Quanto pesa il voto omosex?

  

Quanto pesa il voto omosex? Dopo l’esordio della convention , che ha indicato i candidati gay e “friendly” alle elezioni europee e amministrative, le urne hanno dato un responso chiaro. A Bologna viene rieletto Sergio Lo Giudice, entra in consiglio comunale Alessandro Zan a Padova, mentre a Bari Nunzio Liso occupa un posto nel consiglio provinciale. Città, queste due ultime, dove si registra con evidenza l’onda lunga dell’effetto pride: le manifestazioni dell’orgoglio omosessuale che hanno tenuto banco sensibilizzando la cittadinanza nel 2002 e nel 2003 fanno mietere frutti in occasione dei primi appuntamenti elettorali. Non è tutto. A Bergamo, dopo il ballottaggio che si preannuncia anche qui favorevole per il centro-sinistra, si attende la nomina di Renato Sabbadini, mentre un sindaco gay, Claudio Mazzalupi, DS, è stato già rieletto a Fiuminata, in provincia di Macerata.

USA IL TUO VOTO

Alle europee, è chiaro il segnale delle preferenze raccolte da Andrea Benedino: il più giovane dei candidati Uniti nell’ulivo, assessore alla scuola del comune di Ivrea e coordinatore nazionale dei gay dei Ds, nel collegio nord ovest ha totalizzato più di diecimila voti, superando, fra gli altri, l’ex sindaco di Milano Formentini. Tra gli eletti gay, anche se ancora non è ufficiale, compare il nome di Nichi Vendola per Rifondazione Comunista, mentre tra le rappresentanze “friendly” tanti i nomi di coloro che avevano firmato l’impegno verso Arcigay e Arcilesbica al fine di promuovere la parità di diritti di gay, lesbiche, bisex e trans in Europa e che a Strasburgo costituiranno un intergruppo ad hoc. Citiamo alcuni fra loro: per i Verdi, Monica Frassoni; per Uniti nell’Ulivo, Giovanni Berlinguer, Mercedes Bresso, Michele Santoro, Mauro Zani, Antonio Panzeri, Donata Gottardi, Nicola Zingaretti, Pasqualina Napoletano, Giovanni Pittella e Marta Vincenzi; per Rifondazione Comunista, Fausto Bertinotti, Roberto Musacchio, Vittorio Agnoletto; per i Comunisti Italiani, Oliviero Diliberto e Marco Rizzo; per la Lista Bonino, Emma Bonino e Marco Pannella. E già Nicola Zingaretti, la cui elezione era stata caldeggiata con un appello firmato da esponenti della comunità glbt (gay, lesbiche, bisex e trans) ha fatto pervenire al pride di Grosseto un messaggio di impegno e di sostegno per i diritti in Europa.

Il voto gay, dunque, se mostra il suo valore e prepara al futuro: “Usa il tuo voto 2004” è stata una sorta di prova generale in vista di due importantissimi appuntamenti: le elezioni regionali del 2005 e le politiche del 2006. Se questo lavoro di presa di coscienza della propria forza proseguirà, nel giro di pochi anni la comunità italiana potrà finalmente avere la capacità di convogliare consensi e diventare soggetto interessante per la politica che li conteggia>.

Il voto gay dato e tesaurizzato dai candidati vuol dire forza e ma anche presenza all’interno di una società civile che tende a riconoscere a una candidatura omosex il suo valore di laicità e di innovazione. «È a tutti evidente – sottolinea Franco Grillini, deputato ds – che la rappresentanza omosessuale dentro le istituzioni, assieme alla presenza forte e decisa del movimento gay nella società, rappresenta un passo decisivo per la realizzazione dei diritti civili e delle istanze della nostra comunità. Non è soltanto la possibilità di presentare leggi, proporre delibere, intervenire direttamente, ma è un pezzo di società finalmente capace di rappresentare se stessa che condivide 'idea di uno Stato laico, liberale, libertario, dove tutte le minoranze hanno cittadinanza e parità di diritti e opportunità. Mai come in queste elezioni, da nord a sud, 'è stata la possibilità di una campagna elettorale dove i candidati gay hanno potuto parlare a milioni di persone di diritti, libertà, laicità, uguaglianza, parità delle opportunità. Che tutto ciò avvenga nel mese del gaypride rende ancora più significativa una vittoria di cui tutti noi dobbiamo essere fieri e soprattutto “orgogliosi” perché dimostra che la comunità gay non si è rinchiusa in un “ghetto”, ma si è posta alla testa del “movimento per le libertà civili”». Che la tematica gay non possa ormai essere elusa, lo ha dimostrato anche la candidatura di Cecchi Paone da parte di Forza Italia. Paone non è stato eletto, ma la destra lo ha sostenuto anche in quanto bisex. Questo sostegno dice che oggi un candidato gay interessa sia a destra che a sinistra, perché viene percepito come possibile catalizzatore di consensi espressi da una fetta di popolazione in cerca di rappresentanze altrimenti assenti negli schieramenti tradizionali.

EFFETTO PRIDE

Ancora, occorre registrare l’effetto visibilità delle manifestazioni per l’orgoglio omosessuale, che lungi dall’essere parate per sostenere i diritti di una corporazione, si confermano momenti in cui le istanze di una parte della cittadinanza escono dal buio e dal silenzio. Dopo il world Pride del 2000 che vide sfilare per le strade di Roma quasi un milione di cittadini, le elezioni politiche battezzarono la nascita dei primi due deputati espressione diretta della comunità glbt: Franco Grillini per i Ds e Titti De Simone per Rifondazione comunista. Un’onda lunga che, passando per le amministrative dello scorso anno con buone affermazioni di candidati gay (ricordiamo, tra gli altri, Andrea Benedino a Ivrea e Edoardo Del Vecchio a Roma), si conferma anche oggi.

A Padova, dopo il pride 2002, la cittadinanza ha capito che Alessandro Zan, portavoce di quella manifestazione, è politico cui dare fiducia. . La forza del dialogo paga. Effetto pride anche a Bari, con l’elezione di Nunzio Liso portavoce regionale del coordinamento gay dei Ds (Cods) in consiglio provinciale, laddove Enrico Fusco, vicepresidente dell’Arcigay locale, si posiziona fra i primi dei non eletti. La Bari roccaforte fino a ieri delle destre, che vide nella notte del gay pride 2003 un’aggressione firmata Forza Nuova ai danni di una coppia di manifestanti gay, sembra aver aperto più di uno spiraglio.

Nella nuova primavera che si profila a Bologna con Cofferati sindaco, Sergio Lo Giudice, presidente nazionale Arcigay viene rieletto in consiglio comunale. Bologna, città di grandi tradizioni libertarie, riannodate al presente con l’elezione di Cofferati, potrebbe dare la direzione di marcia: inaugurare un patto costruttivo tra la società e le istituzioni dove figurano rappresentanze omosex pronte a rispondere ai bisogni che il principio della laicità mette in luce. Tra questi figurano le necessità di chi non ha scelto di inserirsi nella cornice di tutele della famiglia tradizionale. Si tratta di una dal basso, ma è l’unica strada in un paese il cui Parlamento non legifera per i diritti dei nuovi nuclei ed è cieco dinanzi alla evoluzione del paese reale. In un paese dove è in atto una crescita esponenziale di separazioni e divorzi, un calo dei matrimoni, e la crescita delle famiglie monoparentali. Parola di Censis.


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