Buone notizie Amazing India

  

2 Luglio 2009 – Alle 7.34 di questa mattina – le14.34 in India – nella mailing list di GayBombay è comparsa la lettera inviatada uno degli attivisti indiani più noti, il giornalista Vikram Doktor.Nell’oggetto, a grandi caratteri, solo la parola YES!. Era il primo annuncioche l’Alta Corte di Delhi si era pronunciata sull’articolo 377 del codicepenale abolendo la parte che puniva irapporti omosessuali fra adulti consenzienti con pene fino a 10 anni dicarcere. È stato l’epilogo "incredibile e meraviglioso", così ha scrittoVikram in un post successivo, di otto anni di battaglie politiche, culturali,sociali e legali.

La Repubblica dell’India è un paese immensopopolato da oltre un miliardo di persone, denso di contraddizioni, con alcunistati scossi dalla guerriglia, un turbolento confine con il Pakistan e unalunga serie di attentati che, di tanto in tanto, cercano di metterne in crisila struttura democratica e federativa. Poche settimane fa il Partito del Congresso,perno dell’Alleanza per il Progresso, una coalizione che potremmo assimilare aquella di centrosinistra, ha vinto di nuovo le elezioni parlamentari con unainattesa larga maggioranza. Nella coalizione di Governo sono entrati anchealtri partiti, spesso di base statale e non nazionale, accomunati dall’essere"secolaristi", in contrapposizione con i partiti di matrici religiosa econservatrice, come il BJP, il partito induista, che per un solo mandato, allafine del secolo scorso, ha governato il Paese.

È probabile che la larga riconferma del Congresso(il partito del Mahatma Gandhi e di Jawaharlal Nehru) abbia rafforzato unadecisione che l’Alta Corte aveva molto probabilmente preso già all’inizio del2009, quando il dibattimento, dopo anni di stop and go, si era finalmenteconcluso.

Nelle motivazioni, il Capo di Giustizia A.P.Shahdell’Alta Corte di Delhi ha spiegato la propria decisione utilizzando le paroledi Nehru che disse che l’India sarebbedovuta essere una società inclusiva e che il fatto che una parte dellapopolazione non ami un’altra parte non è una ragione sufficiente percriminalizzarla.

L’eccitazione tra gli attivisti delleassociazioni glbtq, dei diritti umani e di lotta all’aids (in particolare laNaaz Foundation, che aveva promosso il ricorso all’Alta Corte sostenendo che lesanzioni previste dal 377 ostacolavano il lavoro di prevenzione) è oraaltissima. Nei giorni scorsi era stato celebrato il Pride in quattro grandicittà: Bombay, Delhi, Chennai e Bangalore, un evento che dà l’idea di come il movimentotrovi forza e si stia espandendo rapidamente. La sentenza dell’Alta Cortegiunge a coronamento di queste ultime settimane di mobilitazione. "E’ unanotizia meravigliosa" ha scritto in un sms il mio amico Alok Gupta,giovane legale di Bombay che ha fatto parte del gruppo di avvocati che hannopatrocinato la causa. "E’ il culmine di una lotta di otto anni – ripeteVikram – l’inizio per nuove lotte".

Per l’Asia e per il mondo è una notizia fantastica.

 


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