Fermate le condanne di lesbiche e gay in Uganda e Malawi

  

Oggi 20 maggio 2010 il tribunale del Malawi ha condannato a quattordici anni di carcere (la pena massima prevista) e ai lavori forzati una coppia di omosessuali perché avrebbe violato «l’ordine della natura».

Il Parlamento dell’Uganda poi, sta esaminando un disegno di legge che prevede che gli omosessuali siano puniti con l’arresto o la pena di morte. La legge prevede l’ergastolo per chiunque sia riconosciuto colpevole di avere rapporti sessuali con individui dello stesso sesso e impone la pena di morte per i "recidivi".

Una pioggia di critiche a livello internazionale hanno spinto il presidente Yoweri Museveni a richiedere una revisione della legge. Dopo le dure posizioni dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, dei governi di Gran Bretagna, Canada, Francia, USA e dello stesso presidente Obama, la commissione appositamente istituita dal presidente Museveni ha chiesto al parlamento di rigettare il testo.

Arcigay fa appello alle istituzioni italiane affinché intervengano per condannare fermamente questi tentativi di criminalizzazione dell’omosessualità”, dichiara Stefano Bucaioni, responsabile relazioni internazionali di Arcigay.

“E’ inoltre notizia dell’ultimora” continua Bucaioni “che un nuovo disegno di legge su HIV/AIDS è stato presentato al parlamento ugandese. Questa nuova legge contiene misure che violano palesemente i diritti delle persone affette da HIV, esponendole a stigma, discriminazioni e violenze e persino alla pena di morte per chi trasmette il virus con comportamenti a rischio. L’epidemia da HIV in Uganda sta peggiorando, e questa nuova legge rischia solo di aggravare la situazione".


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