifestazione sventolando una bandiera israeliana quando, verso le 18.30, è stato fronteggiato da un gruppo di manifestanti. A schiaffi e spintoni alcuni ragazzi hanno cercato di strappargli il vessillo. «Un’aggressione compiuta da quelle frange fasciste, comuniste, intolleranti che infangano il movimento no global, degne eredi del pc che 40 anni fa espulse Pier Paolo Pasolini in quanto omosessuale – ha commentato Reibman -. Tantopiù che Israele garantisce agli omosessuali diritti che, invece, mancano in Italia, come il riconoscimento delle unioni tra gay». «Il GayPride è aperto a tutti, chiediamo tolleranza e vogliamo, con coerenza, mostrare tolleranza verso chi sfila con noi», ha commentato l’incidente Sergio Lo Giudice, presidente Arcigay nazionale.
LA POLEMICA – Sul finale i rappresentanti dell’associazione Arcobaleno hanno polemizzato dal palco con i rappresentanti della Margherita in Comune. Motivo: la contrarietà del gruppo consiliare alla creazione del registro delle coppie di fatto. Pietro Rutelli, esponente della Margherita milanese presente al GayPride, si è detto convinto della necessità di un confronto tra istituzioni milanesi e rappresentanti del movimento gay.


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