Elezioni 2005, i gay in campo: “Avrà i nostri voti chi ci tutela”

  

PADOVA – Il popolo gay scende in campo in vista delle elezioni regionali. Nasce a Padova l’Arcigay Veneto, 22mila iscritti uniti per chiedere alle forze politiche di "uscire allo scoperto". Da sinistra a destra, i candidati alle regionali che s’impegneranno a portare avanti la battaglia per l’inserimento nello statuto della tutela delle coppie di fatto, avranno in cambio i voti di omosessuali e lesbiche. Parola di Arcigay Veneto, che si costituisce a Padova per dare un coordinamento regionale alle varie associazioni attive e "dialogare con la regione".

Il "patto" che i gay vogliono stipulare con i candidati è preciso: chi sottoscrive la piattaforma programmatica su libertà e diritti civili avrà visibilità politica in tutto il circuito Arcigay. E un sostanzioso pacchetto di voti assicurato. I 22mila iscritti nel Veneto sono concentrati soprattutto a Verona (6.200) e a Padova (5.700), seguite da Venezia (4.000). Che sia in quota Lega a Alleanza Nazionale o centro sinistra, il politico che s’impegnerà sui temi delle libertà individuali, sarà protagonista di un battage pubblicitario a cura del popolo omosessuale.

"L’Arcigay non può più permettersi di essere timida e tiepida – spiega Alessandro Zan, presidente dell’Arcigay di Padova, eletto in consiglio comunale come indipendente nelle liste Ds – nessuno ci tutela, scendiamo in campo con una struttura che dialogherà con la regione a nome di tutti gli omosessuali veneti".

Presidente di Arcigay Veneto sarà Zeno Menegazzi, responsabile dell’associazione di Verona, vicepresidente Simonetta Brizzi, attivista dell’associazione di Verona. Nell’assemblea costituente di Padova, l’obiettivo è "uno statuto regionale che riconosca i diritti di tutti i cittadini al di là del loro orientamento sessuale – puntualizza Menegazzi – e dia valore a tutte le forme di convivenza, oltre il matrimonio tradizionale". Alessandro Zan fa notare che la "battaglia per la tutela delle coppie di fatto non è contro il matrimonio, anzi responsabilizza i cittadiniche si sposano solo perchè le nozze sono l’unica forma di unione che tutela la coppia".
Il "manifesto" di Arcigay Veneto su libertà individuali e diritti civili si chiamerà "Usa il tuo voto". E si concluderà con una convention regionale che diventerà anche una passerella pubblica per i politici "amici".
"Chiederemo di sottoscrivere il manifesto a tutti i candidati regionali" ribadisce Menegazzi. La contropartita è quel "pacchetto" di 22mila voti che corrisponde agli iscritti. Ma è molto più vasto il popolo di omosessuali e lesbiche che frequentano i circoli e le iniziative delle associazioni Arcigay. "Nel Veneto il 60% dei gay si riconosce nelle forze politiche di centro sinistra – rivela Alessandro Zan – ma c’è un abbondante 40% schierato a destra. Nel voto gli omosessuali sono facilmente orientabili: il messaggio "ecco chi sta con noi e chi no" ha un’influenza potentissima".


  •