Il Ministero della Salute esclude i gay

  

Il Ministero della Salute ha escluso i gay dalla campagna di prevenzione del’Aids attualmente in corso. Per la prima volta, da quando negli anni’80 anche in Italia sono partite le campagne di prevenzione contro ‘Aids, ‘attuale campagna ministeriale non prevede infatti alcuna iniziativa o strumento rivolti espressamente al target gay.

Quella in corso è la prima campagna organizzata dal Ministero della Salute da quando si è insediato ‘attuale Governo. La precedente risale infatti al Ministero di Rosi Bindi ed è partita nel 2000.

"’ grave e ingiustificato – commenta il presidente nazionale Arcigay, Sergio Lo Giudice – che, mentre stiamo assistendo ad un incremento percentuale della diffusione del’Aids per via sessuale, anche relativamente ai rapporti omosessuali, il Ministero decida di non prevedere, contrariamente a un suo preciso dovere, iniziative espressamente rivolte alla popolazione gay. La prevenzione è bloccata, le nuove infezioni no. Il Ministero si assume una responsabilità gravissima: il silenzio del governo significa una condanna a morte per tanti giovani".

Secondo il Rapporto semestrale del’Istituto Superiore di Sanità, nel primo semestre 2003 i nuovi casi di Aids registrati, dovuti a rapporti omosessuali, sono stati 84, il 18% del totale. Nel corso degli anni’90 la percentuale era scesa al di sotto del 15%. ‘aumento percentuale, che si accompagna a quello della diffusione per via eterosessuale (41,1% vs il 38,5 del 2001-02), deriva soprattutto dal decremento dei casi collegati alla tossicodipendenza e alle altre "categorie di esposizione" (emofilici, trasfusi, ecc.).

"Le organizzazione gay sono state le prime in Italia, come in molti paesi del mondo, a mettere in campo misure di prevenzione del’Aids – ricorda il responsabile salute Arcigay, Paolo Ferigo – . Oggi, la scelta del governo italiano rende di fatto impossibile continuare sulla strada sin qui intrapresa. Negli ultimi due decenni abbiamo compiuto un grande sforzo di informazione e sensibilizzazione della popolazione glbt, diffondendo pubblicazioni, distribuendo profilattici gratuitamente, promuovendo una sessualità consapevole e protetta. Invece di valorizzare, come accade nel resto ‘Europa, questa esperienza virtuosa, il Ministero della Salute decide di ignorarla".


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