Dopo Rutelli, adesso si pronunci Prodi

  

Il leader della Margherita Francesco Rutelli, in un’intervista al Foglio di oggi, si è dichiarato per la prima volta favorevole “a un riconoscimento pieno dei diritti di cittadinanza e anche di una serie di implicazioni amministrative della convivenza tra persone omosessuali”.

Il leader dell'Ulivo Prodi e Francesco Rutelli

Il leader dell’Ulivo Prodi e Francesco Rutelli

“Siamo lieti che Rutelli rompa gli indugi e si dichiari favorevole ad una legge sulle coppie omosessuali — commenta il presidente nazionale di Arcigay Sergio Lo Giudicenello stesso giorno in cui la regione Toscana vara la prima legge regionale italiana contro le discriminazioni delle persone omosessuali col voto favorevole della Margherita e la Camera dei comuni della Gran Bretagna approva una legge sulle coppie omosessuali."

“In tanti hanno cercato di trasferire strumentalmente nel dibattito italiano il divieto ai matrimoni gay sancito dai referendum promossi dalla destra religiosa integralista in undici degli Stati Uniti d’America — prosegue Lo Giudice – In Italia il movimento gay e lesbico non chiede il matrimonio ma, come nella gran parte dei Paesi europei, una legge che dia vita ad un istituto diverso e distinto dal matrimonio che, nella proposta di legge Grillini firmata anche da diversi parlamentari della Margherita, è chiamato Pacs, Patto civile di solidarietà."

“Ci sembra che i tempi siano maturi perché i partiti della Grande alleanza democratica, che singolarmente si sono espressi per un riconoscimento giuridico delle coppie gay e lesbiche, rispondano finalmente alla nostra richiesta: l’inserimento di una legge sulle coppie di fatto, anche omosessuali, nel futuro programma della coalizione. Adesso — è l’appello del presidente di Arcigay — parli Romani Prodi: il presidente uscente della Commissione Europea mostri al Paese che se il centrodestra, da Buttiglione a Tremaglia, da Calderoli a Fisichella, usa il linguaggio dell’oltraggio e della discriminazione e fa appello ai sentimenti più intolleranti, la sua coalizione saprà parlare la lingua europea dei diritti civili, certo non slegati dai doveri di cittadinanza, e delle libertà responsabili”.

Dodici paesi europei (Olanda, Belgio, Danimarca, Norvegia, Svezia, Finlandia, Francia, Germania, Islanda, Portogallo, Ungheria, Lussemburgo) riconoscono, in varie forme, i diritti delle coppie gay e lesbiche ed altri cinque (Spagna, Gran Bretagna, Svizzera, Croazia, Repubblica Ceca) si stanno apprestando a farlo. Fra questi, solo Olanda e Belgio hanno esteso il matrimonio alle coppie dello stesso sesso, mentre la Spagna sta per approvare il disegno di legge del governo Zapatero in tal senso.


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