“Se sfilano i gay, farò sfilare i normali”

  

GROSSETO – Chissà se saranno le pinete del Parco dell´Uccellina, le dune di sabbia di Alberese o le vie della città ad ospitare le migliaia di persone che a giugno arriveranno a Grosseto per il Gay Pride nazionale 2004. Un evento che porterà nella città almeno 50.000 persone tra gay, lesbiche e transessuali. Ma l´immagine delle vie e delle piazze invase dal corteo colorato della diversità sessuale ha scatenato reazioni a catena, soprattutto tra i politici.

Non sembra preoccupato il sindaco Alessandro Antichi, An. «Siamo in contatto da mesi con l´Arcigay. Avevamo già preso una serie di accordi: nei progetti c´erano eventi culturali per favorire occasioni di confronto e di apertura al mondo della diversità e avevamo già offerto il nostro patrocinio e trovato l´accordo per la manifestazione regionale». Ma ora le cose sono cambiate. Il comitato organizzativo ha scelto Grosseto per l´organizzazione del Gay Pride nazionale. «Questo cambiamento – continua Antichi – mi ha colto di sorpresa. Una scelta veloce, ma resto convinto del fatto che la manifestazione si farà e non ci saranno problemi».

Tutti d´accordo? Niente affatto. Proprio dalle fila di An è partita la polemica. Ci ha pensato il vicesindaco, Andrea Agresti. «Lo impedirò ad ogni costo e, nel caso non ci riuscissi organizzerò una contromanifestazione di persone normali». Poi ha "chiarito": «Le mie preoccupazioni risiedono in precedenti registrati in Italia e all´estero, da Los Angeles fino a Londra, accompagnati a queste manifestazioni. Se l´evento sarà davvero una manifestazione sobria e gioiosa non c´è nulla di male. Grosseto è una città libera e tollerante».

Il chiarimento ha chiarito poco. Il parlamentare Ds, presidente onorario dell´Arcigay, Franco Grillini ha bollato la posizione del vicesindindaco come «autoritaria e illiberale» sfidandolo a «far sfilare la normalità». Davide Buzzetti, del comitato Gay Pride, ha rincarato la dose: «Le parole di Agresti rendono chiaro a tutti il ritardo politico e culturale di alcune parti della maggioranza, sicuramente minoritarie, eppure aggressive, quanto lontane dal sentire della gente». Per il parlamentare diessino Claudio Franci nelle parole del vicesindaco «c´è un´assurda discriminazione». Secondo Loriano Valentini, ex sindaco, oggi consigliere regionale, «il fatto che il movimento abbia pensato alla città di Grosseto va accolto positivamente». Valentini ha ricordato la proposta di legge regionale contro le discriminazioni determinate dall´orientamento sessuale o d´identità in genere.

Nessun dubbio per il Presidente della Provincia Lio Scheggi: «E´ una manifestazione che deve tendere ad affermare il valore del rispetto tra modi diversi di vita e cultura e ricorda lo spirito laico della tradizione maremmana». Anche il vescovo di Grosseto, Franco Agostinelli, è intervenuto. Ha chiamato tutti fuori dalla polemica e ha invitato al rispetto reciproco: «Se la manifestazione si terrà, auspico che si svolga nel rispetto e nell´accoglienza reciproca, perché mi sento offeso quando vengono attaccati i principi più sacri nei quali credo. Mi auguro che a Grosseto tutto ciò non accada». Il sindaco Antichi chiarisce: «Grosseto è una città da sempre tollerante e all´avanguardia. Il mio vicesindaco ha chiarito la sua
posizione: è quella del vescovo».

Nel progetto degli organizzatori c´è una festa e un evento culturale. «Se hanno l´idea di un Gay Pride di tette al vento si sbagliano ? dice Alessio De Giorgi, Presidente dell´Arcigay Toscana -. Quella di Grosseto è più di una proposta. C´è il consenso di massima anche delle altre associazioni». Chi non si lascia toccare delle polemiche è Regina, transessuale e presidente del comitato Toscana Pride 2004. «Spettacoli, musica, teatro e momenti culturali. 50.000 persone che arrivano per portare un messaggio di diversità nell´allegria. Una festa grande da costruire insieme. Oltre le diversità di ognuno di noi c´è un punto d´incontro: il rapporto umano».


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