Caro Professor Francesco D’Agostino
Voglio ringraziarla per la sua risposta e da subito rassicurarla che, riportando il dibattito a livello più articolato di interlocuzione e confronto (converrà che un comunicato stampa non lo consente), noi siamo, come sempre, ampiamente disponibili ad un incontro pubblico, perché è quello il contesto in cui argomentazioni e definizioni potranno declinarsi e misurarsi.
E’ del tutto evidente che ci rapportiamo attraverso considerazioni differenti: per noi la libertà dell’individuo di essere quello che è (o sente di essere) è sacrosanta e meritevole di riconoscimento giuridico nelle sue dimensioni individuali, relazionali e affettive, e il limite che incontra è dato dal reciproco rispetto delle altre individualità ed identità altrettanto oggettivamente portatrici del diritto di essere ed esprimersi liberamente e pubblicamente.
Per lei invece sembrerebbe essere sacrosanto il limite a queste libertà e diritti, perché determinato da considerazioni di ordine teologico e morale che assumono prevalenza rispetto alla stessa manifestazione di libertà, alla sua rilevanza sociale e giuridica nelle stesse estrinsecazioni sopra ricordate, e che non condizionano soltanto la costruzione normativa, ma finanche la definizione di “natura” ,”naturale”,”naturalità”.
Il tema finisce per diventare dirimente nel riconoscimento della dignità della persona e della “struttura della cittadinanza”: un tema complesso, affascinante e, in molti casi, drammatico, come tutti quelli che si inoltrano nel profondo della vita delle persone, spesso determinando conseguenze gravi, crudamente sottratte alla loro disponibilità.
Auspico dunque di portela presto incontrare per un pubblico confronto.
Paolo Patanè, presidente nazionale Arcigay