Gli angeli Arcigay nelle scuole

  

Presentiamo in questa pagina – attraverso due brevi ritratti – i due nuovi collaboratori di Arcigay selezionati attraverso un bando per il Progetto "Interventi di prevenzione contro il bullismo a sfondo omofobico", co-finanziato dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali: la dott.ssa Ambra Guarnieri, Training Facilitator e il dott. Gabriele Prati, Supervisore Scientifico.

Si tratta di due mini-interviste per conoscere meglio – attraverso il pubblico e il privato – due nuove figure, molto rilevanti per l’azione di Arcigay nella prevenzione del disagio giovanile e nella promozione dell’educazione all’alterità nelle scuole.

Proseguiamo inoltre nella nostra volontà di dare visibilità alle persone che fanno quotidianamente la nostra associazione.

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AMBRA GUARNIERI

1) Descrivi in 5 righe chi sei, cosa fai nella vita, quali sono le tua maggiori passioni.

Sono Ambra Guarnieri, educatrice professionale e zia da poche settimane!
Sono un’idealista, a volte mi convinco di poter cambiare il mondo, ma tutti i giorni mi scontro pesantemente con questa convinzione.
Sono troppo cervellotica e forse anche per questo molto distratta.
Amo viaggiare e tutto quello che ti capita durante il viaggio, non potrei vivere senza la musica, ma nemmeno senza il mio mare!
Sono attivista del Circolo Arcigay “Il Cassero” di Bologna dal 2004.

2) Come definiresti la tua identità ed in particolare la tua identità sessuale?

La definizione è un’arma a doppio taglio che ti tranquillizza e contemporaneamente ti ingabbia. Ma le definizioni servono, danno un nome alle minoranze e riconoscibilità alle persone quindi direi che sono una persona di sesso femminile, a cui piacciono altre persone di sesso femminile e quindi lesbica è la migliore delle parole per definire la mia identità sessuale!

3) Qual è il tuo ruolo all’interno del progetto Arcigay contro il bullismo e cosa farai in pratica?

In gergo tecnico sono la “training facilitator” del progetto.
In pratica mi occupo della strutturazione e della conduzione degli incontri di formazione per volontari* e responsabili di settore che andranno a proporre alle scuole del loro territorio dei laboratori sul bullismo a sfondo omofobico.
In un secondo momento mi occuperò di monitorare i lavori che verranno svolti all’interno delle scuole e anche della produzione della documentazione relativa all’intero percorso.

4) Quali sono le motivazioni più forti per le quali ritieni fondamentale intervenire nelle scuole contro il bullismo omofobico?

Pur essendo un ideale vorrei provare a cambiare qualcosa e se non sarà il mondo intero sarà anche solo la giornata di una ragazza lesbica o di ragazzo gay che un giorno sentirà finalmente parlare nella sua scuola e nella sua aula di omosessualità come una delle possibilità della propria identità sessuale e non come una malattia o un problema del quale liberarsi. Quella giornata non gli cambierà l’intera vita ma forse gliela renderà un po’ meno “incasinata”!

5) Partendo dalla tua esperienza, cosa diresti ad un ragazzo o ad una ragazza vittima di bullismo?

Credo che gli/le direi che ha fatto molto bene a venire a parlarne con me, non perché io sono colei che gli/le risolverà la situazione, ma perché vuol dire che è riuscita/o finalmente a mettere al centro dell’attenzione se stessa/o e le sue priorità e i suoi bisogni e probabilmente gli/le direi che è giustamente stufa/o di sentirsi chiamare “frocio” o “leccapassere” e che quella rabbia doveva venire fuori perché gli avrebbe fatto troppo male se l’avesse tenuta dentro. 

GABRIELE PRATI

1) Descrivi in 5 righe chi sei, cosa fai nella vita, quali sono le tue maggiori passioni.

Sono psicologo, ho un contratto di insegnamento presso la Facoltà di Psicologia dell’Università di Bologna. Nella vita mi occupo di ricerca e di formazione. Nella vita privata ho una moglie e sto per diventare padre. La mia principale passione è fare sport come bici, corsa e calcetto.

2) Come definiresti la tua identità ed in particolare la tua identità sessuale?

Mi identifico con il genere maschile e il mio orientamento è eterosessuale.

3) Qual è il tuo ruolo all’interno del progetto Arcigay contro il bullismo e cosa farai in pratica?

Il mio ruolo è supervisor coordinator.

4) Quali sono le motivazioni più forti per le quali ritieni fondamentale intervenire nelle scuole contro il bullismo omofobico?

Le motivazioni sono diverse. Prima di tutto perché il bullismo omofobico determina nelle vittime disagio in forme diverse a seconda della sua gravità, da quello più leggero a quello più grave di chi si vuole suicidare. Secondo perché è un fenomeno ampiamente sottostimato per cui è necessario contrastarlo con forza. Terzo perché il rispetto della diversità a scuola deve essere insegnato non solo a parole dall’insegnante ma anche nei fatti: serve a poco una lezione dell’insegnante sul rispetto delle diversità se poi durante la ricreazione chi viene percepito come gay o lesbica continua a essere aggredito.

5) Partendo dalla tua esperienza, cosa diresti ad un ragazzo o ad una ragazza vittima di bullismo?

Prima di tutto cercherei di capire qual è il suo stato d’animo e il suo vissuto rispetto a quanto accaduto. In secondo luogo cercherei di pensare con lui o lei a tutte le strategie possibili per evitare che ciò accada nuovamente.


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