Gay, l’altra metà di Cagliari

  

Il diritto ad essere diversi è rivendicato in una frase scritta su una serranda, una delle tante che affianca l’ingresso di un qualunque locale della Cagliari notturna.Dentro un ambiente tranquillo, misto, per gay&friends (come da gergo specifico), dove tutti possono essere semplicemente quello che sono o vogliono essere.
Un grosso albero futuristico troneggia nel mezzo della sala centrale. In quella affianco una dragqueen intrattiene gli ospiti col suo spettacolo fatto di canzoni e battute divertenti. Siamo al Magnolia, circolo Aics, in via San Giovanni, che da un paio di mesi ha aperto i battenti ad un pubblico anche omosessuale. Il passaparola è rapido e a volte è il mezzo pubblicitario migliore.
Per orientarci basta seguire delle semplici direttive: durante la settimana qui; nel weekend al Nautilus o nella discoteca di via Venturi, il Go Fish (da un po’ di tempo della stessa gestione dello storico David).
Ci siamo chiesti il perché dell’esistenza di locali per gay. La risposta è stata rapida e esauriente. “Forse è un modo per cercare di stare insieme e trovare una certa sicurezza contro i pregiudizi della gente”-dice Mattia, occhi grandi e espressivi, che però non è un frequentatore abituale e assiduo di questi locali “a tema”. “Preferisco i posti cosiddetti “normali”. Anche se siamo gay la presenza femminile è fondamentale. La figura di una ragazza è importante e insostituibile”.
Secondo il suo amico Antonio invece ricercare solo ambiente omosessuali è un modo per ghettizzarsi. Dello stesso avviso il gestore di un altro noto locale cagliaritano luogo di incontro per giovani gay, il Nautilus di via Basilicata: “Questo non è un posto dichiaratamente gay; è solo un punto di ritrovo per amici. Omosessuali e non”, dice.
Questo però è l’unico locale che figura su un sito internet, per chi voglia cimentarsi alla ricerca di un tipo di locale simile per passare la serata. Ma anche in questo caso è il gioco del passaparola che fa la parte da leone. “Non ho mai voluto fare pubblicità, di nessun tipo: sarebbe solo un modo come un altro di ghettizzarsi. Il nostro è un ambiente familiare”- continua il gestore.
È dunque il motivo ricorrente del ghetto, la nota stonata che ritroviamo quando vogliamo parlare di locali, pub, punti di ritrovo dedicati all’universo omosessuale. Loro vogliono sentirsi normali nella diversità, nella molteplicità di caratteri, di personaggi che vivono il mondo della notte. “Noi siamo spontanei. Siamo noi stessi. È l’ambiente a volte ad essere provinciale”.
Cagliari infatti non è ancora una città paragonabile a diverse capitali europee in fatto di libertà sessuale. Ma chi volesse passare una serata come quella descritta in queste poche righe, senza dover prendere un aereo per Madrid o Londra, non deve far altro che seguire il tam tam silenzioso ma continuo del popolo by night.


Se siete interessati a formare un gruppo gay e lesbico che possa creare un nuovo circolo omosessuale, promotore di iniziative politiche, culturali, aggregative e/o ricreative in Sardegna: contattate la nostra Associazione. Arcigay sarebbe lieta di far nascere un suo Circolo nella regione. Chiamate lo 051.6493055 oppure scrivete a [email protected]


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