Buttiglione “fondamentalista antigay”

  

Rocco Buttiglione, indicato dal governo italiano come membro in pectore della nuova Commissione europea, è stato oggi criticato dal segretario del Gruppo europarlamentare del Pse, l’austriaco Hannes Swoboda, per le sue posizioni su alcune questioni tra cui quella sulle unioni omosessuali.

Rocco Buttiglione (UDC)

Rocco Buttiglione (UDC)

“I Parlamentari europei finalmente hanno compreso qual è il reale atteggiamento di Rocco Buttiglione sul tema delle discriminazioni contro i gay”, la reazione del presidente nazionale di Arcigay, Sergio Lo Giudice.

Nel 2003 l’allora ministro Buttiglione si è distinto, in sede di Consiglio dei ministri, per aver sabotato l’attuazione delle direttiva europea 2000/78/CE, contro la discriminazione delle persone omosessuali sul posto di lavoro. Con il decreto legislativo n. 216 del 9 luglio 2003, presentato al Consiglio dei ministri nella forma voluta anche da Buttiglione, la direttiva europea è stata completamente stravolta e, in particolare, sono state introdotte deroghe al principio di non discriminazione lavorativa di gay e lesbiche, per quanto riguarda l’ambito delle forze armate, dei servizi di polizia, penitenziari o di soccorso. “Questo — commenta Lo Giudice — ha addirittura rappresentato un peggioramento della normativa precedentemente in vigore in Italia, che non contemplava alcun tipo di deroga al principio generale di non discriminazione”.

Nelle settimane scorse Arcigay, tramite il suo responsabile esteri Renato Sabbadini e in collaborazione con Ilga—Europe, la branca europea del network mondiale delle organizzazioni gay e lesbiche, ha inviato un dossier su questo tema a tutti gli europarlamentari. Swoboda, a nome del gruppo del Pse, ha chiesto a Buttiglione di chiarire le sue posizioni sui diritti di gay e lesbiche, ispirate — ha detto – a "un fondamentalismo cattolico che noi respingiamo, come tutti i fondamentalismi".

“Da tempo — prosegue Lo Giudice — denunciamo le posizioni discriminatorie del ministro Buttiglione contro gay e lesbiche. Ora l’esponente Udc cerca di costruirsi in Europa l’immagine di un paladino dei diritti civili, ma così non è. Basta confrontare le sue recenti risposte scritte alle domande del Parlamento europeo con le sue azioni concrete.

Buttiglione dichiara di rifarsi alla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea che tutela dalle discriminazioni per orientamento sessuale. Ma lui stesso ha definito l’omosessualità “indice di disordine morale” e, nel 2000, ha chiesto che a gay e lesbiche fosse vietato manifestare a Roma perché ciò avrebbe rappresentato “un’offesa al Papa e ai cattolici”.

Dichiara di voler vigilare sulla piena applicazione delle direttive europee contro le discriminazioni antigay sul lavoro, dimenticando lo stravolgimento da lui stesso propugnato della direttiva europea 2000/78/EC contro la discriminazione di gay e lesbiche sul posto di lavoro.

Afferma che darà applicazione al principio dell’armonizzazione del diritto di famiglia in Europa, ma di fronte al matrimonio di due gay italiani in Olanda ha dichiarato che “quello che fanno in Olanda non ha influenza in Italia”. Siamo d’accordo con Swoboda: si modifichi la delega di Buttiglione, non si lasci nelle mani di un integralista il delicato tema dei diritti civili delle cittadine e dei cittadini d’Europa”.

“Non solo è legittimo, ma è doveroso – commenta Riccardo Gottardi, co-presidente di Ilga-Europe – che il Parlamento europeo chieda conto a Buttiglione delle posizioni che ha espresso da parlamentare europeo e da ministro italiano. Buttiglione deve superare le contraddizioni delle sue varie dichiarazioni e dimostrare il suo impegno chiaro ed esplicito a difesa dei diritti di tutti, compresi quelli di gay e lesbiche, che sono parte integrante delle libertà fondamentali che sarà chiamato a difendere da commissario”.


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