No di D’Alema alle nozze gay

  

MILANO Alla festa dell’Unità di Ostia, il 9 settembre, D’Alema rivendica il «compromesso ragionevole» trovato dal governo Prodi con i Pacs ma si dice contrario al matrimonio gay. Il video della festa viene rilanciato ieri da YouTube: «Il matrimonio, come previsto dalla Costituzione diceva D’Alema è l’unione tra uomo e donna, finalizzata alla procreazione. Le organizzazioni serie degli omosessuali non hanno mai rivendicato di volersi sposare in Chiesa, ma hanno chiesto di vedersi riconosciuti diritti come eredità e assistenza. Per una parte importante di questo paese il matrimonio è un sacramento». Dura la reazione dell’Arcigay: «Affermazioni talmente rozze da risultare incredibili». Netta anche Paola Concia, parlamentare lesbica: «Corbellerie da Pci». Ieri l’ex premier ha recitato il mea culpa: «Chiedo scusa se ci sono stati riferimenti rozzi al dettato costituzionale e se ho creato un equivoco: non ho mai inteso dire che la Carta proibisce il matrimonio gay, cosa che per altro non urta in nulla la mia sensibilità. Il Pd sta elaborando una proposta per allargare i loro diritti e non è corretto che io dall’esterno li bombardi mentre discutono. Siamo l’unico partito italiano che lo fa. E siamo un partito complesso».


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