Luana Zanaga è una poliziotta in forza alla Questura diPadova, che in più occasioniha denunciato discriminazioni nei suoi confronti in quanto lesbica. Attraversoiniziative pubbliche, interviste, partecipazione al recente Pride nazionale diGenova, la poliziotta che vive a Rovigo, ha sottolineato come dentro il corpo della Polizia di Stato visiano atteggiamenti omofobi, che l’hanno riguardata e che coinvolgono anchealtri colleghi omosessuali.
Abbiamo l’impressione che il procedimento disciplinareavviato, che avrebbe al centro la difesa del buon nome della Polizia, vogliaesser da avvertimento per tutti quegli agenti che posti nella stessa condizionedi Luana, volessero far conoscere ciò che accade. Facciamo appello al Capo della Polizia e al Ministro degli Interni affinchéinvece di affrontare la questione in chiave repressiva, sia l’occasione peristituire, come è accaduto in tantissimi paesi occidentali, un tavolo diconfronto tra i responsabili del corpo, i sindacati di categoria e leassociazioni omosessuali. In attesa che in Italia sia approvata una leggeche punisca le molestie, le discriminazioni, le violenze ai danni delle personeomosessuali, si possono individuarestrumenti concreti che preservino la dignità degli agenti gay e lesbicheall’interno della Polizia.
Negli ultimi vent’anni, i vertici dellaPolizia, hanno affrontato il tema dell’omosessualità in modo positivo,ricordiamo il superamento di ogni forma di schedatura dei gay, lacollaborazione fattiva in inchieste che riguardavano efferati omicidi dipersone omosessuali, l’effettiva miglior conoscenza delle reti sociali edaggregative del movimento lgbt, primo presidio per la tutela e la sicurezza.
A Luana, che tra l’altro ha partecipato il 13 maggio all’incontro delleassociazioni omosessuali con il Presidente della Camera, va tutto il nostro sostegno e solidarietà, che nonmancherà di sostanziarsi anche attraverso una robusta azione legale.