Regione, il caso Noè apre la polemica

  

di ELEONORA CAPELLI
La commissione pari opportunità in Regione va, alla fine, a Roberta Mori del Pd, facendo scoppiare la polemica politica con l´Udc. Bocciata la centrista Silvia Noè, in pole position per la presidenza, inizialmente, con l´appoggio dei democratici, che hanno poi incontrato, però, l´opposizione di Sel, Idv, Verdi e Federazione della sinistra. Anche la Lega s´è sfilata, sulla candidatura di Noè («Non volevamo una commissione che costa altri 150 mila euro all´anno», ha detto Mauro Manfredini), cosicchè la consigliera Udc ha raccolto 10 preferenze nel voto segreto di ieri, contro i 31 di Mori (due le schede bianche e le nulle).
Nel giorno in cui il Parlamento ha bocciato la legge anti-omofobia, Silvana Mura dell´Idv sottolinea: «Il voto dell´Udc, che alla Camera ha contribuito ad affossare la legge, è la prova provata che la Noè non aveva le carte in regola per la presidenza di commissione». Delusione nel partito di Pier Ferdinando Casini per l´esito della vicenda. «Questo in futuro rende ogni rapporto col Pd più difficile – commenta Gian Luca Galletti -, oltre a rappresentare la debolezza del presidente Vasco Errani nei confronti della sinistra radicale. Anche se non escludo che si sia trattato di una vera e propria scelta politica, quella di sacrificare il dialogo col centro cattolico, moderato e riformista. È un brutto giorno, non resta che augurargli buona fortuna».
L´idea di un asse tra centrosinistra e Udc non sembra per il momento realizzabile, almeno sul terreno delle pari opportunità e dei diritti civili. «La commissione è stata istituita in un momento in cui la ripartizione istituzionale avrebbe dovuto premiare l´Udc, che oggi non è rappresentata da nessuna parte in Regione», insiste Galletti. Le associazioni per i diritti dei gay e la Rete Laica ieri cantavano vittoria: «La mobilitazione paga, sono stati sconfitti i clericali». Nel Pd il capogruppo Marco Monari, che aveva pubblicamente appoggiato la candidatura di Noè, non vuol sentire parlare di retromarcia. «Ci poteva stare che la commissione pari opportunità andasse a Silvia Noè, non ho nessun dubbio sulla bontà di quell´ipotesi – dice Monari -, ma dal momento che a questa dinamica è stata data una valenza tutta politica, la discussione è finita. La nuova commissione non è stata definita di garanzia, quindi spetta alla maggioranza».
La neo-eletta presidente schiva invece le polemiche. «Sono un soldato semplice – dice Roberta Mori, trentanovenne ex Ds, sindaco dal 1999 al 2009 di Castelnovo di Sotto, in provincia di Reggio Emilia -, esiste la politica ed esistono equilibri della maggioranza, io sono solo il terminale». Gian Guido Naldi di Sel ribadisce: «Noè può trovare posto nell´ufficio di presidenza, l´Udc del resto non è al centro del mondo, se vogliono entrare nella coalizione io non ho nulla in contrario, ma devono sottoscrivere il programma». Amaro infine il commento dell´interessata: «Sono stata discriminata perché cattolica, in questa regione le mie idee non hanno diritto di cittadinanza. Anch´io ero in piazza con le donne a gridare “Se non ora, quando”, ma hanno prevalso i veti di Arcigay e di certa sinistra».


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