Rosy Bindi, lo sa che esistono i gay?

  

Egregia Rosy Bindi,

cosa vuol dire oggi dirsi riformisti non volendo affrontare i problemi concreti di milioni di cittadini omosessuali italiani? Quando la Margherita e il suo impegno politico personale incontreranno la questione omosessuale?

Queste domande che le pongo sono frutto di una semplice constatazione: oggi anche nell’ambito della Casa delle Libertà si sono aperti luoghi di dialogo verso le istanze del movimento gay e lesbico, mentre è rumoroso il suo silenzio. Lei una è personalità di primo piano della Margherita ,ed è una donna impegnata da tanti anni nel settore delle politiche sociali, eppure non si è mai sentita in dovere di spendere una parola rispetto a questo tema.

Persino il Partito Popolare di Aznar ha introdotto, nel suo programma elettorale, la necessità di approvare una legge sulle coppie di fatto; invece la Margherita continua, sia a Strasburgo e sia a Roma, ad opporsi a qualsiasi legislazione a favore dei diritti delle persone gay.

In Italia è in pieno svolgimento una campagna nazionale a sostegno di una proposta di legge denominata PACS (Patto Civile di Solidarietà) sottoscritta da 160 parlamentari, tra cui alcuni della Margherita. E’ una proposta nata dal lavoro svolto in questi ultimi 20 anni dal movimento glbt italiano, tiene conto delle differenti posizioni politiche, intende rispettare le peculiarità culturali e religiose del nostro Paese, pur rivendicando il fatto che lo Stato è laico e deve intraprendere azioni positive a favore delle formazioni sociali oggi esistenti, si pone infine, l’obiettivo di riconoscere alcuni diritti e doveri, ritenuti dall’Unione Europea come “primari”. Il Pacs non impone nulla ed è un’opportunità in più.

Tanti gay e lesbiche credenti e non, attendono anche dal suo partito un gesto di dialogo che fino ad oggi non è mai pervenuto.

Adoperarsi per la giustizia sociale, a favore dei più deboli, contro l’esclusione sociale significa poco, se nell’azione politica si ritiene utile occuparsi solo di alcune categorie sociali e dimenticarne altre. Si opera una discriminazione di fatto, che rende sempre più acuta la disaffezione alla politica da parte di milioni di cittadini. Centro destra e centro sinistra appaiono uguali, timorose di affrontare questioni che nel resto del mondo occidentale sono ormai all’ordine del giorno.

Finché in questo Paese milioni di gay e lesbiche saranno ritenuti invisibili, fastidiosi o peggio reietti, non sarà avvenuta alcuna completa evoluzione della società e della cultura.

Di tutte queste questioni vorremmo discutere pubblicamente con lei, che riteniamo nell’ambito della Margherita, un interlocutrice schietta e con reali doti d’ascolto.

La ringraziamo per l’attenzione.

Aurelio Mancuso
Segretario nazionale – Arcigay


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